Il cinema, la televisione e il calcio superano la politica.

Andando un po’ in giro per i bar del nostro paese, parlando con qualche giovane, con qualche amico o con qualche collega sul posto di lavoro, al 90% gli argomenti e le discussioni cadono sempre sul calcio, sul cinema e sulla televisione, raramente sulla politica e sui problemi che i cittadini incontrano nella loro vita quotidiana.

Intendiamoci, il cinema, la televisione e il calcio sono argomenti interessanti e piacevoli, ma forse la ragione di tutto questo è che la politica ormai è diventata litigiosa e ha perso quel ruolo che le dovrebbe competere, troppe contrapposizioni,  troppe divisioni, troppi insulti e veti incrociati, troppi interessi individuali, e la gente non sa più dove collocarsi, sempre politicamente parlando.

Il   cinema e la televisione  presentano nell’epoca contemporanea la stessa  funzione  che aveva  la   mitologia  in   quella  antica. Cioè crea miti.

I miti servivano  all’uomo del passato  per trovare  una  spiegazione o un  significato a ciò  che  non capivano, mentre  all’uomo  moderno forse, servono  per dare un senso all’esistenza.  In   un  certo  senso  per render  la vita degna di  essere vissuta.  Se una volta il  problema era quello di capire perché   c’erano i fulmini o perché i vulcani  eruttavano e la risposta  era  affidata alle  gesta di Zeus o Vulcano,  oggi  il  problema è capire se la  nostra vita o esistenza  abbia un  significato o vi  sia  un qualcosa per  cui  valga  la pena di vivere.

Ecco  che  a  questo  punto  subentra  il  cinema.

I film  creano  emozioni,  alcune  scene  diventano  bagaglio  del  nostro  vissuto,  i  grandi   registi   diventano quasi  personalità  di culto,  gli attori  assurgono allo stato di leggende viventi. 

E  poi  gli  Oscar,  piccole  statuette  gialle  che  donano  prestigio  ed  immortalità  a  chiunque   riesca  a vincerle.

Chiunque di noi ha stampato  nella  mente le frasi  dei film  di Woody Allen,  i duetti  tra  Mastroianni  e  la  Loren,  i  monologhi  di  Marlon  Brando,  le  inquadrature di  Fellini,  le   interpretazioni  di  Al  Pacino, di Robert De Niro… 

Ecco,  tutto  questo  viene  percepito  e  concepito  come  mito. E soprattutto  viene  utilizzato,  in   maniera  più o meno consapevole per  donare  un po’ di  significato  all’esistenza   umana,  per  cercare  di  riempire  un vuoto  esistenziale  e per dare un motivo per cui vivere.

Il  cinema e la televisione   hanno una  funzione specifica,  ovvero   riescono  ad  essere  una  fabbrica  di  sogni, miti,  ideali,  speranze…

Anche  il  calcio,  come   il  cinema e la televisione  ha  contribuito  a  produrre   miti,  anche se  in   forma   diversa.  Anzitutto   il   calcio  è  meno  raffinato,   meno  elegante,  meno  aristocratico…   E  poi  ha  meno  personaggi,   meno   icone,   meno   leggende…   E   tra   l’altro  è  meno   inviolabile,   meno  sacro,  cioè si  presta  più facilmente  agli  scontri,  alle  diatribe,  alle  polemiche…

Ciò  non  toglie  che anche il calcio  abbia  una sua funzione particolare  nella  misura in  cui   crea   miti o icone o immagini  da “leggenda”. 

Pensiamo  ad atleti  come  Van  Basten,  Maradona,  Baggio,  Rivera,  Mazzola… o   pensiamo   ai   gesti   tecnici  di   grandi  campioni  entrati   nella   storia.

Per  non  parlare delle immagini che hanno caratterizzato  la  nostra  vita:   l’esultanza  di  Tardelli   nella  finale  mondiale dell’82,  i gol  di  Italia-Germania   4-3…

Il   calcio   è   riuscito  a  produrre  grandi  “ideologie”   per così  dire:  ad  esempio il  famoso   “difensivismo”  che  ha  come  simbolo  Trapattoni,  o il   “calcio   totale”  degli   olandesi,  o  il   “pragmatismo”   dei  tedeschi,  e si  potrebbe  andare  avanti  all’infinito.

Il   calcio  ha  prodotto  anche  dei  totem  di  altissimo  prestigio  come  il  “pallone   d’oro”,   l’equivalente   dell’Oscar   nel  cinema.  Anche  il  calcio  insomma  contribuisce a dare  un  po’  di   significato   alla   nostra   esistenza.

E  la  politica? 

La politica oggi crea rabbia, scollamento dei cittadini  dalle istituzioni, impotenza dei cittadini contro le ingiustizie, contro i partiti  e i loro leader, contro i sindacati.

La politica deve tornare a creare quei miti come ha fatto nel passato. Dobbiamo reinterpretare i grandi esempi del passato nazionale, a cominciare da Cavour, De Gasperi, per guardare al futuro con intelligenza.

E’ una sfida che deve riguardare soprattutto i giovani, credo che questo sia il momento buono, o forse necessario, per aumentare la marcia ed accelerare. Chi dei politici attuali è in grado di essere ricordato come un grande statista o un mito nei prossimi 150 anni?

Il cinema, la televisione e il calcio superano la politica.ultima modifica: 2009-09-28T18:30:00+02:00da pietrogiovanni1
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