POVERTÀ

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“I POVERI, FAMIGLIE POVERE CON BAMBINI POVERI raccontati come persone che non vogliono lavorare, o non accettano qualsiasi lavoro”.

Così Chiara Saraceno, sociologa esperta di povertà e politiche sociali.

DA LEGGERE SINO IN FONDO!

BUONA PASQUA!

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Reddito di cittadinanza, Saraceno: “Con Mia aumenteranno i poveri che il governo disprezza. La politica li ignora perché spesso non votano”.

“Se, secondo l’Istat, il reddito di cittadinanza in questi anni ha tolto la povertà a più di un milione di persone, con questa ‘Misura di inclusione attiva’ osserveremo un simmetrico effetto negativo e tutte queste persone rientreranno in condizioni di povertà”. Così Chiara Saraceno, sociologa esperta di povertà e politiche sociali, a margine della presentazione genovese del suo ultimo libro, “La povertà in Italia”, boccia lo smantellamento del reddito di cittadinanza e la sua sostituzione con il “Mia”.

Nel prendere questa decisione il governo non teme ripercussioni, spiega la ricercatrice che era stata chiamata dal governo Draghi a presiedere il comitato scientifico per la riforma del reddito di cittadinanza, perché “queste persone nella maggior parte dei casi non votano e sono persone rispetto alle quali questo governo, ma non solo purtroppo, ha un profondo disprezzo”.
Un disprezzo dei poveri perché colpevolizzati, “perché sono stati raccontati come persone che non vogliono lavorare, o non accettano qualsiasi lavoro”. Per la ricercatrice “la povertà è un fenomeno multidimensionale e complesso, non legato soltanto alla mancanza di lavoro”. Per questo è impossibile confondere un sostegno al reddito o forme di sussidio analoghe come forme di politiche attive del lavoro: “Della povertà in Italia sono corresponsabili la crescente precarietà del mercato del lavoro, i bassi tassi di occupazione femminile, la frammentazione e l’eterogeneità del sistema di protezione sociale, la scarsa e diseguale disponibilità di servizi di conciliazione famiglia-lavoro, le forti differenze territoriali”.

Secondo Chiara Saraceno in questi anni è passata l’idea che il lavoro ci sarebbe, se solo queste persone “avessero voglia” di impegnarsi e alzarsi dal divano: “Ma chi crede a questa retorica non capisce che il mercato del lavoro non ha dimostrato di riuscire ad assorbire questo tipo di persone che i dati ci descrivono chiaramente come mediamente pochissimo qualificati, spesso senza neanche la scuola dell’obbligo e con un lungo periodo di disoccupazione o discontinuità occupazionale alle spalle”. Molti dei percettori restano quindi “occupabili” ai fini delle statistiche, ma andando a valutare i singoli casi lo sono solo in linea teorica.

Fonte – ilfattoquotidiano.it

CALABRIA – SANITÀ

Riceviamo e Pubblichiamo

Di San Giovanni in Fiore in Movimento

SUVVIA Presidente!

Smettiamola con queste prese in giro!

Lei sa già che i calabresi sono tutti INCAZZATI per la sanità.

Davvero pensa che ci sia bisogno di un portale nel quale raccogliere le impressioni e le lamentele dei calabresi sulla qualità dell’assistenza negli ospedali, IN PARTICOLARE IN QUELLI DI MONTAGNA, e nei presìdi sanitari?

A meno che lei non voglia creare una sorta di sfogatoio possiamo anche comprenderla, ma per la sanità lei sa benissimo che ci vuole ben altro!

O pensa davvero che i calabresi abbiano tutti l’anello al naso?

Le facciamo una segnalazione in diretta:

lei sa che tanta gente ha paura degli ospedali e della sanità calabresi?

Se i cittadini hanno tempo e hanno possibilità economica si recano altrove, altrimenti si mettono nelle mani di Gesù Cristo.

È QUESTA LA REALTÀ!

FELICE PASQUA!

San Giovanni in Fiore in Movimento

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LA COMUNITÀ

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In tanti abusano della comunità perché la considerano come un bene acquisito ed appartenente a loro, quindi da sfruttare come meglio ritengono opportuno.

Quando, invece, si capirà che si appartiene alla comunità, forse allora si potrà nutrire amore, rispetto, riconoscenza e devozione nei confronti di essa.

SGF – INAUGURATA LA CHIUSURA DELLA COMUNITÀ, MA TANTA GENTE NON LO SA.

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Di San Giovanni in Fiore in Movimento

Riceviamo e pubblichiamo

Ieri, a nostro parere, è stata inaugurata la chiusura della comunità, con un notevole spreco di risorse pubbliche, ma tanta gente non lo sa, o forse non se ne rende conto.

Gustave Le Bon, sociologo francese, in un libro del 1895 intitolato «Psicologia delle masse» che fu letto attentamente da tutti i dittatori del Ventesimo secolo sostenne che vi sono circostanze in cui la folla smette di essere una raccolta di individui diversi per opinioni, professione, sesso, e diventa una “folla psicologica” in cui ogni individuo perde la propria originalità e si trasforma in atomo di un pensiero comune.

Detto questo, premettiamo e speriamo che le cose vadano sempre nel verso giusto.

Tuttavia, senza alcun dubbio sarà il trascorrere delle settimane e dei mesi a dirci cosa ancora succederà, riteniamo che ieri è stata ufficializzata la chiusura dell’arteria principale, Via Roma, con la spaccatura della comunità in due distinti tronconi insieme alla già disastrata viabilità e ai disagi vari connessi, con tanti cittadini già da tempo furibondi e arrabbiati.

Fortunatamente andiamo incontro al bel tempo, ma è noto a tutti che già quest’ inverno le istituzioni competenti hanno presidiato costantemente, notte e giorno, con ruspe e fucili a “SALE”, le INADEGUATE stradicciole alternative, abbandonando nell’isolamento quasi totalmente gli altri quartieri della comunità, affinché si prevenisse, in quelle pericolose rampe, qualche brutto incidente nei giorni di ghiaccio e neve.

Va detto che sulla inaugurazione di ieri, per la chiusura definitiva della sua strada, si è persino indignata e irritata la STATUA, che raffigura una ragazza con ali spiegate, allegoria della VITTORIA ALATA che alza con entrambe le braccia una corona di rami di alloro e di quercia, per il suo forzato spostamento dal luogo originario, perché quasi non più visibile e percettibile ai tanti. Tant’è, come dichiarato da diversi cittadini, essa è diventata NERA, anzi, per molti, NERISSIMA, per il suo disappunto.

Non solo, la comunità, fatto gravissimo, è stata chiusa sotto l’aspetto dei servizi sanitari con aggiunta, oggi, di grandi difficoltà per eventuali emergenze ed urgenze, sotto diversi aspetti, riguardo alla popolazione tutta con notevoli perdite di tempo, soprattutto in caso di soccorso da portare a persone in pericolo di vita perché colpite da patologie tempo- dipendenti, considerato il fatto che il nostro Ospedale è privo di ogni mezzo, servizio e personale per poter intervenire in maniera adeguata.

La comunità è stata chiusa, sotto l’aspetto della tradizionale e diffusa Cultura, avendo tagliato i fondi, notoriamente sempre erogati precedentemente, alle diverse istituzioni e associazioni promotrici, alcune delle quali versano anche in difficoltà economiche, ma che, nonostante tutto, si fanno in quattro pur di spargere il seme della Cultura.

La comunità è stata chiusa, soprattutto, sotto l’aspetto della DEMOCRAZIA, del DISSENSO democratico, della normale dialettica e del democratico dibattito civile su cui, sia ben chiaro, la forza politica del M5S lotterà tenacemente affinché ciò non attecchisca, facendo rispettare il diritto di ognuno di manifestare liberamente il proprio pensiero nonché i diritti civili e politici previsti e garantiti dalla nostra Costituzione.

La comunità è stata chiusa alla crescita sociale, economica, occupazionale e di conseguenza al ripopolamento stesso con prospettive di miglioramento e di sviluppo, a dir poco, inesistenti.

Infine la comunità, sebbene aperta ai beceri voltagabbana, ai trasformisti di ogni genere e agli abituali interpreti del salto della quaglia, è stata chiusa al dialogo politico, alle proposte dei cittadini e di altre forze sociali, al rapporto tra istituzioni e cittadini, al rispetto della volontà e dell’autonomia di pensiero di tanti cittadini, divenendo, per la prima volta nella sua storia, una sorta di modello residenziale auto-segregativa, come lo sono le diverse, oggi definite, GATED COMMUNITY.

TUTTO CIÒ È INAMMISSIBILE E INTOLLERABILE!

Il M5S C’È e CI SARÀ, sempre, e lotterà per rendere REALMENTE, nei fatti, SAN GIOVANNI IN FIORE CITTÀ APERTA!

San Giovanni in Fiore in Movimento

CHE TRISTEZZA!

Noi la vogliamo ricordare così!

IN TUTTO IL SUO SPLENDORE!

“La storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoria, maestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi.”

CICERONE

“Non sempre ciò che viene dopo è progresso.”

ALESSANDRO MANZONI

“La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore.”

MALCOLM X

“Ogni bene culturale in pericolo rappresenta un’emergenza del tessuto storico e sociale di una comunità.”
ALESSANDRO J. DE STEFANO
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DISSENSO, POLITICA , “PANEM ET CIRCENSES”.

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Di Pietro Giovanni Spadafora

Riceviamo e Pubblichiamo

Il VERO DISSENSO DEMOCRATICO, il CONCRETO DISSENSO DEMOCRATICO dà enormemente fastidio al potere, ad ogni livello: nazionale, regionale e locale.

Il VERO e CONCRETO DISSENSO DEMOCRATICO dà, in particolare, anche fastidio a chi del FINTO DISSENSO fa semplicemente uno SLOGAN.

Il VERO E CONCRETO DISSENSO fa parte della cultura democratica e, se non si è pronti a difenderlo, si è pronti per la schiavitù. Va difeso, ad ogni costo, senza paura! Perché la paura è di chi VUOLE REPRIMERE il DISSENSO!

Ciò premesso, è noto che chi esercita il potere, per non perderlo, si attiva sempre, in OGNI MODO e con OGNI MEZZO, insieme all’attuazione di particolari strategie politiche e demagogiche, per reprimere ogni forma di dissenso, ogni forma di contrarietà e protesta.

E un’astuzia per reprimere il dissenso è proprio quella del “PANEM ET CIRCENSES”, che significa che “Il popolo due sole cose ansiosamente desidera: pane e giochi circensi”. Circensi nel senso che ha luogo nel circo, con riferimento al mondo romano antico, come i “Ludi Circensi” che in sostanza sono giochi e divertimenti spettacolari, a volte anche con una sfumatura di volgarità, sponsorizzati dallo Stato.

Fu il poeta e retore romano Decimo Giunio Giovenale a coniare questo dispositivo, questo meccanismo di potere influentissimo sul popolo, sulle masse. “Panem et Circenses”, “pane e giochi” era la formula del benessere popolare e quindi politico: distribuzione di generi alimentari, bagni e terme pubbliche da un lato, atroci lotte tra gladiatori, orrende lotte tra uomini e animali esotici, corse coi carri, competizioni sportive e rappresentazioni teatrali dall’altro lato. Un vero strumento in mano agli Imperatori (oggi al potere costituito) per sedare i malumori popolari, il DISSENSO, le contrarietà ad un determinato “modus operandi” politico-amministrativo.

L’organizzazione dei giochi era l’occasione per scalare i vertici della popolarità politica: questo meccanismo degenerò in spettacoli così sfarzosi da divenire “folli”, come descritto poi dallo storico romano Tito Livio.

Tuttavia chi utilizzava tale strategia con giochi e distribuzione di beni, oltre ad averne un ritorno politico, era gradito al popolo che gli procurava cariche e onori in abbondanza.

Il pubblico, coi tempi, diventò sempre più esigente e si arrivò a organizzare spettacoli apparentemente sempre più belli, ma costosi con un enorme spreco di risorse pubbliche.

Ecco, allora come oggi, tali fenomeni erano parte del sistema, del potere, delle strategie politiche e demagogiche per ingannare il popolo!

Pietro Giovanni Spadafora