DISSENSO, POLITICA , “PANEM ET CIRCENSES”.

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Di Pietro Giovanni Spadafora

Riceviamo e Pubblichiamo

Il VERO DISSENSO DEMOCRATICO, il CONCRETO DISSENSO DEMOCRATICO dà enormemente fastidio al potere, ad ogni livello: nazionale, regionale e locale.

Il VERO e CONCRETO DISSENSO DEMOCRATICO dà, in particolare, anche fastidio a chi del FINTO DISSENSO fa semplicemente uno SLOGAN.

Il VERO E CONCRETO DISSENSO fa parte della cultura democratica e, se non si è pronti a difenderlo, si è pronti per la schiavitù. Va difeso, ad ogni costo, senza paura! Perché la paura è di chi VUOLE REPRIMERE il DISSENSO!

Ciò premesso, è noto che chi esercita il potere, per non perderlo, si attiva sempre, in OGNI MODO e con OGNI MEZZO, insieme all’attuazione di particolari strategie politiche e demagogiche, per reprimere ogni forma di dissenso, ogni forma di contrarietà e protesta.

E un’astuzia per reprimere il dissenso è proprio quella del “PANEM ET CIRCENSES”, che significa che “Il popolo due sole cose ansiosamente desidera: pane e giochi circensi”. Circensi nel senso che ha luogo nel circo, con riferimento al mondo romano antico, come i “Ludi Circensi” che in sostanza sono giochi e divertimenti spettacolari, a volte anche con una sfumatura di volgarità, sponsorizzati dallo Stato.

Fu il poeta e retore romano Decimo Giunio Giovenale a coniare questo dispositivo, questo meccanismo di potere influentissimo sul popolo, sulle masse. “Panem et Circenses”, “pane e giochi” era la formula del benessere popolare e quindi politico: distribuzione di generi alimentari, bagni e terme pubbliche da un lato, atroci lotte tra gladiatori, orrende lotte tra uomini e animali esotici, corse coi carri, competizioni sportive e rappresentazioni teatrali dall’altro lato. Un vero strumento in mano agli Imperatori (oggi al potere costituito) per sedare i malumori popolari, il DISSENSO, le contrarietà ad un determinato “modus operandi” politico-amministrativo.

L’organizzazione dei giochi era l’occasione per scalare i vertici della popolarità politica: questo meccanismo degenerò in spettacoli così sfarzosi da divenire “folli”, come descritto poi dallo storico romano Tito Livio.

Tuttavia chi utilizzava tale strategia con giochi e distribuzione di beni, oltre ad averne un ritorno politico, era gradito al popolo che gli procurava cariche e onori in abbondanza.

Il pubblico, coi tempi, diventò sempre più esigente e si arrivò a organizzare spettacoli apparentemente sempre più belli, ma costosi con un enorme spreco di risorse pubbliche.

Ecco, allora come oggi, tali fenomeni erano parte del sistema, del potere, delle strategie politiche e demagogiche per ingannare il popolo!

Pietro Giovanni Spadafora
DISSENSO, POLITICA , “PANEM ET CIRCENSES”.ultima modifica: 2023-04-01T00:20:59+02:00da pietrogiovanni1
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