CONSIDERAZIONI SULL’INTERVISTA DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI COSENZA, MARIO OLIVERIO, AL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA.

182086_1703905472061_1070712071_1840232_2387760_s.jpgPresidente Oliverio, l’abbiamo vista abbastanza contrariata e delusa per il discorso che il Governatore della Calabria ha svolto nel corso del suo intervento alla seduta aperta del Consiglio comunale di Cosenza dedicato al tema della sanità. Perché tanta delusione?

Perché ho preso atto con grande amarezza che Scopelliti continua ad evitare un confronto serio, responsabile e di merito su una questione delicata e importante come quella che riguarda la gestione della sanità in Calabria.

Dal Governatore, che riveste anche il ruolo di Commissario ad Acta della sanità calabrese mi sarei aspettato, soprattutto in un’occasione di grande valenza istituzionale come la seduta aperta del consiglio comunale di una città importante come Cosenza, una concreta assunzione di responsabilità sulle questioni poste con serietà e spirito costruttivo da più parti nel corso del dibattito. Così, invece, non è stato. Ancora una volta Scopelliti ha preferito il gioco dello scaricabarile, puntando il dito sulle responsabilità della Giunta regionale che lo ha preceduto. Non è così che si affrontano e si risolvono i problemi gravi di questa terra. Non è scaricando su altri le responsabilità delle cose che si potevano fare e non si sono fatte che si esce dal pantano putrido in cui  è affondata la nostra regione. Chi governa deve assumersi le proprie responsabilità e indicare il percorso da compiere; chi sta all’opposizione, se le indicazioni sono serie, oggettive e di merito, deve contribuire alla costruzione di questo percorso. Dico questo non per difendere o per giustificare la giunta-Loiero che, se avesse operato bene, soprattutto in questo settore, non sarebbe stata giudicata e punita così severamente dagli elettori. Lo dico perché credo che non si possano utilizzare argomentazioni ed atti amministrativi di giunte precedenti per giustificare scelte che costituiscono una mortificazione delle oggettive esigenze del territorio e che fanno prevalere localismi che non giovano alla Calabria e ne lacerano il tessuto e la coesione. Fra due mesi sarà passato un anno dalle elezioni. La stagione della giunta Loiero è ormai alle nostre spalle. Ora tocca alla giunta Scopelliti indicare percorsi, obiettivi e soluzioni. Nessuno deve infastidirsi o adombrarsi se c’è chi, come il sottoscritto, continua a chiedere chiarezza, oggi come ieri, e indica il dialogo e il confronto come unico terreno per uscire da un impasse storico fatto di veti contrapposti e di chiusure preconcette.

A cosa si riferisce, on. Oliverio?

La sanità calabrese e cosentina sconta ritardi accumulatisi in un  periodo di tempo lungo almeno 20 anni e determinati da una molteplicità di ragioni, prima fra tutte dall’incapacità di assumere scelte coerenti e coraggiose per costruire un “Sistema-Sanità” regionale efficiente, altamente professionalizzato e, soprattutto, pienamente rispondente alla domanda di salute da parte dei nostri concittadini. Troppo spesso in passato, per effetto di una visione miope e parziale, è prevalsa la logica della faida e dei veti incrociati ed in loro nome sono stati assecondati più i localismi ed i particolarismi che non il progetto, la costruzione di un sistema. Tutto ciò ha, inevitabilmente, portato alla grave situazione in cui ci troviamo ora. Non vorremmo che oggi si ripetessero gli stessi errori di ieri, che si usassero due pesi e due misure, violando ed alterando gli standard nazionali, tagliando posti letto in una provincia e potenziandoli in un’altra, ricorrendo a criteri parziali che non garantiscono il diritto alla salute di tutti. Così come non vorremmo che si affrontassero i problemi della sanità trattandoli solo in maniera ragionieristica e contabile. Un richiamo autorevole, in questo senso, è venuto di recente dalla Chiesa, che non credo abbia interessi particolari da difendere. Mons. Cantafora, a conclusione del convegno della Caritas diocesana sulla sanità calabrese, ha affermato che occorre riqualificare, ma non tagliare indiscriminatamente. C’è bisogno di una riqualificazione che serva davvero al bene di ciascuno e di tutti i cittadini. Chi governa ha il dovere di cogliere la preoccupata e autorevole sollecitazione che viene da una personalità rappresentativa di una realtà come la Chiesa che vive direttamente il contatto con il disagio e con i bisogni dei territori ed indica soluzioni che non sono dettate da visioni chiuse, localistiche e demagogiche, né da interessi di parte o politici,ma esclusivamente dalla rispondenza dei servizi ai bisogni dell’uomo e della comunità.

Come se ne esce dall’impasse attuale?

Con il contributo e l’apporto di tutti. Dialogando e mettendo da parte colorazioni e appartenenze politiche. Il necessario progetto riformatore e l’opera di innovazione e di bonifica che bisogna realizzare nella sanità calabrese richiede un concorso largo di apporti e di energie, libero da vecchi schemi e da appartenenze e soprattutto scevro da ogni strumentalizzazione propagandistica e demagogica.

In questo senso, più volte nei mesi e nelle settimane passate, mi ero permesso di rivolgere al Presidente Scopelliti l’invito, che non è mai stato e non vuole essere strumentale, ad aprire un tavolo per avviare un processo graduale di costruzione di un nuovo sistema sanitario a partire dalla valorizzazione delle professionalità e delle energie che, se adeguatamente utilizzate e messe nelle condizioni di poter bene operare, possono dare un contributo importante per la realizzazione di obiettivi avanzati ed innovativi. Di fronte a problemi così seri ed importanti che riguardano la salute dei cittadini nessuno può irrigidirsi o far finta di non sentire. Tutti dobbiamo mettere da parte magliette, collocazioni politiche e spirito di appartenenza e costruire, attraverso il metodo dell’ascolto e della concertazione, un servizio sanitario di qualità, in cui non ci siano più sprechi e ruberie, viaggi della speranza e dove realmente ogni cittadino abbia garantiti i propri diritti e le proprie esigenze.

Presidente, veniamo alla questione dell’Annunziata e all’istituzione di un reparto di cardiochirurgia a Cosenza: cosa non ha condiviso, in concreto, di ciò che ha detto Scopellliti

Non ho assolutamente condiviso il fatto che, a parte la riproposizione di un discorso generico e del solito ricorso allo scarico di responsabilità, non sia stata data nessuna risposta e non sia stato assunto nessun impegno di merito rispetto alla grave situazione in cui versa l’ospedale regionale dell’Annunziata, salvo l’annuncio che nei prossimi giorni sarà pubblicato un avviso per l’assunzione di due medici nel reparto di ortopedia. Ancora più grave ed assolutamente inaccettabile è il fatto che Scopelliti sia venuto a notificare alla città e alla provincia di Cosenza che non c’è nessun impegno per la costruzione del nuovo ospedale e che il reparto di Cardiochirurgia nella città capoluogo e nella più grande provincia della Calabria non sarà realizzato.

E’ davvero incredibile che tutto ciò possa essere rappresentato come un atto di coraggiosa assunzione di responsabilità, cambiando le carte in tavola e presentando scelte che dovrebbero essere più che oggettive, tenuto conto della popolazione e del territorio della più grande provincia della Calabria, come il frutto di spinte strumentali o logiche localistiche. Questa impostazione non può essere assolutamente accettata perché mortifica la nobile città di Cosenza, la più grande provincia della Calabria e, soprattutto, la professionalità e la dignità di quanti (medici, paramedici e personale amministrativo a cui va il nostro plauso e il nostro sincero ringraziamento) operano con grandi sacrifici all’interno di una struttura ospedaliera che ormai cade a pezzi e versa in un gravissimo stato economico e strutturale. Nonostante le affermazioni trionfalistiche di Scopelliti, infatti, in questi mesi all’Annunziata, che dovrebbe essere un ospedale “hub” non abbiamo registrato ancora nessuna inversione di tendenza. Solo tagli e restrizioni. I Direttori di Unità Operative importanti come Chirurgia d’Urgenza, Medicina “Cosco” e Reumatologia non sono stati ancora nominati. Su 3000 unità lavorative previste in pianta organica mancano all’appello circa 1300 unità lavorative tra infermieri, OSS e dirigenza medica. Gli strumenti tecnologici sono obsoleti e abbondantemente superati. Gli edifici sanitari necessitano di investimenti per la messa in sicurezza e per la ristrutturazione per garantire stabilità e sicurezza alle strutture e, nello stesso tempo, adeguati standards alberghieri ai vari reparti.

Rispetto a questa situazione mi sarei aspettato dal Presidente Scopelliti l’assunzione concreta di impegni precisi e l’indicazione di un percorso capace di corrispondere alle esigenze di potenziamento e di riqualificazione della struttura ospedaliera più importante della Calabria sulla quale si riversa una domanda sempre più larga di prestazioni da parte dei cittadini.

Come Provincia, pur non avendo competenze specifiche in materia, sentiamo il dovere, anche perché sollecitati quotidianamente dagli operatori sanitari e da tantissimi cittadini, di dover sviluppare tutte le iniziative necessarie affinchè Scopelliti e, assieme a lui, tutti coloro i quali svolgono ruoli e funzioni di responsabilità, operino le necessarie correzioni perché si diano risposte concrete ed adeguate e si esca, una volta per tutte, dalle fumosità e dalle genericità che non portano da nessuna parte.

 CONSIDERAZIONI

1. Apprezzo che il Presidente Oliverio riconosce che negli ultimi 20 anni, o forse più, non sia stato fatto granché per la sanità provinciale, locale e calabrese, senza dimenticare però, che in questo lungo periodo di tempo, il Presidente Oliverio è stato a capo di importanti istituzioni, e anche a fianco di Loiero. Non ci si può svegliare adesso strumentalizzando in qualche modo i fatti.

2. Il Presidente Scopelliti con questo piano di rientro sta dimostrando di prendersi le sue responsabilità con coraggio e forse anche con qualche errore, ma senza alcun immobilismo di sorta. Qualcuno doveva pur incominciare a risanare qualcosa che ormai è allo sfascio totale provocato in anni di incuria e di mala politica.

3. Sono d’accordo che i problemi della salute riguardano tutti e non hanno colore politico, però come cittadino sangiovannese ancora sto aspettando una spiegazione come mai sia stata sfiduciata la giunta Barile (con la scusa del depotenziamento dell’ospedale cittadino strumentalizzando la cosa) la quale stava operando abbastanza bene sotto molteplici profili. Non è questa forse una becera strumentalizzazione? Forse ci volevano motivi ben più validi e più pazienza per giudicare meglio l’operato di una giunta. I cittadini sangiovannesi non hanno capito questa sfiducia e intanto vengono svuotate le loro tasche sempre di più per costi elettorali che si potevano forse evitare con un po’ più di buon senso. Per affrontare in modo serio i problemi ci vuole stabilità.

4. Sono d’accordo anche, per il bene dei cittadini, che riguardo alla sanità ci vuole dialogo e non scontri politici. Bando allora a varie strumentali manifestazioni, più collaborazione e proposte serie, a cominciare dal comune per finire alla regione. D’accordo, basta a visioni miopi e a logiche di faide e veti incrociati nonché a localismi e particolarismi vari, ma senza strumentalizzare e tirare per la giacca la Chiesa quando fa comodo.

5. D’accordo anche a liberarsi da vecchi schemi e da appartenenze e soprattutto da ogni strumentalizzazione propagandistica e demagogica, cosa che si è fatta fino ad ora.

6. D’accordo anche a costruire, attraverso il metodo dell’ascolto e della concertazione, un servizio sanitario di qualità, in cui non ci siano più sprechi e ruberie, viaggi della speranza e dove realmente ogni cittadino abbia garantiti i propri diritti e le proprie esigenze, ma questo fino ad oggi non si è fatto.

7. Si incominci a dialogare sul serio coinvolgendo tutte le parti politiche, forze sociali e cittadinanza tutta, per poi arrivare ad un’unica voce sangiovannese per quanto riguarda le proposte e i problemi seri di questa nostra comunità sotto tutti gli aspetti, senza però spaccare la società civile con manifestazioni strumentali, come se difendere  l’ospedale fosse solo prerogativa della sinistra e non di tutti i cittadini.

8. Infine, come cittadino di questa disastrata Provincia di Cosenza, a parte i problemi della salute, mi chiedo come mai questa carenza, da circa 2 anni, di assessori provinciali. Non crea  tutto ciò la paralisi della  stessa struttura provincia sia dal punto di vista pratico che politico? Non è questo immobilismo dannoso per i cittadini della provincia, tenendo tutti sulle corde? Non  evidenzia tutto ciò il fatto che Lei non ha le idee chiare sulle prospettive politiche e le alleanze? E in ultimo, a che punto è il PALASPORT di San Giovanni in Fiore, che tutti i cittadini stanno aspettando, inaugurato da quasi 1 anno senza alcuna certificazione di agibilità? Che tipo di interventi intenderà fare per lo sport e la viabilità in generale per la Provincia di Cosenza?

Questo è quanto.

CONSIDERAZIONI SULL’INTERVISTA DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI COSENZA, MARIO OLIVERIO, AL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA.ultima modifica: 2011-02-14T18:50:00+01:00da pietrogiovanni1
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