San Giovanni in Fiore – Il crack finanziario del Comune.

Grazie a questi partiti, ai loro uomini, seguaci, adepti, famigli e galoppini vari, ma soprattutto grazie alla loro trentennale, scellerata, allegra e disastrosa politica, San Giovanni in Fiore è un Comune fallito! Tutti sanno che è stato dichiarato il dissesto, ma forse non tutti sono consapevoli delle conseguenze del dissesto.  La colpa non è certo dei cittadini, ingannati, disinformati e presi in giro da una classe dirigente e da quella politica che più che gestire la cosa pubblica nell’interesse del bene comune, hanno pensato al  loro particulare.

Crediamo che anche qui a San Giovanni in Fiore, ormai, sia indispensabile il cambio di questa classe politica e dirigente.  Saranno necessarie, per il futuro, giunte capaci, competenti, preparate, con le mani libere, con il senso del rispetto delle regole, dei cittadini, della sanità, dell’ambiente nonché del patrimonio culturale ed architettonico.  Giunte capaci di tutelare e di progettare il futuro della nostra comunità, dove i sogni, soprattutto dei giovani, possano diventare realtà e non incubi.

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LE CONSEGUENZE DEL DISSESTO

Il crack di un ente produce una serie di effetti a catena, che in un certo senso paralizzano la vita stessa dell’ente,  soprattutto  in ambito economico-finanziario e sociale. Tempi duri anche per gli amministratori considerati colpevoli di aver causato il disastro. Con il dissesto si  pone fine alle gestioni economiche “dissennate” e si obbliga l’ente ad applicare i princìpi di buona amministrazione, al fine di non aggravare la posizione debitoria .

Conseguenze sul piano finanziario.

Dalla data della dichiarazione di dissesto e sino all’approvazione del rendiconto non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti dell’ente per i debiti che rientrano nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione.

Le procedure esecutive pendenti alla data della dichiarazione di dissesto, nelle quali sono scaduti i termini per  l’opposizione giudiziale da parte dell’ente, o la stessa benché proposta è stata rigettata, sono dichiarate estinte d’ufficio dal giudice con inserimento nella massa passiva dell’importo dovuto a titolo di capitale, accessori e spese.

I pignoramenti eventualmente eseguiti dopo la deliberazione dello stato di dissesto non vincolano l’ente ed il tesoriere, i quali possono disporre delle somme per i fini dell’ente e le finalità di legge.

Dalla data della deliberazione di dissesto e sino all’approvazione del rendiconto i debiti insoluti a tale data e le somme dovute per anticipazioni di cassa già erogate non producono più interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria. Uguale disciplina si applica ai crediti nei confronti dell’ente che rientrano nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione a decorrere dal momento della loro liquidità ed esigibilità.

Il Comune che va in dissesto  non può  contrarre mutui. L’ente locale non può impegnare per ciascun intervento somme complessivamente superiori a quelle definitivamente previste nell’ultimo bilancio approvato, comunque nei limiti delle entrate accertate. I relativi pagamenti in conto competenza non possono mensilmente superare un dodicesimo delle rispettive somme impegnabili, con esclusione delle spese non suscettibili di pagamento frazionato in dodicesimi.

Per le imposte e le tasse locali, diverse dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, le aliquote e le tariffe di base vengono innalzate nella misura massima consentita: la delibera non è revocabile ed ha efficacia per cinque anni.

Per la tassa smaltimento rifiuti solidi urbani, gli enti che hanno dichiarato il dissesto devono applicare misure tariffarie che assicurino complessivamente la copertura integrale dei costi di gestione del servizio e, per i servizi produttivi ed i canoni patrimoniali, devono applicare le tariffe nella misura massima consentita dalle disposizioni vigenti.

Per i servizi a domanda individuale (ad esempio mense scolastiche, scuolabus, case di riposo ecc.), il costo di gestione deve essere coperto con proventi tariffari e con contributi finalizzati almeno nella misura prevista dalle norme vigenti.

Conseguenze sul  piano politico.

Gli amministratori che la Corte dei Conti riconosce  responsabili, anche in primo grado, di danni cagionati con dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati, ove la Corte, valutate le circostanze e le cause che hanno determinato il dissesto, accerti che questo è diretta conseguenza delle azioni od omissioni per le quali l’amministratore è stato riconosciuto responsabile.

I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo.

Conseguenze sul piano sociale.

Con il dissesto si hanno inevitabilmente risvolti economici e politici, ma purtroppo anche sociali, con il ridimensionamento della spesa per i costi del lavoro ed il collocamento in disponibilità del personale eccedente. L’ente locale dissestato è, infatti, obbligato a rideterminare  la dotazione organica, dichiarando eccedente il personale comunque in servizio e in sovrannumero rispetto ai rapporti medi dipendenti-popolazione (definiti in base al decreto emanato con cadenza triennale dal Ministero dell’Interno), fermo restando l’obbligo di accertare le compatibilità di bilancio. I dipendenti dichiarati in eccedenza sono collocati in disponibilità.

Pessime notizie anche per i precari.  La spesa per il personale a tempo determinato deve essere ridotta a non oltre il 50 per cento della spesa media sostenuta a tale titolo per l’ultimo triennio antecedente l’anno cui l’ipotesi si riferisce.

EXPO 2015: La peste che nutre se stessa.

“Nutrire il pianeta”, questo lo slogan dell’Expo 2015: un’amara allusione a chi ci sta mangiando sopra davvero. Perché finora Expo2015 ha sfamato soltanto la cupidigia affaristica delle solite cricche che fanno capo a tutti i partiti, da Forza Italia al PD, passando per i catto-nababbi di Comunione e Fatturazione. Tangentopoli non è mai finita. E’ diventata una peste, protetta dai larghi inciuci voluti dal presidente Napolitano.

Gianstefano Frigerio era il garante delle mazzette nella Milano da bere degli anni -figuratevi- ’80/’90 in versione Democrazia cristiana, e poi fu premiato con un seggio da Forza Italia. Dal partito del pregiudicato viene anche Luigi Grillo, già noto ai tempi delle scalate bancarie del 2005. Primo Greganti era invece il ‘Compagno G’ che nel 1993 fece da parafulmine salvando il PCI nientemeno che da Mani pulite. A volte ritornano, perché quando il banchetto è luculliano serve gente d’esperienza.

E poi, siccome l’ingranaggio dell’assegnazione bipartisan degli appalti Expo andava oliato con le persone giuste ai posti giusti, ecco ancora una volta i big politici apparire nelle intercettazioni per favorire certe nomine, da Bersani al condannato, passando per il ministro Lupi.

Il premier Renzi fa finta di niente, davanti alla peste corruttiva del suo partito e delle coop rosse. L’Expo ha sfamato tutti: la Manutencoop di Bologna (quella che lascia sporche le scuole) e la Cefla di Imola, mentre il colosso delle costruzioni Cmc, che sta contribuendo a massacrare la Val Susa, è finito nel mirino dei magistrati per il Porto di Molfetta. E che dire della Coopsette e degli intrallazzi con il Pd umbro per il Tav di Firenze?

Ma Renzi non può chiamarsi fuori, perché il suo ministro del non-Lavoro è espressione e garante di quel mondo economico e imprenditoriale. Renzi non può chiamarsi fuori perché governa con il partito di Formigoni, Lupi e Cl, quelli degli “yacht da trenta metri” per le vacanze, come dicono al telefono gli arrestati dell’inchiesta Expo. Renzi non può chiamarsi fuori perché la cupola affaristica aveva tra gli obiettivi anche un contatto con il suo numero due nel Pd, Lorenzo Guerini.

I magistrati che lavorano per ripulire questo Paese non sono soli. Il M5S è l’unica forza che combatte questo grumo di illegalità. Siamo nati per combattere le grandi opere che violentano il territorio e servono solo a gonfiare l’economia criminale. Siamo nati per combattere la holding Infrastrutture lombarde e il “sistema Formigoni”. Siamo nati per combattere il “sistema Sesto” che ha messo nei guai l’ex uomo ombra di Bersani, Filippo Penati. Siamo nati per combattere contro chi massacra il Parlamento e la Costituzione. Siamo nati per combattere. Questa peste non ci lascia più tempo: o noi o loro.

Li credevamo spariti, dopo Mani Pulite. Invece, a volte ritornano, oppure non erano mai scomparsi. Hanno continuato a lavorare nell’ombra, infettando l’intero Paese e l’intera classe politica con la loro peste di corruzione. Vogliamo, dobbiamo spazzarli via una volta per tutte.

Scritto da M5S Camera News

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Expo 2015, task force all’italiana.
Di Antonio Padellaro

Sui lavori dell’Expo, Matteo Renzi “ci mette la faccia” e subito l’informazione unica rilancia su giornali e Tg la formula magica. “Task force”, “task force” esultano i titoloni, cinguettano le annunciatrici e sembra una scena de La guerra lampo dei fratelli Marx, con Groucho che inneggia “alla guerra, alla guerra” per salvare l’amata Freedonia e l’inevitabile comica finale.

Infatti poi si apprende che la famosa task anti-corruzione di force per ora ha solo la faccia un po’ sorpresa del magistrato Raffaele Cantone, che giustamente prima di prendere impegni vuole “verificare in concreto” in che modo “possa svolgere un ruolo”. Per non fare la fine di un’altra task force all’italiana di cui oggi parlano i giornali, quella del povero generale Scoppa che doveva vigilare sui fondi Ue in Campania e che dopo sei mesi, lasciato senza stanza e telefono, ha gettato la spugna.

Mai oseremmo dire che Renzi è un Groucho senza baffi ma augurandogli (e augurandoci) di salvare la faccia e di portare a compimento l’Expo, gli consigliamo di non fidarsi troppo di titoloni, cinguettii e formulette varie. Ci dia retta, non servono a niente. E non gli porteranno un solo voto in più. Gli elettori, quelli almeno che il 25 maggio non andranno al mare, si sono ormai rassegnati a considerare ladri e tangenti elementi stabili del paesaggio politico circostante. Lo sanno pure i muri che il sistema funziona così.

Perciò non cada dalle nuvole e stia sereno perché il suo partito ha già preso i provvedimenti del caso:la sezione Pd dov’è iscritto Greganti l’ha sospeso, ma in via cautelare, s’intende. Ecco, tra una cautela e una task force, qui si rubano tutto.

Il Fatto Quotidiano, 13 maggio 2014

Le balle di Renzi e i fatti reali.

PREMESSA

Quelle del Movimento 5 Stelle non sono partecipazioni ai talk show, ma dei faccia a faccia per dire e spiegare ai cittadini come stanno le cose in questa nostra Italia, e per evitare che la vecchia politica dei vecchi partiti dica falsità.
Ѐ tutta un’altra musica!

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Le balle di Renzi e i fatti reali.

Ecco ad oggi i risultati del governo Renzi, le chiacchiere rimaste incompiute:

– Riforme costituzionali entro febbraio
– Job Act entro marzo
– Riforma del fisco entro aprile
– Riforma della PA entro maggio
– Pagamento dei debiti della PA entro 15 giorni
– Abolizione delle Provincie e del Senato

Ecco, invece, i fatti reali:

– Aumento TASI, TARES e IRPEF comunale
– Aumento tassa sui risparmi
– Aumento accise sulla benzina
– Abolizione detrazioni del coniuge a carico
– Rinnovi dei contratti del pubblico impiego bloccati fino al 2020
– Abbassate le pene sul voto di scambio”.

SCANDALOSA VECCHIA POLITICA!

EXPO 2015

“Una cupola per condizionare gli appalti”. Sono le parole dei pm titolari dell’inchiesta che oggi ha portato all’arresto di sette persone con le accuse di corruzione, associazione a delinquere e turbativa d’asta nell’assegnazione delle commesse di Expo 2015. Per i magistrati “la cupola prometteva avanzamenti di carriera grazie a protezioni politiche a manager e pubblici ufficiali”. Un sistema che coinvolge destra e sinistra. Le carte: caveau in Svizzera per le tangenti.

Dopo le notizie di cronaca politica di questi ultimi giorni e soprattutto dopo le notizie odierne,  che vi debbo dire?

Una sola cosa mi viene da dire:

MANDIAMO  A  CASA  QUESTA  POLITICA  MARCIA  E  QUESTI  CIALTRONI!!!

Il prossimo 25 maggio è un treno che non possiamo permetterci di perdere!

VOTIAMO  MOVIMENTO  5  STELLE!!!

TUTTI  A  CASA!!!

Pietro Giovanni Spadafora

Cittadino consapevole

VINCIAMONOI !!!

I veri sciacalli? Renzi, Berlusconi e Alfano!

Ancora vorrebbero fregare il popolo italiano. Sottovalutano l’intelligenza della gente, come se le persone non elaborassero e non avessero un cervello e delle menti pensanti.

Il primo, Renzi: “Essere  leali non soltanto sia eticamente giusto. Ma sia anche conveniente. Non è solo per amicizia personale verso Enrico Letta che mai accetterei di fare il segretario del Pd per avere in mano la vita o la morte del suo governo. Ma è anche per una questione di dignità. Qui in ballo non ci sono semplicemente le carriere politiche o le ambizioni – del tutto legittime, s’intende – di singoli esponenti politici. Qui in ballo c’è l’Italia, che è il mio, il nostro Paese. Fare il tifo per l’Italia impone oggi di fare il tifo per Letta.”

Caro ex sindaco di Firenze, lezioni di moralità, a quanto pare, lei non ne può fare proprio a nessuno!

Il secondo, Berlusconi: “Per il bene dell’Italia non escludiamo di entrare nel Governo!”.

Per il bene dell’Italia? O per salvarsi il fondo schiena? La paura fa novanta!  Per Mister B., una volta questo governo aumenta le tasse,  una volta è un governo di comunisti, una volta in questo governo c’è gente inaffidabile (NCD), e poi si rilanciano, di nuovo, le larghe intese? Viva la coerenza e la credibilità!

Perdere i propri privilegi e tutte le prebende fa perdere la trebisonda.  Ci si deve ricompattare, si deve continuare a tirare a campare, INFISCHIANDOSENE DEI CITTADINI ITALIANI.

Il terzo, Alfano: “Contro i teppisti degli stadi faremo leggi speciali!”.

Caro Ministro dell’Interno, ma si è reso conto che lei e il suo governo non avete schiena?  Chi ha deciso di dettare legge non è lo Stato, ma i teppisti, i delinquenti e i condannati! Per un minimo di rispetto nei confronti dei cittadini italiani e per un minimo di ordine pubblico, non c’è bisogno di leggi speciali, ma bisognerebbe applicare le leggi vigenti! Ma figuriamoci!

Questa gente e questi partiti sono tutti le facce della stessa medaglia!

VINCIAMONOI!

Dobbiamo ricostruire questo Paese dalle macerie! Dobbiamo andare al governo per cambiare questo stato di cose! Dobbiamo mandare a casa questa gente per poter iniziare un minimo di cambiamento serio!

Il 25 maggio prossimo DOBBIAMO andare a votare per il M5S per dimostrare che siamo dei CITTADINI e non dei sudditi, che non beviamo tutte le SCIOCCHEZZE  DI QUESTI PARTITI, DEI LORO UOMINI E DEI LORO RAPPRESENTANTI! Ma per dimostrare anche che non beviamo le sciocchezze dei giornalisti, Tv e media pennivendoli, inzuppati di soldi pubblici e prebende per poi essere oltre il 70° posto nella classifica della libertà di stampa per la non seria, trasparente, onesta e libera informazione.

A casa questi partiti, quest’informazione e questi sciacalli che spolpano il popolo italiano!

Il 25 maggio prossimo non dimentichiamolo, votiamo MOVIMENTO 5 STELLE!!!

Meetup M5S SGF

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