Abbiamo perso la voglia di indignarci.

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In questa nostra mal ridotta Italia non c’è settore sanitario, politico, giudiziario, economico, tecnologico o merceologico in cui la corruzione non abbia allungato i suoi tentacoli. Poi, ultima notizia di oggi, non c’è bene pubblico, demaniale e inalienabile che non si possa comprare e diventare proprietà privata. Esempio le spiagge, i boschi, il mare, l’acqua e in ultimo anche i beni e i siti archeologici.  Se poi, anche questa notizia degli ultimi giorni, pure un generale dei carabinieri è condannato per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, credo che siamo proprio alla frutta.
Il problema vero è che stiamo perdendo la facoltà di indignarci. Ormai notizie come quelle riguardanti politici corrotti sono all’ordine del giorno e non fanno più clamore. Forse non ci sarà mai una tangentopoli due, perché quando la corruzione, la malversazione e il mal comportamento penale diventano norme e l’indignazione si attenua, nessuno è più interessato a sollevare polveroni di alcun genere. Personalmente ho paura che continueremo così assorbendo due o tre scandali al giorno che al massimo susciteranno un’alzata di spalle o un “ma chi se ne frega!”
A volte, navigando su internet o leggendo qualche  giornale, mi sembra uno scherzo. Poi approfondendo un po’ di più mi rendo conto che è tutto vero. Non mi sorprende che metà della nostra classe dirigente sia indagata o abbia ricevuto un avviso di garanzia. Mi meraviglia che tutti siano ancora al loro posto. E mentre scrivo e mi sfogo, anche la mia indignazione si attenua e lascia spazio alla rassegnazione. Mi rendo conto che combattere la corruzione in Italia è come svuotare l’oceano con un cucchiaino e quei pochi che ci provano corrono il rischio di essere sommersi da un’onda anomala. Alcuni amici mi dicono che è così dappertutto,  ma non amo consolarmi con il mal comune mezzo gaudio. Perché io è qui che vivo, in Italia, in Calabria, a San Giovanni in Fiore, ed è questa la realtà con cui devo fare i conti.
Credo che il problema, a un certo punto, non riguardi più noi, ma i nostri figli a cui forse lasceremo un Paese che ha completamente perso il concetto di vergogna.

 Tutto questo solo perché qualcuno fa i capricci per il potere, i soldi e le poltrone.  A questi signori evidentemente non interessa quello che accade intorno a loro e l’opportunismo è più importante della buona e sana amministrazione. 

Abbiamo perso la voglia di indignarci.ultima modifica: 2010-07-17T15:12:00+02:00da pietrogiovanni1
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Un pensiero su “Abbiamo perso la voglia di indignarci.

  1. IO HO 72 ANNI ED HO ANCORA TANTA VOGLIA DI INDIGNARMI E NON PER PROTAGONISMO,MA RITENGO CHE OGNI PERSANA DI BUON SENSO ABBIA IL DIRITTO DOVERE DI INDIGNARSI. UN DOVERE VERSO LE GENERAZIONI FUTURE.COMBATTERE LE INGIUSTIZIE RISPETTARE LA DIGNITA’ DEI PROPI SIMILI ARRICCHIRSI DI SANI PRICIPI
    COME ONESTA’ SOLIDARIETA’ ELA DIFESA DEL BENE COMUNE.
    GIUSEPPE MANCINA.

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