IL “DO UT DES” IN POLITICA.

“Do ut des” è una nota frase latina la cui traduzione in italiano può essere resa con “do affinché tu dia”. Nel diritto romano era uno dei quattro cosiddetti “contratti innominati” [gli altri tre erano “do ut facias” (Si dà una cosa per ricevere, in cambio, una prestazione di fare), “facio ut des” (Prestazione di fare contro dazione di cosa) e “facio ut facias” (Faccio perché tu faccia)]; il “do ut des” indicava la permuta, ovvero la dazione di una cosa in cambio della dazione di un’altra.

Oggi l’espressione è utilizzata con un significato più generico, di solito con connotazione non particolarmente positiva, per riferirsi a uno scambio di favori effettuato per un proprio tornaconto o, in altri termini, a un favore effettuato in previsione di riceverne uno a propria volta o, comunque, di ricevere un adeguato contraccambio.

Nei Paesi anglosassoni lo stesso concetto viene espresso con una diversa espressione latina: “quid pro quo” (Qualcosa al posto di qualcos’altro).

La frase do ut des (do perché tu dia) è oggi usata, con una connotazione non particolarmente positiva, per riferirsi a uno scambio di favori effettuato per un proprio tornaconto.

ESEMPIO:

Io amministratore pubblico ti faccio avere un appalto, con il trucco, e tu mi costruisci o ristrutturi un appartamento, o una villa al mare, o in montagna, a “GRATIS”.

Oppure, ti do un appalto e tu mi garantisci il tuo voto, quello della tua famiglia, dei tuoi parenti, amici, cani, gatti e così via.

Gli esempi sono tanti, ma ci fermiamo qui.

SGF IN PIAZZA

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "ALTAN E IN CAMBIO COSA VUOLE? L'APPALTO PERLA FORNITURA DELLE MANETTE. 000 enN"

IL “DO UT DES” IN POLITICA.ultima modifica: 2024-02-14T19:22:33+01:00da pietrogiovanni1
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