Solo un dolce trucco per far fuori qualcuno.

Ieri si sono svolte le cosiddette  primarie per scegliere il candidato Sindaco nella sinistra sangiovannese tra i socialisti del sindaco uscente e il PD locale.

Ho sbagliato ad individuare la vittima, ma la “vittima sacrificale” c’è stata. Perché dico vittima? Perché la sconfitta non è stata una sconfitta democratica, ma a mio avviso una sconfitta truccata. Probabilmente, sempre a mio avviso, anche a causa di qualche uomo all’interno del partito del sindaco uscente. Forse la vittima era troppo sicura di vincere, ma non aveva capito che ormai non c’è la politica dei mesi e delle settimane, ma la poltica delle ore e dei secondi. Alla fine ci sono state una vittoria e una sconfitta truccate. Certamente una cosa sono le consultazioni all’interno di una coalizione, un’altra cosa sono le elezioni amministrative vere e proprie, e da qui in poi ne vedremo sicuramente delle belle.

Anche se non sono state primarie vere e aperte per tutti, bisogna riconoscere almeno, che comunque un tentativo di democrazia per scegliere il candidato Sindaco c’è stato, e che contrariamente alle mie previsioni vi è stato anche un elevato numero di partecipanti. Cosa che non è avvenuta nel cosiddetto terzo polo, o polo dei dissidenti del PD, cosa inaccettabile e pochissimo democratica,  dove l’autocandidato sindaco rappresenta la vecchia politica e la vecchia logica di gestire la cosa pubblica, ma ancora cosa più grave, inaccettabile e vergognosa, è che tale candidatura è appoggiata dal partito non dei due forni, ma dal partito dei sette, otto, dieci forni, partito dove vi sono interessi vari.

Ritornando alle primarie, c’erano due  nominativi tra cui scegliere: due candidati scelti  e imposti dai partiti. I nominativi, visti i tempi e i modi, non si sono battuti per conquistare il podio, non hanno partecipato a dibattiti o confronti, e tutto ciò denota che queste non sono primarie vere, aperte e per tutti.

Non si vuole discutere il valore dei prescelti, ma solo ed esclusivamente mettere in discussione il METODO utilizzato. Un metodo con cui si è chiesto agli iscritti e ai simpatizzanti di recarsi a votare due nominativi già imposti e scelti dai partiti.

E’ questo il modo giusto per far crescere il nostro paese? E’ questa la giusta via per riavvicinare i delusi alla politica e  quelli che hanno smesso di andare a votare? Ma soprattutto: è questo il metodo per valorizzare i meriti e le qualità delle persone che si sono scelte per rappresentare un territorio?

Le primarie sono un metodo che aiuta a fare emergere i talenti veri, le “vocazioni” vere per la politica. Le primarie devono aiutare il ricambio, e non confermare la vecchia politica, la vecchia logica. Per essere “vere” le primarie devono potersi svolgere in un contesto di neutralità degli organismi di partito rispetto ai candidati in corsa. Il partito assicura rispetto delle regole e pari opportunità a tutti coloro che hanno i requisiti per accedere alle primarie, ma non si schiera, non simpatizza, non sponsorizza. Aspetta l’esito e poi unisce le componenti in una prospettiva comune. Primarie con candidati “designati” sfidati da candidati di facciata o truccate per fare fuori qualcuno poco simpatico, sono una caricatura tipicamente sovietica.

Strana esperienza davvero, questa delle  primarie di domenica 21 febbraio 2010 qui a San Giovanni in Fiore. Scrivo per  manifestare con chiarezza la mia perplessità e, se vogliamo, una certa delusione. Ovvero, la delusione di un cittadino della cosiddetta società civile (quella società civile che i partiti dovrebbero ascoltare) e che si trova, suo malgrado, ad osservare un gioco truccato che non gli piace per niente.

Gli elettori non sono sciocchi e hanno capito benissimo che venivano chiamati semplicemente a ratificare un qualcosa di truccato. Ovvio che tutto si è risolto in una sospetta mancanza di trasparenza, alla faccia del rinnovamento e della meritocrazia. Perché, se dovevano essere primarie “vere”, senza dare l’impressione di essere altro, occorreva che la competizione, fosse altrettanto “vera”. La democrazia di facciata, qualunque giustificazione venga addotta, è dannosa.

A quanto ne so, il disagio non è solo mio, ma di molti. E c’è chi ha parlato dell’ennesima occasione persa.

E’ fin troppo facile obiettare che la responsabilità di questo tipo di primarie ricade sulle spalle di chi ha voluto, a priori, svuotarle di senso, per garantirsi in ogni caso il risultato. Insomma, lo strumento funziona solo se si è intenzionati a farlo funzionare. Lavora bene laddove la competizione è reale. Si risolve in un fallimento della politica quando la gara fra candidati è chiaramente truccata: ed ecco che c’è stato bisogno di un assai poco dignitoso “sforzo muscolare“, fra sms, telefonate e quant’altro, pur di convincere qualcuno a recarsi al seggio nonostante la poca voglia di andarci.

In definitiva qualcuno continua a non comprendere che le regole del gioco devono essere pulite e trasparenti, che l’insoddisfazione è tanta, che la società civile non si accontenta più di bella retorica e frasi rassicuranti. Un certo tipo di ipocrisia politica non paga più.

Solo un dolce trucco per far fuori qualcuno.ultima modifica: 2010-02-22T00:12:00+01:00da pietrogiovanni1
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2 pensieri su “Solo un dolce trucco per far fuori qualcuno.

  1. Sono innumerevoli anni che lotto per vedere ristrutturato l’ex istituto Magistrale (o palazzo Matotinu o palazzo Venturo). Sono circa quindici anni che il comune ha acquistato lo stabile, e, in tutti questi anni non e’ stato fatto nulla per ristrutturare l’edificio evitando un grosso disperdio di denaro per la locazione delle scuole. Si e’ preferito e si preferisce arricchire i privati. Ci sarebbe da parlare tanto ma lascio a voi commentare la mia email. Da pochi giorni ho letto nel sito del comune BANDO DI GARA – IMMOBILE EX CASA AMATO. Questo e’ cio’ che e’ scritto, ma la foto del bando corrisponde all’ex Magistrale. Mi chiedo, ma ristrutturano un edificio privato o FINALMENTE fanno cio’ che doveva essere fatto gia’ moltissimi anni addietro? Nei primi mesi di dicembre mi sono interessata di fare pubblicare un ricco articolo sotto suggerimento dei genitori sulle condizioni in cui versava la mensa delll’ edificio “casa Amato”. Essa e’ stata stuccata, tinteggiata, e, cosa molto importante la saracinesca viene sollevata (cosa che non succedeva mai) cosi’ i bambini sono a scuola dell’ obbligo ma non piu’ obbligati a mangiare ale luci dei neon. Spero andiate a controllare sul sito del comune e delucidarmi sul quale edificio scolastico e’ indetta la gara di appalto. Grazie, Angela C.

  2. In una democrazia corrotta i partiti comprano il consenso. E per comprarlo hanno bisogno di soldi, di tangenti, di uso a tappeto del clientelismo e dell’affiliazione paramafiosa. È così che la corruzione arriva alla società e la inquina.

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