San Giovanni in Fiore – La bomba sanità.

Che il gioco rischioso della miccia sempre accesa rispetto alla sanità sangiovannese e calabrese fosse così talmente evidente, l’avevano capito anche i bambini. Dopo il decreto del Commissario alla sanità calabrese, DCA n. 30 del 3 marzo 2016, l’autocombustione, che in questi ultimi anni la politica locale e non solo si è costruita, potrebbe scoppiare e far divampare l’incendio nella sanità sangiovannese così come in diversi centri e comuni calabresi.

Era tutto previsto. Inutile fare gli gnorri. Il nostro non diritto alla salute, costituzionalmente previsto, è dipeso dalla politica di questa Europa delle banche, della finanza, del Fiscal Compact, dei tagli. Dipeso dalla politica di questo Governo, dal Ministro della Salute, dai suoi uomini e da tutta questa partitocrazia.

Tutti sapevano e sanno tutto! Gli incontri della nostra Amministrazione Comunale con il Commissario alla sanità calabrese, le finte schermaglie del Governatore della Calabria, sempre con il Commissario, sono solo di facciata. Solo gli stolti, i gonzi ed il popolo bue, hanno potuto credere a queste prese in giro ed essere gabbati.

Oggi tutti, qui nel nostro paese, si inalberano dicendo che bisogna protestare perché la sanità non ha colore politico. Giusto! Ma non posso accettare lo sdegnarsi improvvisamente di tutti coloro che hanno sostenuto la politica di tutti questi partiti che negli anni hanno distrutto la nostra sanità pubblica, il nostro Ospedale. Sì, perché la sanità ha colori politici eccome! E oggi non si può azzerare tutto così con un colpo di spugna! Stiano zitti almeno coloro che sostengono e hanno sostenuto la politica sanitaria fallimentare di questa partitocrazia, tutta! Il loro mormorio è inaccettabile!

Non ho mai assistito, in vita mia, qui a San Giovanni in Fiore, ad un tale unanimismo, a un coro di lodi così esageratamente adulatorio, da parte di circa il 99,9% dei suoi cittadini, con cui è stata festeggiata la vittoria elettorale regionale dell’attuale Governatore della Calabria. Qualcuno scriveva su qualche giornalino locale: «LO SI VOGLIA O NO, il futuro, il benessere e lo sviluppo del nostro paese, passano dalla Regione Calabria e dal nostro Governatore Presidente.»

Intendiamoci, questo entusiasmo era in parte sincero. C’era in esso la mai sopita speranza della gente, dei giovani e di tutta la comunità sangiovannese in un paese migliore. Ma va detto anche che c’era, e c’è tutt’oggi, l’altrettanta inesausta voglia dell’«Uomo della Provvidenza», il conformista e masochistico bisogno di genuflettersi al potente e padrone di turno.

Io penso che il Presidente Governatore della Regione Calabria non vada demonizzato, ma nemmeno divinizzato. Piuttosto guardato con occhio realistico e onesto. Il nostro Presidente e Governatore della nostra regione non è l’«Uomo della Provvidenza», ma è sicuramente un politico abile che è costretto, probabilmente, a badare, oltre che ai suoi interessi politici, anche a quel suo impero, a quel suo consenso elettoralistico e a quella oligarchia politica che negli anni lui si è creato all’interno del suo partito, ma anche all’esterno di esso.

A parte che non hanno alcuna competenza né alcun potere in materia sanitaria locale; a parte i finti ed inutili incontri con il Commissario alla sanità calabrese, il nostro Sindaco e la sua Giunta, complici anche i dettami dei loro partiti e dei loro capicorrente, sono costretti a chiudere un occhio, o anche tutti e due, pur di impedire, o meglio di non partecipare, ad una qualche eventuale protesta della comunità sangiovannese che dovesse essere messa in atto contro i tagli e il non riconoscimento del diritto costituzionale alla salute.

Per questo, ai miei concittadini voglio ribadire che genuflettersi ai piedi del potente di turno, scambiandolo per Babbo Natale, è un tantino grottesco.

Oggi non ci resta che una speranza. Questa speranza è che il decreto del Commissario alla sanità calabrese, DCA n. 30 del 3 marzo 2016, circa la riorganizzazione delle reti assistenziali, alla fine recita così:

«DI DARE ATTO che avverso il presente decreto è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al Tribunale Amministrativo della Calabria nel termine di sessanta giorni, ovvero, ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro il termine di giorni centoventi.»

Chi di dovere e di competenza si adoperi e si faccia sentire, ricorra, impugni, difenda la sanità sangiovannese, calabrese, la sua gente, le sue famiglie, la sua montagna, la sua comunità, ma soprattutto difenda la sua dignità, politica e personale!

Pietro Giovanni Spadafora

San Giovanni in Fiore – La bomba sanità.ultima modifica: 2016-03-06T16:04:41+01:00da pietrogiovanni1
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