SALVIAMO LE NOSTRE COMUNITÀ DALLA VANA E ARTIFICIOSA RETORICA!

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Di Pietro Giovanni Spadafora
Un paese è un paese e se anche acquisisce il titolo onorifico di “Città” rimane sempre una piccola comunità. E i suoi abitanti mormorano, almeno quei cittadini più avveduti: spesso si stancano di assistere a delle, ormai, stucchevoli ed estese simulazioni degli atteggiamenti morali e di ipocriti rapporti sociali tra popolazione e locali istituzioni.

Tante volte ho evidenziato, sui social media, l’orgia di retorica che circonda le amministrazioni comunali.

Oggi l’abbondante retorica della “semplicità”, incarnata da primari rappresentanti delle amministrazioni comunali, non è meno molesta, se non letteralmente importuna e fastidiosa per l’intelligenza altrui, d’ogni altra retorica, a cominciare da quella della “grandezza” che fu propria del noto ventennio.

E responsabili di tale retorica, perniciosa come tutte le retoriche, non sono tanto e solo i primi cittadini che fanno molto per darvi esca con l’attività dei loro uffici propaganda, ma lo sono soprattutto i loro seguaci, accoliti, adepti e affiliati, insieme a qualche strillone, che entusiasticamente abboccano.

E così facendo, con “sperticate” lodi e “turibolanti” adulazioni, incoraggiano tali primi cittadini ad assumere condotte sempre più plateali, sfavorevoli per le comunità e i paesi nonché per la stessa figura istituzionale, fino a qualche tempo fa prestigiosa, di chi governa una comunità e gestisce le risorse pubbliche.

La retorica è tanta: selfie di vario genere strumentalizzando luoghi, anche santi, feste, eventi, panchine verniciate a nuovo, piazze, strade, vecchi immobili, persone e cose, foto presso scuole di ogni ordine e grado con bambini e studenti, teatrali tagli di nastro, promesse di strampalate opere pubbliche, progetti virtuali, foto su dubbiosissime scoperte e ritrovamenti di ogni cosa.

Ma la retorica è tanta anche strumentalizzando l’ordinario lavoro che non è certo un regalo e che le amministrazioni devono compiere, come la riparazione di “fosse” sulle vie, rotture idriche, bitumazioni stradali insieme, persino, alla retorica del cimentarsi, se il primo cittadino è donna, a fare in casa qualche dolce tradizionale con inevitabile filmato nonché a fingere di fare il pane in qualche antico forno come le donne di una volta.

Mancano solo la pala, il piccone e la zappa, sempre con foto e selfie, in un qualche orto nonché la trebbiatura con falcetto in qualche campo di grano che molto probabilmente vedremo nei prossimi mesi estivi durante il periodo della mietitura.

E, grottescamente, diverse persone e mass media manifestano, a volte insieme a parte del clero, il proprio favore a tali amministrazioni per tutte le loro azioni di retorica, rendendo la loro demagogia, oltre che ridicola, ancora più comoda, confortante e vantaggiosa rispetto a un loro impegno serio, concreto e più proficuo a risolvere le varie spinosità e complessità che attanagliano le comunità.

E responsabili di tali atteggiamenti sono, peraltro, anche gli altri stessi organi di governo che facendosi (volutamente?) sottomettere e scavalcare delle loro funzioni da parte dei primi cittadini, mettono a repentaglio quelle che sono le vere attività amministrative di un municipio che dovrebbero svolgersi con precisi compiti di controllo per il perseguimento del bene comune.

Non si possono mettere in burla e a repentaglio le comunità con tediosi comportamenti retorici e da politicanti! Ed è sbagliato accondiscendere a certe “bizzarrie”!

Sarebbe ora che i tanti, a cominciare da chi fa una determinata e assoldata informazione, la smettessero di incoraggiare, con calorose manifestazioni di consenso, accompagnate da battimani ed esclamazioni di encomio e di incitamento, alcune espressioni poco contegnose, tornando a preferire alla patetica retorica la sobrietà e la serietà nell’amministrare!

Basta illusioni ed inganni!

Se lo si farà e si smetterà di provocare le amministrazioni e i loro capi ad assumere atteggiamenti da “salvatori della patria”, ne trarranno giovamento tutte le comunità.

Non sempre si può dire va tutto bene Madama la Marchesa, perché tra mancanza di servizi essenziali, disservizi, spopolamento, giovani e anziani che se la svignano, mancanza di lavoro e spreco delle esigue risorse pubbliche, la realtà e i fatti sono che l’orizzonte delle nostre comunità, senza un impegno serio e una vera e onesta svolta, è persistentemente di colore grigio cupo!

Pietro Giovanni Spadafora
SALVIAMO LE NOSTRE COMUNITÀ DALLA VANA E ARTIFICIOSA RETORICA!ultima modifica: 2024-03-29T15:20:00+01:00da pietrogiovanni1
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