SCUOLA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
AVVISO PER GLI ALUNNI DELLE TERZE MEDIE
 
Anche se stiamo vivendo “come color che son sospesi”, come Licei San Giovanni in Fiore ci stiamo dando da fare per offrire agli alunni delle ultime classi della scuola media, che dovranno iscriversi alla scuola secondaria di secondo grado, ed ai loro genitori l’opportunità di ottenere i chiarimenti necessari circa i loro dubbi, per compiere una scelta sicura e consapevole.
In bocca al lupo, ragazzi!
 
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CALABRIA – POLITICA: la nostra proposta!

L'immagine può contenere: una o più persone, tabella e spazio al chiusoLa cosa simpatica è che la maggior parte dei mass media regionali, e non solo, analizza, critica, ripassa e descrive il passato e il presente della nostra regione a propria immagine e somiglianza.
Cose ovvie che anche i sassi, ormai, conoscono.
Spesso, però, i mass media dimenticano il loro coinvolgimento e la loro responsabilità pro quota del perché la Calabria è arrivata a queste condizioni.
Bello è analizzare, ma brutto, o forse difficile, è non  fare alcuna proposta seria!
Non solo, per tanti addetti all’informazione calabrese, insieme a diversi politici, oggi, ma non per il passato, il male di tutto è, quasi quasi, attribuibile alla sola Magistratura, della serie: alla gogna multimediale non i corrotti ma i giudici. Spingendo per un mondo calabrese capovolto: gli imputati non sono più i corrotti ma i magistrati.
Insomma per tanti mass media nazionali, ma oggi, soprattutto, calabresi, lo sport più popolare non è la caccia al criminale ma al giudice.
La nostra proposta, senza se e senza ma, se si vuole dare un reale cambiamento alla nostra regione, con un programma politico serio, è quella di una coalizione tra le diverse forze di De Magistris, Tansi, M5S, PD e società civile, scegliendo tra di loro, di comune accordo, il candidato Presidente!
Per il resto il solito teatrino!
SGF IN PIAZZA

MA QUESTI SIGNORI CI SONO O CI FANNO?

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Leggere il seguente pezzo per capirci, SERIAMENTE, qualcosa!

Glossario per capire lo strumento della ricostruzione (Recovery Plan)

di Torquato Cardilli

I media televisivi italiani sono affetti da provincialismo acuto cronico: non c’è TG, su qualsiasi rete, che non trasmetta immagini, sempre le stesse, di rotative che stampano miliardi di banconote o di inquadrature dei piedi delle persone o interviste strappate a passanti che per lo più ignorano il problema che viene posto. Questo modo paesano di fare informazione è totalmente estraneo ai TG di altri paesi come Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti ecc.

Personalmente detesto anche l’abitudine di molti politici, giornalisti e commentatori che utilizzano termini inglesi difficilmente comprensibili per il popolo, in luogo di equivalenti italiani comprensibilissimi. Oltre al famoso spread (differenziale) che ormai hanno imparato anche i sassi, generalmente l’utilizzo di termini inglesi nasconde sempre qualche cosa di oscuro.

Perché dire “bail in” quando si tratta di confessare che si tratta di salvataggio interno delle banche con i soldi dei correntisti, oppure “fiscal compact” per dire patto di stabilità e crescita cioè austerità, o “non performing loan” per dire crediti inesigibili, o ancora “stake holder” in luogo di azionista o “mission” al posto di scopo? Puro snobismo!

Nell’ultimo anno, con la crisi del Covid, il mondo è cambiato e un po’ dappertutto sono crollate le barriere dell’austerità che ha impoverito i più deboli. In Europa siamo arrivati al Recovery & Resilience Facility Fund (RRFF) cioè allo strumento della ricostruzione e del consolidamento, detto più brevemente Recovery Plan, approvato dall’Unione Europea per il bilancio comunitario 2021-2027. Esso fa parte della linea finanziaria in favore della prossima generazione (Next Generation EU in sigla NGEU) con una titolazione che sembra aprire speranze.

Lo strumento RRFF è stato istituito per finanziare i paesi dell’Unione (di cui non fa più parte la Gran Bretagna, che se ne pentirà) con un fondo speciale di 750 miliardi di cui € 360 miliardi di sovvenzioni a dono (grants) e € 390 miliardi di prestiti.

Nella ripartizione per paesi all’Italia è stata riservata, grazie all’abilità negoziale di Conte, la quota maggiore in ragione della sua debolezza economica e cioè circa € 80 miliardi a dono e € 129 miliardi come prestito per un totale di circa € 209 miliardi. Ma c’è un ma. Per usufruire di questo dono l’Italia dovrà versare, tra il 2028 ed il 2058, contributi aggiuntivi al bilancio comunitario per circa € 50 miliardi. Quindi l’attuale generazione riceve soldi che dovranno essere restituiti dalla prossima; ecco perché si chiama next generation.

E’ pur vero che si tratta di un trasferimento netto a nostro favore di € 30 miliardi, che saranno erogati a cominciare dal tardo 2020 pari al 2% del Pil italiano, mentre la Germania, l’Olanda e l’Austria e in misura minore la Francia sono contributori netti del programma.

Questo fa capire subito quale sarà la occhiuta vigilanza europea su come saranno spesi i fondi in Italia perché il contribuente tedesco, olandese, ecc. non vorrà pagare con i propri sacrifici gli sperperi italiani. E fa perciò bene il Presidente del Consiglio, nonostante le bizze delle quinte colonne interne al Governo, che disseminano il terreno di mine come se stessero all’opposizione, a tenere abbassata la saracinesca, a non uscire dagli stretti binari del rigore e a non lasciarsi confondere dalla cacofonia politica che vede appunto partner di Governo sulle stesse barricate dell’opposizione.

La giustificazione economica e politica del piano obbliga infatti lo Stato percettore a non dedicare i finanziamenti alla copertura delle spese abituali come accade per i fondi strutturali, ma solo alla ripresa (recovery) dell’economia disastrata dalla crisi innescata dalla pandemia del Covid-19 e al suo consolidamento (resilience) uscendo da un ciclo economico debilitato.

Il tutto si basa sul convincimento del Consiglio Europeo e della Commissione che queste risorse, ancorché di gran lunga inferiori a quelle messe sul piatto dall’amministrazione americana, se utilizzate correttamente potranno:

rilanciare in modo robusto e permanente la domanda nel mercato unico con effetti positivi di crescita per tutti i paesi dell’Unione;

attivare la sincronizzazione della ripresa economica riducendo al minimo le ineguaglianze geografiche create dal Covid-19;

fare in modo che lo sviluppo futuro dell’Europa si fondi sulla sostenibilità ambientale e sull’innovazione digitale della nuova generazione.

Ogni Stato deve perciò predisporre e presentare entro fine febbraio 2021 un piano nazionale dedicato alla ripresa e al consolidamento (detto PNRR) che incida in maniera profonda e strutturale sulla crescita economica di lungo periodo. Per queste ragioni il PNRR deve necessariamente essere articolato sullo sviluppo digitale, sulla rapidità di interventi stabiliti a priori e non in corso d’opera, su un processo di modernizzazione della macchina dello Stato e sul rilancio della produttività per massimizzare l’effetto volano che attragga investimenti privati.

L’ultima parola per il varo definitivo dell’impresa, dopo l’esame della Commissione, spetta al Consiglio europeo che dovrà apporvi il sigillo in primavera.

Per questo sono particolarmente deleterie le manovre ostruzionistiche non dell’opposizione, ma di chi allo stesso tempo sta dentro e fuori il Governo con un gioco di ambiguità e di ambizioni mal celate il cui unico obbiettivo, nonostante l’asserita disponibilità a cedere le poltrone, è quello di togliere di mezzo Conte e favorire con un nuovo Governo il proprio rafforzamento in vista delle prossime elezioni elargendo finanziamenti ai poteri economico-finanziari-speculativi che sono già appollaiati in attesa di piombare sulla preda.

CHI E’ L’AUTORE?

Torquato Cardilli – Laureato in Lingue e civiltà orientali e in Scienze politiche per l’Oriente. E’ stato Ambasciatore d’Italia in Albania, Tanzania, Arabia Saudita ed Angola. Ha redatto oltre 100 articoli di carattere politico ed economico pubblicati in Italia e all’estero da varie testate ed agenzie di stampa.

SGF – FAMIGLIE: ancora parte del Novecento sangiovannese che se ne va.

Passato a miglior vita l’ultimo dei fratelli Militerno (Prof. Alfredo Militerno).

Foto

Da sinistra a destra: 1. Mario Militerno (Imprenditore); 2. Giovambattista Militerno (Medico ed ex Sindaco di SGF); 3. Peppina Olivito (Parente di famiglia); 4. Alfredo Militerno (Prof. Presso Università Bologna); 5. Moglie Prof. Alfredo Militerno; 6. Sposa Maria Caterina Caligiuri, unica della foto vivente, moglie Preside Attilio Militerno; 7. Sposo Attilio Milterno (Prof. e Preside Scuola Media Statale Guglielmo Marconi SGF); 8. Giovanni Militerno (Padre, calzolaio); 9. Giulio Militerno (Imprenditore).

Condoglianze a tutti i parenti!

SGF IN PIAZZA

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Di Maria Gabriella Militerno

Caro zio Alfredo

è così che, all’inizio di un nuovo anno, terribilmente segnato da un virus che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo con il suo modo subdolo di imporsi sulle nostre vite, giunge da Bologna la notizia della tua dipartita.
Te ne sei andato via in punta di piedi, carico di dolore nell’animo, per tutti i cari, prima i tuoi genitori, la tua prima moglie, poi i tuoi fratelli, una cugina, che è stata come una sorella, la tua seconda moglie, quindi anche una tua nipote, che è toccato a te seppellire.
Uomo di profonda cultura, docente presso la facoltà di Economia all’università di Bologna, finché le forze te lo hanno consentito sei sempre venuto qui a San Giovanni in Fiore per mantenere vivo il legame con la tua terra d’origine e con tutti noi che eravamo qui.
È vero, avevi una bella età, ma non possiamo non dire che insieme a te se ne va un pezzo del nostro cuore perché sei stato, in un certo senso, il trait-d’union di tutti i discendenti Militerno.
Adesso la famiglia si è ricomposta in cielo: abbracciali tutti da parte mia, in modo particolare tuo fratello Attilio, il mio papà!
Veglia sulle tue figlie, su tuo figlio, i tuoi nipoti e tutti noi.
Con affetto
tua nipote Gabriella
R.I.P.

USA: NO ALLA VIOLENZA!

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Adesso, però, non si strumentalizzino i fatti avvenuti a Capitol Hill per confondere la violenza con il dissenso!

La democrazia è, soprattutto, dissenso! Il dissenso è vitale per la salute di una democrazia!

Combattere il dissenso sarebbe altrettanto una violenza, se non un abominio peggiore!

Pietro Giovanni Spadafora

CALABRIA: Quale futuro?

L'immagine può contenere: albero, cielo, montagna, pianta, spazio all'aperto, natura e acquaQuale futuro per la nostra Calabria?

Le domande sono tantissime. Ognuno di noi, cittadino calabrese, in questo momento, siamo sicuri, ha dentro di sé innumerevoli domande.

Pandemia permettendo, speriamo, a prescindere dai partiti, dalle varie forze politiche, ma anche dagli accordi e dalle coalizioni che si andranno man mano a formare con l’avvicinarsi della prossima tornata elettorale, e anche, e soprattutto, a prescindere dai candidati presidenti e dalla legge elettorale vigente, le domande che più ci affliggono in questi giorni, almeno a noi di SGF IN PIAZZA, sono il fatto se vi sarà una qualche sorta di idea di un programma politico per la nostra martoriata terra, se effettivamente essa muoverà da una premessa di base del pieno rispetto e della difesa dei diritti e delle libertà individuali e collettive.

Se vi sarà, in conformità ai principi democratici e costituzionali, per la difesa e l’affermazione dei diritti fondamentali, un programma che sappia attribuire valore sovrano all’azione programmatica.

Se vi sarà una difesa della cultura come base e come essenza dell’agire politico per uno sviluppo di un modello economico, sociale e occupazionale giovanile, soprattutto, in vista dei vari fondi europei in arrivo.

Se vi sarà un minimo ripristino di uno strato di normalità gestionale per un’effettiva tutela del diritto, costituzionalmente garantito, alla salute.

Se vi sarà una ripresa per tutto ciò che spetta alla Calabria e a noi calabresi. Per una Calabria da costruire, una Calabria nuova, diversa, migliore.

Se vi sarà un progetto, una programmazione significativa di realizzazione delle infrastrutture stradali, autostradali, e ferroviarie, nonché dei potenziamenti aeroportuali ecc. ecc.

Sviluppo uguale a zero senza infrastrutture!

Perché solo con un’azione concreta e di collaborazione costruttiva, centrale e periferica, DELLE VARIE PUBBLICHE E PRIVATE ISTITUZIONI TUTTE, vi sarà possibile attuare un percorso di cambiamento per la nostra Calabria!

È utopia tutto ciò? Sarà realtà? Sarà tangibile concretezza?

Per il resto, sia chiaro, a noi calabresi non giovano più la solita messinscena, la solita sceneggiata, la solita solfa e il solito teatrino, e chi più ne ha più ne metta, ma questo, ovvio, dipenderà ANCHE da tutti noi cittadini calabresi!

SGF IN PIAZZA