Chi ha un lavoro regolare se lo tiene stretto, chi ne è privo cerca in OGNI MODO di ottenerlo, anche a CONDIZIONI DISUMANE. La nostra Costituzione lo elegge a fondamento della Repubblica.
Domani primo maggio si festeggiano i lavoratori, sempre di meno, sempre più precari, sempre più vecchi…, forse sarebbe meglio festeggiare i disoccupati perché, diciamoci tutta la verità, lavoro poco, o precario, o in nero, o niente.
Chi ha la fortuna di averlo rischia di perderlo, chi lo aveva e l’ha perso si ritrova senza speranze di poterlo ritrovare.
Chi ha un lavoro a TEMPO INDETERMINATO è felice, ma ignora che, essendo, oggi, in una tale condizione, rischia di lavorare fino alla morte, perché, con la legge FORNERO sulle pensioni, non si andrà mai in pensione. Essa è diventata una chimera.
Penso ai giovani, soprattutto calabresi, i più disoccupati di quest’Europa, alle loro prospettive future, alla possibilità che potranno rimanere disoccupati a vita o a carico di un genitore che dovrà lavorare fino a una veneranda età per mantenerli, o al massimo lasciare questa terra, mentre la società dell’opulenza li offende e li umilia, facendoli sentire dei parassiti, dei poveracci, dei disperati, dei reietti. Contraddizioni di questa politica, di questo sindacato, di questa partitocrazia, di questo sistema…
PGS