Politica estera: a quando l’addio all’Afghanistan?

afghanistan_soldato_italiano_xinhua-400x300-300x225.jpgUna cosa buona di un governo tecnico come quello del Prof. Monti è che, non essendo molto dipendente dai partiti politici e dalla preoccupazione del consenso dell’elettorato, ha le mani libere dalla demagogia. Così questo governo ha potuto dire un no secco alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Chi conosce bene lo sport ha detto che è stato evitato un vero massacro economico. Sarebbe stata una follia spendere, solo per un orgoglio nazionale, 800milioni di euro l’anno, da qui al 2019, in una situazione di crisi come questa e senza nessuna garanzia di un ritorno economico adeguato. Se la Grecia si trova in una certa situazione, è perché il colpo di grazia lo hanno dato le Olimpiadi di Atene del 2004.

Sempre per le stesse ragioni  il governo dei cosiddetti bocconiani ha potuto prendere delle iniziative che nessun governo italiano aveva mai osato prendere: il ridimensionamento delle nostre Forze Armate. 180mila uomini sono troppi per un esercito moderno che si base soprattutto sull’efficienza tecnologica, 425 generali di cui molti sono anziani, hanno superato i 70 anni sfiorando il ridicolo. Ma anche gli armamenti subiranno una consistente diminuzione. Dei 131 cacciabombardieri americani F35, giocattoli di morte che costano 80 milioni di euro l’uno, se ne acquisteranno, per ora, solo quattro.

Ci sarebbe piaciuto, però, e crediamo sarebbe piaciuto a tantissimi cittadini e famiglie italiani, che il governo Monti eliminasse anche qualche “missione di pace” che di pace, secondo molti esperti, non è, come quella in Afghanistan dove gli occidentali conducono una guerra per soprammercato squisitamente ideologico. Si veda anche l’ultima strage di bambini, anziani e donne afghani da parte del soldato americano, che adesso gli Usa vorrebbero pagare 50 mila dollari a vittima, come se la vita degli altri avesse un prezzo. Ma un ritiro delle nostre truppe spetta solo al Parlamento. Resta il fatto, secondo altri esperti, che in Afghanistan noi siamo inutili. Sempre secondo alcuni osservatori internazionali, nonché secondo alcuni giornalisti reporter di guerra, non solo si pagano i Talebani perché non attacchino i militari italiani ma anche, in alcune zone, paradosso dei paradossi, perché li difendano. Per questo, grazie a Dio, si sono avuti relativamente pochi caduti nei soldati italiani, mentre quelli americani sono più di 1500, quelli inglesi più di 400. In ogni caso gli olandesi, che si sono battuti bene in Helmand, se ne sono già andati, i canadesi, i francesi e i polacchi lo faranno entro la fine del 2012. E persino gli americani, che non possono più reggere una “guerra che non si può vincere” anche perché, in un momento di crisi economica, non possono permettersi di spendervi 40 miliardi di dollari l’anno, stanno trattando col Mullah Omar, avendo finalmente capito, dopo tanti tentativi inutili e a volte farseschi, che, come capo indiscusso degli insorti, è l’unico che, a certe condizioni, può fermare la guerriglia. Solo i militari italiani debbono rimanere lì; come degli allocchi?

La missione ci costa un miliardo di euro l’anno. Con un miliardo non si risana certo l’economia, ma almeno qualche buco, particolarmente doloroso, lo si potrebbe tappare, ma soprattutto, ne siamo certi, si risparmierebbero molte altre vite di nostri ragazzi militari che operano in quelle zone.

Redazionale

Politica estera: a quando l’addio all’Afghanistan?ultima modifica: 2012-03-26T01:42:00+02:00da pietrogiovanni1
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