Anche le nuove tecnologie aumentano l’inquinamento.

Tutti gli strumenti del comparto ICT (Information and Communication Technologies) per funzionare consumano energia. Oggi nessuno rinuncerebbe al computer, al telefonino, al televisore e altro. Ma il problema dello smaltimento e dell’inquinamento di tali prodotti esiste ed è reale. Dobbiamo esserne tutti consapevoli, e in modo particolare lo devono essere la politica e  le istituzioni. Ognuno deve pensare al proprio territorio in una chiave sempre più glocale. Si ho scritto bene. Non è un refuso: glocale nasce dalla fusione di globale e locale: agire locale, pensare globale; agire nel piccolo e pensare in grande (e viceversa); ecco il significato di questo termine. Ebbene, come accade per buona parte delle attrezzature e degli strumenti che hanno bisogno di energia per funzionare, anche le tecnologie dell’informazione non fanno eccezione e come tali generano gas serra perché per funzionare consumano energia che, a sua volta per essere prodotta necessita spesso di bruciare del petrolio. Gli esperti dicono che dal punto di vista dell’anidride carbonica le nuove tecnologie contano per il 2% delle emissioni globali. Aggiungendo a ciò lo smaltimento di materiale elettrico, le cifre sono impressionanti. Si calcola che ogni giorno nel mondo vengano eliminati 460.000 Pc; nel 2006 sono stati complessivamente 160 milioni i Pc rottamati, 50 milioni solo in Europa. La stima per il 2011 prevede addirittura 800 milioni di Pc rottamati; di questi, almeno 512 milioni (il 64%) saranno eliminati, con oltre il 73% lasciati nelle discariche e solo una piccola percentuale destinata al riuso. A queste cifre, già enormi, se ne aggiungono altre; si stima siano 550 milioni i telefonini cellulari al mondo destinati a essere sostituiti a breve, di cui solo un 5-10% riutilizzabile. Una quantità enorme di “spazzatura elettronica”, piena di materiali potenzialmente dannosi, dalla plastica ai metalli.

Spero che ci saranno dei provvedimenti specifici e scelte lungimiranti per regolarne lo smaltimento. Non vorrei che da qui a qualche anno ci ritroveremo sommersi da tali prodotti insieme a tutti gli altri rifiuti.

Una cosa è certa: anche le nuove tecnologie generano Co2 e rifiuti.

Anche le nuove tecnologie aumentano l’inquinamento.ultima modifica: 2009-10-26T08:05:00+01:00da pietrogiovanni1
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2 pensieri su “Anche le nuove tecnologie aumentano l’inquinamento.

  1. E i rifiuti della nostra provincia e regione?
    Quanti barbari misfatti, ancora, dovrà subire, sul suo territorio, l’antica e nobile Terra Bruzia? E’ da anni che la si sta uccidendo, giorno dopo giorno, innestando nelle sue viscere pericolosissime dosi venefiche di rifiuti che, purtroppo, non sono solo quelli, altrettanto problematici, prodotti da noi umani.
    C’è un brutto e pesante capitolo che riguarda lo smaltimento, spesso illegale, dei rifiuti speciali (sanitari, industriali, radioattivi,etc.),che non danno tregua a questa martoriata parte meridionale del Bel Paese. Una regione che potrebbe splendere, in tutti i sensi, con il solo settore del Turismo. Ed invece?
    Tiene banco l’ultima scabrosa e inquietante vicenda, quella dei rifiuti tossici che sarebbero stati interrati nell’alveo di un bacino fluviale del cosentino, a poca distanza dai centri abitati ed anche dal mare. Povero Mare Nostrum, con questa brutta storia delle navi dei veleni, che ancora stanno lì, nei fondali, in attesa che il Governo intervenga con consapevolezza e determinazione per appurare, almeno, la natura delle fonti inquinanti.
    C’è chi è convinto che si tratti di rifiuti altamente inquinanti, forse radioattivi, una bomba micidiale per la salute umana e per l’integrità dell’ecosistema, non solo marino.
    Già il Bacino del Mediterraneo ha i suoi naturali problemi, per tutti i Paesi rivieraschi che vi s’affacciano! Ma il Mediterraneo, com’è noto, è un Mare chiuso, dove i ricambi degli elementi di vita avvengono con estrema lentezza.
    L’allarme rifiuti genera paure e desolazione dei territori! E’ stato riscontrato l’incalzare delle patologie tumorali, soprattutto nelle aree interessate dal bieco traffico dei rifiuti tossici. Lungo tutto il Tirreno cosentino e calabrese in genere l’economia ittica è totalmente crollata. Anche le strutture turistiche stanno pagando un durissimo prezzo per questi atti di pura barbarie. Ma che cosa s’aspetta per intervenire ? Perché Regione e Governo non sanciscono un Patto d’intervento per avviare, con somma urgenza, un’azione di capillare risanamento e messa in sicurezza dei siti dove sarebbero stati seppelliti i rifiuti tossici, forse anche di natura radioattiva?
    Cordiali saluti.

  2. La crisi aiuta l’ambiente.
    Può sembrare cinico ma è così: meno produzione, meno consumi, meno inquinamento. In questo caso vale il proverbio: non tutto il male viene per nuocere!

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