CORONAVIRUS: angoscia e diritti.

L'immagine può contenere: nuvola, cielo, erba, pianta, albero, spazio all'aperto e naturaQuello che angoscia non è il fatto che ci stiamo privando di una serie di diritti. Tale privazione, considerando il momento, è necessaria, e anche sopportabilissima!

Senza voler puntare il dito contro qualcuno o chicchessia, né intenzionati a far polemica, né infastidire o voler recare tedio alcuno, ma, in questo particolare momento storico ed inquieto, una certa angoscia, lentamente, ci sta assalendo un po’ tutti. Inutile nasconderlo!

Anche perché siamo convinti che parlare dei problemi aiuta.

Quando si è alle prese con un problema difficile si è portati a non parlarne con nessuno. Si può provare anche un certo pudore per alcune debolezze. Ci si impone di essere forti mostrando il lato che si ritiene più maturo, ma parlare con gli altri potrebbe rivelarsi terapeutico.

Onore, sostegno e solidarietà a chi è in prima linea a combattere questa dannata pandemia, questo tipo di battaglie, a chi deve prendere decisioni non facili e importanti, a chi ci rimette salute e anche la vita!

Onore a tutti i cittadini del mondo per il loro comportamento, la loro forza e pazienza per far vincere questa guerra.

Insomma onore a tutti! E il nostro pensiero va soprattutto alle vittime di questi giorni!

L’individuo, tuttavia, non è una macchina, e neppure di acciaio. Oltre ad essere dotato dei sette vizi capitali: accidia, avarizia, gola, invidia, ira, lussuria e superbia, è pieno di tanti altri difetti.

L’individuo è fatto di debolezze come dicevamo prima, di ansie, di paure, di collera, furia, negligenza, superficialità e angoscia.

In tutta questa storia quello che angoscia, sebbene profondendo il massimo impegno, sono le istituzioni tutte per il loro continuo brancolare nel buio delle ipotesi, l’incertezza, il procedere con difficoltà, alla cieca, senza un preciso orientamento. Colpa di nessuno si intende.

Quello che angoscia è il non sapere quando finirà tutto ciò!

Quello che angoscia è l’impotenza delle istituzioni sanitarie italiane ed internazionali nel poter fare bilanci, tranne la macabra conta con i quotidiani bollettini, di quando ciò potrà iniziare a terminare.

Quello che angoscia è il fatto che non si sa quando potrà esserci un farmaco, un vaccino, una cura efficace.

Quello che angoscia, considerando le probabili decisioni di ulteriori misure di restrizione e di proroga di quelle già in essere, è il non sapere quando si potrà varcare di nuovo l’uscio di casa e poter riprendere una vita sociale, culturale, lavorativa e, soprattutto per i giovani, amorosa normale.

Quello che angoscia sono, in casa, le domande dei familiari, figli, bambini, mogli, mariti nonni ecc., a cui non si possono dare risposte certe.

Quello che angoscia è il fatto di non poter dire domani, fra una settimana, fra un mese, faccio questo e quello.

Quello che angoscia è l’idea di pensare di dover, probabilmente, passare le prossime giornate, o forse settimane, allo stesso modo facendo le stesse cose, anche se alcune piacevoli, ma in modo forzato.

Quello che angoscia è il tempo che passa. E ci fermiamo qui.

Ma se l’angoscia è ciò che non inganna, come diceva Jacques Lacan, l’angoscia è la disposizione fondamentale che ci mette di fronte al nulla, come diceva Martin Heidegger.

Tuttavia, come diceva Benjamin Franklin, SIAMO ALLEGRI, perché i problemi che angosciano di più sono quelli che non accadranno mai!

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CORONAVIRUS: angoscia e diritti.ultima modifica: 2020-03-20T22:50:12+01:00da pietrogiovanni1
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