San Giovanni in Fiore – Per chi suonano le campane.

C_2_articolo_1025066_imagepp.jpgUna trovata oscurantista e passatista con una forte arretratezza culturale. Un’indebita ingerenza clericale nella gestione della cosa pubblica biasimando la legislazione vigente, offendendo la libertà delle donne e facendosi beffe di una grande conquista sociale e di civiltà ottenute al costo di grandi lotte da parte dei cittadini italiani.

Fare suonare le campane a morto per ogni aborto che si praticherebbe qui a San Giovanni in Fiore è un fatto retrivo. Se poi si strumentalizza la libertà della donna per meri motivi di lotta politica, sociale e addirittura sanitaria, oltretutto da parte di un parroco, il fatto è ancora peggio. Allora si dovrebbero far suonare le campane a morto 24 ore al giorno. Le campane dovrebbero essere fatte suonare a morto per ogni condannato alla pena capitale; per ogni separazione legale e divorzio perché così si uccide il matrimonio; per ogni bambino che muore di fame; per ogni posto di lavoro che si perde; per ogni impresa che chiude; per ogni condannato che sta in Parlamento in quanto fa morire la democrazia; per tanti diritti che si negano ai diversamente abili, e chi più ne ha più ne metta.

L’ammissibilità morale dell’aborto, o interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è soggetta in gran parte alle convinzioni etiche, agli orientamenti religiosi, all’idea che una certa cultura abbia di concetti quali l’anima, la vita, eccetera.

A partire dagli ultimi decenni del XX secolo, l’IVG è una pratica autorizzata per legge in buona parte del mondo, soprattutto in quello occidentale, a discrezione della donna nei primi mesi della gestazione.

Le motivazioni oggi ammesse sono diverse. In primo luogo i casi di salute della madre, di gravi malformazioni del feto e di violenza carnale subita.

Le motivazioni ammesse sono, oltre a quelle qui sopra, il solo giudizio della donna sulla propria impossibilità di diventare madre ad esempio per giovane età, per rapporti preesistenti al di fuori dei quali è stato concepito il bambino, per timore delle reazioni del proprio nucleo famigliare (o della società in genere) nei confronti di una gravidanza avvenuta fuori da quanto si percepisca come lecito. In diversi paesi, tra cui l’Italia, l’aborto è garantito anche alle minorenni, cui, in assenza dei genitori, viene affiancato un tutore del tribunale minorile.

 

La legge 194

La legge italiana sulla IVG è la Legge n. 194 del 22 maggio 1978 (detta anche più semplicemente “la 194”) con la quale sono venuti a cadere i reati previsti dal titolo X del libro II del codice penale con l’abrogazione degli articoli dal 545 al 555, oltre alle norme di cui alle lettere b) ed f) dell’articolo 103 del T.U. delle leggi sanitarie.

La 194 consente alla donna, nei casi previsti dalla legge (vedi sotto), di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza), nei primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere alla IVG solo per motivi di natura terapeutica.

Il prologo della legge (art. 1), recita:

 

Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.

 

L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite

 

Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.

L’art. 2 tratta dei consultori e della loro funzione in relazione alla materia della legge, indicando il dovere che hanno della donna in stato di gravidanza:

 

  • informarla sui diritti garantitigli dalla legge e sui servizi di cui può usufruire;
  • informarla sui diritti delle gestanti in materia laborale;
  • suggerire agli enti locali soluzioni a maternità che creino problemi;
  • contribuire a far superare le cause che possono portare all’interruzione della gravidanza.

Nei primi novanta giorni di gravidanza il ricorso alla IVG è permesso alla donna

 

che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito (art. 4).

Come risulta dalle amplissime formule usate dalla legge, le possibilità di accedere alla IVG nei primi novanta giorni sono praticamente illimitate. Dunque, la legislazione italiana permette alla donna piena libertà di accedere alla IVG durante il primo trimestre di gravidanza.

 

Donne sangiovannesi, se ci siete, battete un colpo!

PGS

San Giovanni in Fiore – Per chi suonano le campane.ultima modifica: 2011-10-20T01:48:00+02:00da pietrogiovanni1
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4 pensieri su “San Giovanni in Fiore – Per chi suonano le campane.

  1. Ok d’accordo facciamo suonare le campane tutte le volte che viene praticato un abborto ,intanto mi piacerebbe sapere chi glielo dice al prete ,poi pero’ le facciamo suonare tutte le volte che un prete abusa di un bambino ….. no scusate quello per quel motivo no i preti devono stare zitti . Ancora complimenti per la bella pensata!

  2. Sono d’accordo cpn te PGS! La Chiesa cattolica, specialmente dal concilio vaticano II in poi, si è corrotta nel midollo, fino ai suoi piani più alti, e si fa purtroppo portatrice di messaggi che vanno contro lo stesso pensiero cristiano. Io sono cristiano si, e anche cattolico. Ma Gesù ci ha voluti intelligenti e critici, non pecore. L’infallibilità papale non significa che qualunque cosa che dica sia giusta: può prendere abbagli anche lui. Per chi è cristiano, il prete è come una “guida”, un “intermediario” col potere di dare i sacramenti, non è un guru e nientemeno un Dio da seguire qualunque cosa dica, se la coscienza cristiana ci dice che sta andando contro il Vangelo.
    Vabbè sto discorso non centra con l’argomento della discussione, ma mi ha fatto piacere leggere il tuo ultimo post:)

  3. in base alla loro fede o non fede, in base alla loro idea di etica o non etica, addirittura alcuni vogliono metterci in mezzo pure il colore politico…
    io penso che ognuno sia libero di decidere, secondo coscienza ciò che vuole o non vuole fare. La legge c’è e, chi ne vuole usufruire, può e deve farlo liberamente senza essere sottoposto al pubblico processo!
    Che i preti pensino in casa loro e che non interferiscano nella vita e nelle decisioni altrui. quando io voglio un consiglio o un parere da qualcuno lo chiedo. I preti sono persone come tutti quanti e non hanno nessun potere superiore per dire cosa è giusto e cosa no! Se sbaglio me la vedrò io personalmente con Colui che sta lassù, sarà Lui e solo Lui a giudicarmi!

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