SAN GIOVANNI IN FIORE: un’amministrazione comunale deve amministrare solo nell’interesse del bene comune!

Un’amministrazione comunale deve, in primis, cercare di risolvere i problemi della città che va a governare!

Prendo atto, come cittadino, della mancata convocazione del Consiglio Comunale che si doveva tenere oggi, dopo una serie di sollecitazioni da parte della società civile sangiovannese, per discutere, come previsto dall’ordine del giorno, dei problemi della sanità, e non solo, che attanagliano i sangiovannesi.

Tale Consiglio Comunale, pare, sarebbe stato rinviato, con la speranza che ormai si terrà il 4 novembre prossimo, con una serie di scuse e motivazioni banali, bypassando tutto un regolamento e l’invito stesso della Prefettura competente.

Un’amministrazione comunale, per principio, deve rappresentare e tutelare solo ed esclusivamente tutta la comunità, quella comunità che governa, e per la quale deve compiere tutti gli sforzi necessari affinché si realizzi un qualche miglioramento per essa!

Un’amministrazione comunale non può attuare una politica strumentale, né può essere alle dipendenze della forza politica che l’ha espressa, né tantomeno può essere alle dipendenze del suo leader politico più rappresentativo!

Se ciò si verificasse, se si attuasse una tale politica strumentale, i responsabili dovrebbero trarne tutte le conseguenze facendo un passo indietro!

Ribadire, ma soprattutto rispettare e applicare concretamente, alcuni concetti e alcuni princìpi, fondamentali, per una democrazia, ma soprattutto per amministrare in modo onesto e trasparente una comunità, non significa dividere la stessa, ma tutelarla nei suoi diritti, appunto, con rispetto, etica ed onestà!

Pietro Giovanni Spadafora

L’ABBUTTU UN CRIRARI ALLU RIUNU!

L’ABBUTTU UN CRIRARI ALLU RIUNU! Tradotto: (l’abbuffato non crede all’affamato!). O anche: (l’ingozzato non può capire l’affamato!). Oppure: (al ricco non frega una mazza dei poveri!).

La proposta di legge del M5S per dimezzare gli stipendi degli onorevoli a 5mila euro anziché percepirne circa 20mila al mese, oggi 25 ottobre 2016, memorizziamo questa data, è stata affossata dai parlamentari della maggioranza del governo del Bomba! Si! Quelli del PD! Insieme a Verdini ed Alfano!

Un’occasione persa e un’offesa alla povera gente!

Per fare certe cose, se si è onesti, non necessita per forza una legge. Ciò è dimostrato dal fatto che i parlamentari del M5S,  sin da quando sono stati eletti, si sono volontariamente dimezzati lo stipendio. Invece i signori che hanno affossato il provvedimento, prima dicevano che ci voleva una legge per dimezzarsi il loro, poi c’è una forza politica che ne presenta una, e poi votano contro!

Certo, non è che con questo dimezzamento degli stipendi si risolvevano tutti i problemi degli italiani, ma almeno era un segnale di rispetto verso la gente tutta.

La sostanza è che questa gente, inventando una serie di scuse banali, si è voluta tenere il loro malloppo, i loro lauti stipendi (i più alti di tutta l’Europa) a danno di tutto il popolo italiano!

A discapito di milioni di cittadini che vivono sotto la soglia della povertà, a discapito di tanti poveri pensionati, a discapito della sanità pubblica e dei nostri ospedali, a discapito della scuola pubblica e della nostra cultura, a discapito del lavoro, a discapito dei nostri giovani costretti ad abbandonare le loro città e anche la stessa Italia!

Come può essere credibile questa gente, questo governo, il Bomba, che oltre tutto pretendono di riformare la nostra Costituzione?

Abbiamo un’occasione il prossimo 4 dicembre: mandiamoli definitivamente tutti a casa con un sonoro NO al referendum costituzionale!

Meetup M5S SGF

SAN GIOVANNI IN FIORE: l’isola felice che non c’è più, ma che potrebbe riemergere.

Molti di noi, non so se volutamente o ingenuamente, nonostante alcuni fatti del recente passato della storia di San Giovanni in Fiore, pensavamo di vivere su una cosiddetta “isola felice”. “Isola felice” che non esiste più, ma che potrebbe riemergere, solo se lo volessimo…

Diciamoci la verità! Molti di noi siamo rimasti attoniti e poi sconvolti per gli ulteriori fatti che sono emersi dall’inchiesta “Six Towns”! La comunità sangiovannese sembra essere piombata in un torpore generale con una diminuzione delle sensibilità civili e con un rallentamento dei processi psichici.

Non so se per paura o per ignavia, ma la nostra comunità ha assunto in questi giorni, rispetto alla criminalità, alla cultura e alla politica, una confortevole posizione, una sorta di neutralità, una sorta di pigrizia e di inerzia collettive, credendole comode, e, al momento stesso, vantaggiose, convinta che il non agire civile, in questi casi, possa essere saggio e conveniente. Siamo chiusi nelle nostre case!

Fermo restando che spetta agli inquirenti e agli “operai” della lotta alla criminalità mafiosa, come li chiama il Magistrato Gratteri, i quali vanno sostenuti in tutti i sensi da tutta la società civile, senza se e senza ma, nel loro lavoro per fare luce su tanti avvenimenti, alcuni fatti, che lo si voglia oppure no, ci riguardano tutti da vicino! Nessuno escluso! Inutile girarsi dall’altra parte e far finta di niente!

L’indifferenza è l’alleato più importante della criminalità! Certo, per molti è più comodo farsi i fatti propri; invece bisogna scriverne, discuterne, parlarne e prendere posizione per le cose che si ritengono importanti per una comunità! Ma senza finte, ipocrisie, retorica, demagogia, falsa informazione e falsi paladini dell’antimafia solo allo scopo di promuovere la propria immagine e il proprio ego!

Sono d’accordissimo con il giornalista sangiovannese Emiliano Morrone quando sostiene che i politici dovrebbero incominciare a parlare di come creare occupazione e sostegno al reddito, agendo in concreto. Pensando ad interventi culturali di ampio respiro, in quanto essi sono basilari. È vero, a nessuno, se non a quella politica che cerca paraventi, serve promuovere inutili adunate di stampo deamicisiano, o come dice qualcun altro, di stampo servile!

Le nostre istituzioni e le nostre classi dirigenti, in particolar modo quelle locali, possono diventare sane ed efficaci solo se si cambia la mentalità e la cultura. Quanto sta emergendo in questi giorni dimostra che la battaglia culturale è tutt’altro che scontata: occorre un lavoro di trasformazione, di trasparenza, di rispetto delle regole e di autocontrollo nelle pratiche quotidiane, per poter rinnovare le abitudini e la mentalità, soprattutto di chi ricopre ruoli di responsabilità pubblica!

Bisogna rafforzare il nostro impegno civile perché, altrimenti, si estende sempre di più quell’area grigia dove prospera la criminalità e dove si radica la cultura clientelare che ha la stessa matrice della corruzione e delle mafie!

È importante la trasparenza e l’impegno delle istituzioni! Delle nostre istituzioni comunali e regionali! Della nostra scuola! È importante l’attività delle forze politiche tutte, della società civile e delle tante associazioni contro le mafie e la criminalità! Ma è ancor più decisivo cambiare noi stessi, riuscendo a dare esempi positivi, sia come cittadini, sia come persone comuni, sia come dipendenti e funzionari dell’amministrazione pubblica, e sia come eletti e preposti a capo delle pubbliche istituzioni!

Solo con l’esempio, visibile, tangibile, alla luce del sole, possiamo ottenere che un nuovo stile di comportamento, di correttezza e di onestà penetri nel profondo della nostra società sangiovannese, della nostra comunità. Lo dobbiamo a questa nostra terra, al futuro di questa nostra città, a noi stessi, alle nuove generazioni, le quali possono essere sostenute ed aiutate ad appassionarsi al bene pubblico e all’onestà solo con il nostro esempio!

Pietro Giovanni Spadafora

Fallimento Jobs Act: Obama tifa Renzi, ma ignora tutti i problemi dell’Italia, come la politica del lavoro che va sempre peggio.

Lavoro: prosegue calo assunzioni a tempo indeterminato.
Secondo l’Inps, in 8 mesi -32,9%.

Le assunzioni di datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-agosto 2016 sono risultate 3.782.000, con una riduzione di 351.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-8,5%). Nel complesso delle assunzioni sono comprese anche le assunzioni stagionali (447.000). E’ quanto informa l’osservatorio sul precariato dell’Inps secondo cui il rallentamento delle assunzioni ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato: -395.000, pari a -32,9% rispetto ai primi otto mesi del 2015. “Come già segnalato nell’ambito dei precedenti aggiornamenti dell’Osservatorio, il calo va considerato in relazione al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni”.
Analoghe considerazioni possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-35,4%).

Fonte ANSA

Operazione “Six Towns”: coinvolti anche dei sangiovannesi.

Oltre 150 i Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone  che hanno setacciato i comprensori di Belvedere Spinello, Rocca di Neto, Caccuri, Cerenzia e Castelsilano (KR), nonché di San Giovanni in Fiore (CS) e varie località delle province di Milano, Pavia, Varese e Monza-Brianza.

http://wesud.it/operazione-six-town-fatta-luce-su-tre-omicidi-e-ricostruiti-traffici-di-droga/

MANOVRA ECONOMICA

D’Alema: “Gli impegni di Renzi hanno credibilità limitata”.

E ci credo! Il governo è proprio in preda alla disperazione e gioca il tutto per tutto!

Prima perché è in questo tranello di distribuzione di pani e di pesci, con i soliti bonus, ma senza alcun investimento per la reale crescita del Paese, che si nasconde la vera inefficacia della legge di bilancio dello Stato.

Poi perché deve essere ancora, nelle tre prossime settimane, revisionata dall’Europa.

Poi perché fino a quando non sarà approvata definitivamente dal Parlamento, possono essere apportati ancora degli ulteriori emendamenti. Probabilmente peggiorativi in mancanza di reali coperture finanziarie.

Per non parlare della sanità: negli ultimi 8 anni sono stati tagliati quasi 10 miliardi di euro, oggi ne aumentano 2, e poi magari il prossimo anno ne taglieranno altri 3, insomma si fa come i gamberi, un passo in avanti, quando conviene, e due indietro. Altro trucco!

Ecco cosa scriveva Mario Sensini il 24 ottbre 2015 sul Corriere della Sera Economia in un editoriale intitolato “Sanità, tagli per 15 miliardi in tre anni”: [Le prossime manovre prevedono un contributo a carico delle Regioni di 3,9 miliardi nel 2017 e di 5,4 miliardi nel 2018 e 2019. In tutto sono 14,7 miliardi di euro da recuperare con lo stesso meccanismo con i quali sono stati operati gli ultimi tagli negli ultimi anni al Fondo Sanitario Nazionale: intesa tra le Regioni, o intervento d’imperio dell’esecutivo. In termini reali sarà una riduzione netta rilevante. Molte Regioni avranno molta difficoltà considerato che già oggi otto di loro, non riuscendo a stare nei tetti di spesa previsti, sono costrette ad alzare addizionali e ticket (saliti del 26% dal 2008) per compensare].

E le pensioni? Prima si toglie il diritto di andare in pensione a una certa ragionevole età (vedi legge Fornero, dal nome di quella che piangeva), e poi se si vuole usufruire del diritto tolto, si deve pagare una tangente per 20 anni. Caspita! Proprio criminale! E i sindacati? Fanno finta di trattare!

Ed in ultimo Equitalia: probabilmente cambierà nome, ma le vessazioni nei confronti dei contribuenti rimarranno tutte le stesse!

Ecco perché, ed ha ragione D’Alema, è una manovra economica elettorale in vista del referendum costituzionale!

Sveglia gente! E non bevete tutto quello che vi propinano tanti mass media, organici al governo del Bomba!

Al prossimo referendum costituzionale, VOTIAMO NO!!!

PGS

Il Meetup M5S SGF sulla sanità sangiovannese.

SANITA’ San Giovanni in Fiore

La maggior parte delle sigle politiche e sindacali sangiovannesi, soggetti politici e sindacali responsabili pro quota per la sanità pubblica che oggi ci ritroviamo, plaude, con grande soddisfazione, ma, a nostro parere, asetticamente e in modo strisciante, alla quasi rinascita del nosocomio cittadino.

Addirittura si parla di Multidisciplinare Chirurgico che garantirà interventi di chirurgia elettiva (con particolare riguardo alla patologia tiroidea) in regime di Day Surgery e Week Surgery. Non potremmo che esserne felici, ma la realtà è un’altra!

Sinceramente anche a noi verrebbe la voglia di applaudire, ma francamente non ci riusciamo.

Prima perché siamo convinti che una struttura si inizi a costruirla dalle fondamenta e non dai livelli superiori, altrimenti diventa una cosa campata in aria.

Poi perché, senza voler entrare nel merito dei tempi, modi e costi di talune scelte e politiche sanitarie, discutibilissime, nessuno sa dire qual è l’incidenza reale di alcune patologie presso la popolazione sangiovannese, ignorando dati, numeri e, soprattutto cause, reali ed effettivi, per poter programmare una certa assistenza in modo efficace ed efficiente nei confronti della popolazione.

Ed infine perché, sempre a nostro modestissimo parere, i cosiddetti LEA sono inesistenti. LEA che nel nostro nosocomio cittadino, checché se ne dica, sono raso terra.

Ma cosa sono questi benedetti LEA?

Ecco alcune importanti tipologie di assistenza contenute nei LEA !

Le tipologie di assistenza, i servizi e le prestazioni comprese nei LEA si articolano in tre macro-aree di offerta:

1. Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro.

– Profilassi delle malattie infettive e parassitarie;
– Tutela della collettività e dei singoli dai rischi connessi con gli ambienti di vita, anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali;
– Tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi con gli ambienti di lavoro;

2. Assistenza distrettuale.

– Assistenza sanitaria di base;
– Attività di emergenza sanitaria territoriale;
– Assistenza farmaceutica erogata attraverso le farmacie territoriali;
– Assistenza protesica;
– Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare;
3. Assistenza ospedaliera.

– pronto soccorso;
– degenza ordinaria;
– day hospital;
– lungodegenza;

Ecco! Se qui nel nostro nosocomio vengono erogati tali servizi e prestazioni, e ogni cittadino sangiovannese può constatarlo di persona, significa che abbiamo un mezzo Ospedale. Se no, vuol dire che tutto il resto è solo fuffa.

Si! Perché per avere fiducia nella sanità bisogna avere come minino i LEA, e per avere i LEA bisogna avere un Ospedale, e per avere un Ospedale bisogna avere i fondi, e per avere i fondi bisogna che si attui una politica sanitaria nazionale ed europea, più espansiva, più umana e più vicina ai cittadini.

Tutto ciò non ci risulta. Anzi!

Molte cose, com’è evidente, corrono all’incontrario, e per il futuro della sanità pubblica, probabilmente con la volontà di toglierla di mezzo, ci saranno solo ulteriori tagli ai fondi, ma veramente molto pesanti.

Meetup M5S SGF

Referendum Costituzionale: lettera aperta ai sostenitori del SI – *English

REFERENDUM COSTITUZIONALE 4 DICEMBRE 2016

Lettera aperta ai sostenitori del Sì.

Immaginate che al prossimo giro le elezioni le vinca un pazzo qualsiasi (il nome aggiungetelo voi).

Immaginate che questo pazzo qualsiasi vinca al ballottaggio dopo aver ottenuto, al primo turno, appena il 25 per cento dei voti. A quel punto, grazie al cosiddetto “premio di maggioranza” previsto nella nuova legge elettorale, con il voto di un elettore su quattro, prendera’ la maggioranza dei deputati, ben 340 su 630.

Adesso, al pazzo qualsiasi (mettete voi il nome), basteranno appena tre regioni (esempio Lombardia, Veneto e Liguria) e qualche sindaco, per avere un numero di senatori – nominati – che, sommato a quello dei deputati, gli consegna una maggioranza parlamentare autosufficiente di cui può disporre senza limite e vincolo alcuno.

A quel punto, il pazzo qualsiasi (e di pazzi di questi tempi ne girano) potrà decidere da solo, a partire dal quarto scrutinio, il suo presidente della Repubblica e i cinque senatori da questo nominati, potrà imporre le nomine nelle istituzioni di garanzia, 10 membri su 15 della Corte Costituzionale (art. 135) e i membri laici del Csm (art. 108), potrà cambiare la Costituzione, potrà farsi leggi ad personam in modo relativamente agevole, potrà approvare provvedimenti per sterilizzare il dissenso sociale. E potrà farlo senza dover dar conto a nessuno, senza alcun contrappeso o mediazione politica e sociale.

Un uomo solo al comando che potrà, solitariamente, far partecipare il paese alle guerre o aderire a qualsiasi trattato internazionale, compreso il TTIP, compresi quelli che penalizzano i cittadini a favore delle banche e delle oligarchie. Potrà tagliare i servizi pubblici, privatizzare la sanità e la scuola e intervenire, dal livello centrale e grazie alla cosiddetta “clausola di supremazia”, in ogni ambito della nostra vita, anche in quelli che prima competevano alle istituzioni territoriali.

Un potere che mai si è concentrato nelle mani di un solo uomo nella storia dell’talia repubblicana.

Adesso, se avete messo il nome al pazzo qualsiasi, ditemi se è questa l’Italia che vogliamo.

DIFFONDIAMO!!!  E votiamo NO!!!

 *English

CONSTITUTIONAL REFERENDUM December 4, 2016

Open letter to the Yes supporters.

Imagine that a fool or any crazy man will win  the next Italian elections and becomes the Italian Premier(you just choose  the name).

Imagine that this crazy man wins also on the ballot after obtaining, in the first round, only 25 percent of the votes. At that point, thanks to the so-called “majority premium” included in the new electoral law, with the vote of one in four voters, takes the majority of deputies, about 340 of 630.

Now, to the crazy man (you always just give him a name), will be enough only three regions (let’s say Lombardia, Veneto and Liguria) and some of the city mayors, to have a number of senators – nominated and not elected by citizens – which, when added to that of the deputies, gives him a parliamentary majority, self available to him, without any limit and any obligation.

At that point, the crazy man (and today we have a lot of crazy men round) will decide for himself, the President of the Italian Republic and five senators appointed by this, he can impose appointments to the guarantee institutions, 10 of 15 members of the Constitutional Court (art. 135 Ital. Const.) and the lay members of the CSM (High Council of the Judiciary) (art. 108 Ital. Const.), can change again the Constitution, he will be able to pass ad personam laws relatively easily, and may approve measures to sterilize the social dissent. And he can do it without giving account to anyone, without any counterbalance or political and social mediation.

Only a man in command who can, solitarily, involve the country in wars or adhere to any international treaty, including the TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) including also those treaties which penalize citizens in favor of banks and oligarchies.

He can cut public services, privatize public health care and public education and act, from the central level, thanks to the so-called “supremacy clause”, in every area of our lives, even in those who first competed at local institutions.

A power that never was concentrated in the hands of one man in the Italian republican history.

Now, if you have already given the name to the fool or crazy man, tell me if this is the Italy we all want.

SPREAD IT!!!   And vote NO!!!

PGS

Ospedale di San Giovanni in Fiore.

Non immaginavamo che a San Giovanni in Fiore fossimo diventati solo ed esclusivamente tutti “CAGNUSI”.

“CAGNUSO” = Persona affetta da patologia con gozzo colloidale caratterizzato da un aumentato volume della ghiandola tiroidea.

*****

Il superconsulente medico da 800 euro al giorno.

L’Asp di Cosenza chiede l’assistenza di un docente universitario per interventi «con particolare riguardo alla chirurgia tiroidea» a San Giovanni in Fiore. Ma le carenze di quell’ospedale sono (anche) molte altre. Ecco perché l’incarico fa discutere.

Lunedì, 10 Ottobre 2016 19:34 Pubblicato in Cronaca
Corriere della Calabria

SAN GIOVANNI IN FIORE C’è una delibera dell’Asp di Cosenza che ha creato un certo trambusto nella malandata sanità di San Giovanni in Fiore. È quella con la quale si attiva una convenzione tra l’Azienda bruzia e l’Azienda ospedaliera-universitaria “Mater Domini” di Catanzaro. Lo scopo è «attivare procedure per una chirurgia elettiva ridotta che effettui interventi di day surgery o in week surgery (con particolare riguardo alla chirurgia tiroidea)» nell’ospedale di San Giovanni in Fiore. L’Asp, per attrezzarsi in tempi rapidi, si è rivolta al professor Rosario Sacco, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale dell’Ao “Mater Domini”. Per il momento, il docente effettuerà «un accesso alla settimana» nella struttura sanitaria della “capitale della Sila”. E ciascuna presenza (a prescindere dall’effettuazione di interventi chirurgici) sarà retribuita con 800 euro. Una consulenza per la quale, per il tempo che manca alla fine del 2016, l’Asp ha previsto di impegnare 9.600 euro nel bilancio corrente e 32mila in quello del 2017.
In teoria l’operazione è un tentativo di migliorare i servizi in un’area della Calabria in cui la sanità segna il passo. Ma a preoccupare gli osservatori è quel «particolare riguardo per la chirurgia tiroidea». A San Giovanni in Fiore sono molte specialità carenti: basti pensare a cardiologia, che garantisce attività soltanto per sei ore. Si sceglie, invece, di puntare sulla chirurgia tiroidea. E il fatto fa tornare in mente una polemica che risale soltanto a un anno fa. A quei tempi, il commissario al Piano di rientro Massimo Scura annullò un provvedimento del direttore generale del dipartimento Tutela della Salute, Riccardo Fatarella (provvedimento poi annullato dallo stesso Fatarella in autoturela) che riconosceva il centro regionale Endocrinochirurgia. Il centro era proprio quello del professore Sacco, e Scura motivo la bocciatura basandosi sul basso numero di interventi effettuati, circa 100, paragonato agli oltre mille dei centri “concorrenti” in Italia. Adesso, il canovaccio sembra ripetersi, sotto forma di consulenza, a San Giovanni in Fiore. Dove l’Asp chiede, tra l’altro, al consulente prescelto, una «comprovata esperienza didattica e formativa». Il che, ovviamente, fa pendere l’asticella della scelta dalla parte di un docente come Sacco, anche se le competenze nella didattica non sembrano proprio il primo requisito necessario per operare in un ospedale pubblico.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

Marcia della pace e della fraternità Perugia-Assisi.

La Marcia della pace e della fraternità Perugia-Assisi è stata aperta da uno striscione con la scritta ‘Vincere l’indifferenza’.

Ma come si fa a vincere l’indifferenza se poi sono anni che succedono queste cose?

Di Massimo Fini

Il Fatto Quotidiano, 9 ottobre 2016

Da Saddam alla Siria: le missioni del Bene poi finiscono male.

In una conferenza all’Umanitaria di qualche giorno fa l’ex ambasciatore Sergio Romano ha dichiarato: “Forse ciò che l’Occidente dovrebbe fare rispetto al Medio Oriente è semplicemente voltarsi dall’altra parte. Lasciare che risolvano i loro problemi da soli. Ma non possiamo. Perché abbiamo educato le nostre opinioni pubbliche a pensare che noi siamo i buoni e che le democrazie hanno il diritto-dovere di esportare se stesse. Non è così”. Siamo lieti che un commentatore così autorevole come Sergio Romano sia giunto, sia pur un po’ faticosamente, alle conclusioni che io avevo tratto già nel 2002 con la pubblicazione de Il vizio oscuro dell’Occidente. Il ‘vizio’ dell’Occidente, quando in buonafede, è quello di credersi il Bene assoluto, di essere una ‘cultura superiore’, e di avere quindi come dice Romano, il “diritto-dovere” di intromettersi in culture diverse dalle nostre portandovi le buone maniere, i nostri valori, le nostre istituzioni. E ciò non vale solo per il Medio Oriente ma per l’intero orbe terracqueo dove siamo presenti, a volte solo con la nostra economia assassina, altre in armi.

Tutti gli interventi occidentali, ma soprattutto americani (e in parte francesi) dell’ultimo quarto di secolo si sono risolti in un massacro delle popolazioni che dicevamo di voler aiutare, senza con ciò risolvere i loro problemi ma anzi aggravandoli. Inoltre si sono rivelati un boomerang.

1. Prima guerra del Golfo del 1990. Il pretesto era l’aggressione di Saddam Hussein al Kuwait, Stato peraltro farlocco inventato nel 1960 ad uso degli interessi petroliferi americani. Risultato: circa 158.000 civili iracheni morti sotto le ‘bombe intelligenti’ e i ‘missili chirurgici’ degli Usa senza con questo togliere di mezzo il dittatore lasciato in sella in funzione antiraniana e anticurda.

2. Aggressione alla Serbia paracomunista ma ortodossa di Slobodan Milosevic per il Kosovo (5.500 morti di cui una parte kosovari). Risultato: aver favorito la componente islamica dei Balcani dove ora sono incistate cellule dell’Isis a due passi da noi.

3. Guerra all’Afghanistan del 2001 che col governo talebano aveva trovato sei anni di pace dopo anni di guerre civili (200.000 morti circa). Risultato: in Afghanistan c’è da quattordici anni una guerra civile fra le truppe ‘regolari’ del governo di Ashraf Ghani sostenuto dagli Stati Uniti e i Talebani. Inoltre nel Paese si è infiltrato l’Isis.

4. Guerra all’Iraq del 2003 per eliminare Saddam Hussein. Risultato, oltre a 650.000 morti, una guerra civile fra sunniti e sciiti che ha creato poi lo spazio per la nascita dell’Isis.

5. Guerra alla Somalia del 2006/2007 dove gli Shebab, a somiglianza di ciò che era avvenuto in Afghanistan, avevano riportato un po’ di pace e di ordine, facendo battere in ritirata i ‘signori della guerra’ locali. Risultato, a parte un numero di morti imprecisato, in Somalia c’è oggi una guerra civile fra gli Shebab e il governo fantoccio di Mogadiscio. Inoltre gli Shebab da indipendentisti nazionali si sono trasformati in jihadisti internazionali legati al Califfato di Al Baghdadi.

6. Guerra alla Libia per eliminare Mohammad Gheddafi. Risultato: quel Paese è completamente nel caos, i morti non si contano e dalle sue coste partono migranti di ogni genere diretti verso l’Europa e in particolare verso l’Italia e la Grecia.

Ma Sergio Romano si riferiva soprattutto alla situazione in Siria che è la più ‘calda’ insieme a quella libica. In Siria cinque anni fa erano iniziate rivolte popolari, trasformatesi in seguito in vere e proprie formazioni combattenti, contro il regime del dittatore Assad. Le ipotesi erano due. O queste rivolte avevano il supporto della maggioranza della popolazione e allora Assad sarebbe caduto perché nessun dittatore può resistere a lungo se la popolazione gli è contraria e i rivoltosi avrebbero vinto la partita. Oppure Assad, come in Libia Gheddafi, non era isolato e sarebbe stato lui a prevalere. La guerra ha una sua ecologia e andarvi a mettere il dito provoca guai peggiori di quelli che si volevano evitare. Insomma i siriani, come dice Romano, avrebbero dovuto vedersela fra di loro. Intervennero invece gli americani con le loro solite ‘linee rosse’ a favore dei rivoltosi. Questo ha permesso alla Russia di intervenire a sua volta sul campo a favore di Assad. Siamo quindi tornati ai tempi della ‘guerra fredda’ dove le due Superpotenze si fanno la guerra per interposta persona e sulla pelle altrui. Da qui i massacri quotidiani su Aleppo e dintorni e le lacrime di coccodrillo degli Stati occidentali e dei loro reggicoda intellettuali. Inutile aggiungere che anche qui si sono inseriti quelli dell’Isis, che non sono cretini, e approfittano della confusione generale. I russi bombardano i rivoltosi senza fare troppe distinzioni, gli americani, con i loro droni, vorrebbero colpire l’esercito di Assad e gli uomini dell’Isis ma bombardando, come sempre, a ‘chi cojo cojo’ finiscono per uccidere centinaia di civili. Di mezzo ci vanno i siriani dell’una o dell’altra parte o di nessuna parte.

C’è poi un particolare che contraddistingue le guerre americane degli ultimi venticinque anni: il boomerang si abbatte regolarmente sugli europei. Siamo noi, e non gli Usa, a dover sopportare le migrazioni che queste guerre provocano o aiutano. Angela Merkel, con una politica intelligente, anche se cinica, ha convinto l’Unione Europea a sborsare tre miliardi di euro al presidente turco Erdogan, uno dei veri e peggiori tagliagole della regione, per arginare il flusso dei profughi siriani. Insomma è l’Europa a pagare regolarmente i costi, non solo economici ma sociali, dell’avventurismo yankee. Quando capiremo che avremmo dovuto sbarazzarci da tempo dell’’amico amerikano’ temo che sarà ormai troppo tardi.