Come i nostri nonni.

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Fonti dell’Eurostat dicono che nella nostra Europa Unita al primo posto come emigranti ci sono i romeni, sono circa 1,9 milioni, molti di loro sono in Italia e qualche centinaio di migliaia sono in Calabria. Questo dopo anni di dittatura da parte di Ceauşescu può essere un dato quasi scontato. Al secondo posto, come nazione con più emigranti europei, c’è l’Italia con 1,2 milioni di persone. Un dato molto meno scontato. I nostri ragazzi dopo la laurea se ne vanno, se disoccupati se ne vanno, se precari se ne vanno, se sottopagati se ne vanno. In Spagna, in Inghilterra, in Francia, in Olanda, in Danimarca. E’ la nuova emigrazione. Nel dopoguerra gli italiani, e soprattutto i calabresi e i sangiovannesi partivano per le miniere belghe e le industrie tedesche, erano i viaggi della speranza con le valigie di cartone. Oggi ci sono i viaggi della disperazione. Si parte con i voli low cost per le multinazionali, le aziende tecnologiche o per un qualunque lavoro dignitoso in un Paese civile. Un Paese che fa studiare i propri giovani (ma oggi è a rischio anche lo studio) per offrire loro solo la disoccupazione e li costringe all’emigrazione è un Paese di dementi. Non solo, mentre in  Francia stanno facendo ferro e fuoco contro l’innalzamento dell’età pensionabile a 62 anni, qui i nostri parlamentari maturano il diritto alla pensione dopo solo due anni e mezzo. Chissà cosa farebbero i cugini francesi, forse farebbero ritornare di moda qualche brutto attrezzo. Qui in Italia quanti anni di lavoro e di contributi sono necessari a un essere umano per potersi riposare? Il lavoro, se eterno o quasi, non nobilita l’uomo, ma lo riduce peggio delle bestie. Abbiamo una torma di vecchi schiavi anziani, bianchi incanutiti alla catena di montaggio, nelle scuole, negli ospedali ecc. mentre i giovani sono disoccupati.

Come i nostri nonni.ultima modifica: 2010-10-03T17:18:00+02:00da pietrogiovanni1
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