Archivio mensile:dicembre 2021
RIDUZIONE DELLE TASSE, TRASPARENZA E PROPAGANDA
Di San Giovanni in Fiore in Movimento
MONDO – BASTA GUERRE? NO! MA ALMENO RIDURRE LE SPESE MILITARI…
CULTURA SGF – PROVERBIO: “All’uortu litame e allu munnu furtuna”.
SAN GIOVANNI IN FIORE: non solo siamo all’ASSURDO, ma siamo anche alle COMICHE.
Di San Giovanni in Fiore in Movimento
In questa comunità il DISSENSO, o meglio, criticare o non condividere l’operato pubblico di certi soggetti, è sinonimo di disonestà, di denigrazione, di male e disinformazione.
Invece, la BECERA, ROZZA e SMODATA propaganda è un ASSIOMA!
ECCO, CI MANCAVANO LE COMICHE! APPUNTO!
CHE DIO CE LA MANDI BUONA!
Di San Giovanni in Fiore in Movimento
CALABRIA: zona NERA!
NO! Non si tratta della pandemia di COVID-19 con dati che hanno fatto scattare il provvedimento che ci manda in ZONA GIALLA, ma della SANITÀ CALABRESE che si trova in ZONA NERA.
E non DA ADESSO!
Secondo la Corte dei Conti tra pagamenti doppi per fatture a privati; tra debito delle aziende pari a oltre un miliardo e 170 milioni di euro; tra cattiva gestione; tra nessuna tracciabilità delle spese e di documenti di bilancio; tra uso della sanità calabrese a mo’ di BANCOMAT; tra i LEA, livelli essenziali di assistenza, ormai inesistenti, solo GESÙ CRISTO potrà SALVARE la SANITÀ CALABRESE.
Altro che POTENZIAMENTO DELL’OSPEDALE di San Giovanni in Fiore!
NON SI RACCONTINO PIÙ FANDONIE ALLA GENTE!
CI AUGURIAMO SOLTANTO CHE IL PRESIDENTE OCCHIUTO POSSA TROVARE UNA QUALCHE SOLUZIONE.
La SPERANZA è L’ULTIMA A MORIRE, ma non vogliamo MORIRE DISPERATI!
GIÀ, CHE DIRE?
Di San Giovanni in Fiore in Movimento
SGF – BAMBINI, DIRITTI E ASILI.
Mentre i bambini dell’asilo nido del Bacile non hanno più il diritto di frequentarlo, o se lo frequentano muoiono per assideramento, le istituzioni comunali parlano di attacchi strumentali.
SIAMO SEMPRE E CONTINUAMENTE ALL’ASSURDO!
Vogliamo ricordare alle istituzioni locali che i bambini hanno i loro diritti all’asilo nido e non solo.
I bambini dovrebbero essere rispettati maggiormente al nido.
Bisognerebbe cercare di rispettare i loro bisogni e le loro necessità.
All’asilo nido sono così piccoli che hanno bisogno di certezze.
Vanno tutelati i bisogni dei bambini e delle famiglie.
I bambini concorrono alla costruzione dell’identità del territorio.
I bambini e le bambine hanno diritto a progetti educativi che sviluppano le loro capacità.
Hanno diritto al gioco, apprendimento e socialità che sono centrali nella loro crescita.
I bambini hanno diritto all’organizzazione degli spazi e di tempi di vita.
La continuità di frequenza dell’asilo nido da parte dei bambini è un valore da sostenere e promuovere.
I bambini hanno il diritto ad un sistema integrato dei servizi per garantire a tutti il diritto all’educazione e all’istruzione.
MA SOPRATTUTTO gli ARTICOLI 2 e 3 della COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA puntano a riconoscere i diritti inalienabili dell’individuo, inteso sia come adulto che come BAMBINO.
CHE DIRE?
SGF – NOSTALGIA DEI VECCHI UOMINI POLITICI.
In memoria dei grandi sindaci di San Giovani in Fiore, nonché del mio Prof. Antonio Acri a 12 anni dalla sua scomparsa.
Di Pietro Giovanni Spadafora
In generale ho sempre criticato la partitocrazia. Lo faccio tuttora.
La partitocrazia occupa, il più delle volte inadeguatamente, ogni ambito delle istituzioni pubbliche e anche parte di quelle private. Più che quelli del popolo ha curato, sistematicamente, i sui interessi e quelli dei suoi associati.
Altro discorso sono le persone che militano o hanno militato nei partiti. Persone che, nonostante siano sottoposte a un continuo e determinato martellamento di regole e principi, rimangono, in buona parte dei casi, persone libere con dei valori.
Da un punto di vista politico è stato senz’altro un bene che un certo tipo di partitocrazia, insieme a qualche suo vecchio dogma, sia scomparso di scena, o quantomeno si sia ridimensionato di parecchio.
Penso, però, che qui a San Giovanni in Fiore si sia consumata, con la scomparsa di quel tipo di partitocrazia e di alcuni suoi vecchi uomini politici, una perdita. Perdita sia in termini di identità sia in termini di consistenza morale.
Seguendo, osservando e analizzando tutto quello che sta succedendo nella politica locale di questi ultimi tempi, nel “Palazzo”, nella nostra comunità, non nego, facendo un confronto con il passato, di avere nostalgia dei veri vecchi uomini politici sangiovannesi.
È un mondo politico, quello sangiovannese, almeno quello sino agli inizi degli anni novanta del secolo scorso, di rigore morale, di severità, di onestà, di coerenza, di trasparenza, di impegno, di solidarietà, di sensibilità, di dialogo, che se n’è andato.
La diversità dei vecchi uomini politici sangiovannesi non è stata solo un fatto ideologico, politico, teorico, astratto, ma per diversi decenni si è riflessa nel modo di essere, di comportarsi, di amministrare. Ha rappresentato, sia sul versante laico che cattolico, un certo tipo di impegno morale ed esistenziale che oggi, nella nostra comunità, è cosa rara.
Nei nostri giorni, di tali uomini, sotto il profilo etico, spirituale, morale e della coerenza prima che politico, pare, se ne siano perse le tracce. Quegli uomini li riconoscevi a prima vista.
A parte qualche giovane, chi non ricorda gli amministratori sindaci della “res publica” come Giuseppe Oliverio, Saverio Gallo, Elio Foglia, Giovambattista Militerno, Giovanni Mancina, Antonio Acri, Emilio Greco, Gabriele Piluso e tanti altri, oltre all’indimenticabile sindacalista Salvatore Secreti?
Gente che ha fatto la storia politica qui nel nostro paese; gente che in genere, oltre che su un progetto politico di rinnovamento, di trasformazione politica e sociale, si basava su una comunanza di valori forti, morali, etici e di libertà.
È doloroso e triste che tanti moderni amministratori, non tutti per fortuna, non avendo imparato nulla, siano privi di tanti valori. Valori di cui i vecchi politici sangiovannesi sono stati portatori, e valori di cui, a volte, se ne sente, prepotente, il bisogno.
Ciò che mi premeva comunicare è che con i vecchi politici sangiovannesi, anche se impregnata di tantissimi errori, ma anche di tantissimi sacrifici ed impegno per il bene comune, se n’è andata la buona politica, la vera politica della nostra collettività. Politica che negli ultimi decenni del secolo scorso, ha di sicuro lasciato un segno. Decenni di forti passioni, di spinte ideali, di coscienza morale.
Se ne ricordino, qualche volta, gli amministratori di oggi!
SGF – Due passi in Città.
PAPA FRANCESCO: «In Europa la democrazia sta arretrando, e la sfiducia nelle istituzioni aumenta»
Atene (Grecia) – Papa Francesco mette in guardia l’Europa dal virus dell’egoismo che sta disgregando il tessuto comune. «Si registra un arretramento della democrazia». Proprio come un cancro che agisce dal di dentro. Usa parole fortissime ad Atene – seconda tappa del suo viaggio nel Sud del Mediterraneo – per veicolare un messaggio a tutti i leader europei davanti alla presidentessa greca Katerina Sakellaropoulou. Cita De Gasperi in un suo storico discorso in cui si richiama la buona politica: «Si parla molto di chi va a sinistra o a destra, ma il decisivo è andare avanti e andare avanti vuol dire andare verso la giustizia sociale».
Scandisce bene queste parole che risuonano nel palazzo presidenziale. Dalle finestre si vede il Partenone. «Qui in Grecia è nata la democrazia. Senza Atene e senza la Grecia l’Europa e il mondo non sarebbero quello che sono, sarebbero meno pazienti e meno felici». Francesco ha parlato dell’indebolimento delle istituzioni democratiche. «Mentre l’autoritarismo è sbrigativo e le facili rassicurazioni proposte dai populismi appaiono allettanti». E’ preoccupato dal fatto che la gente in Occidente – dice – è anestetizzata dal benessere consumistico, stanca e sfiduciata e questa deriva sfocia inevitabilmente in uno scetticismo democratico. «Ma la partecipazione di tutti è un’esigenza fondamentale; non solo per raggiungere obiettivi comuni, ma perché risponde a quello che siamo: esseri sociali, irripetibili e al tempo stesso interdipendenti».
Questa analisi fa affiorare anche un altro problema: che la gente si sta staccando dalle istituzioni democratiche per via della burocrazia e per la perdita di identità. «Il rimedio a ciò non sta nella ricerca ossessiva di popolarità, nella sete di visibilità, nella proclamazione di promesse impossibili o nell’adesione ad astratte colonizzazioni ideologiche, ma sta nella buona politica».