SGF – LAVORI PUBBLICI: spero che il progetto dell’isola pedonale permanente, su Corso Roma, sia semplicemente davvero e solo virtuale!

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Di Pietro Giovanni Spadafora

L’arroganza e la dabbenaggine non possono privare l’uso, indispensabile, del corso principale del paese alla cittadinanza.

L’arroganza di qualcuno sta superando ogni soglia di tollerabilità.

Ma la dabbenaggine, mista a una buona dose di puro masochismo interessato, dei tanti rappresentati del popolo, sta diventando sempre più inammissibile.

Ciò che colpisce in questa nuova escalation di aggressività, masochismo e imbecillità, non è tanto lo stravolgimento (conveniente, legale?) dei vari progetti messi in cantiere in precedenza, quanto la furbesca imposizione di qualcuno e la disonorevole arrendevolezza dei tanti rispetto ad un certo “modus operandi”, senza mai consultare chi dei progetti per lavori pubblici dovrebbe usufruirne, ossia il POPOLO sangiovannese.

Popolo costituito da forze politiche, associazioni, sindacati, professionisti, commercianti, artigiani, imprese ecc.

A parte la virtualità, un progetto non può essere annunciato (bisogna vedere quando e come arrivano i fondi) o attuato, stravolgendolo (se i fondi sono disponibili), solo per dimostrare che si è attivi, operativi, che si lavora, o anche per motivi di propaganda, di consenso o di ricerca d’approvazione in genere.

Un progetto deve essere realizzato per apportare migliorie al territorio, alla viabilità, ai servizi in genere, per migliorare la qualità della vita dei cittadini, e soprattutto non deve stravolgere, ma essere utile a tutta la comunità.

Creare un’isola pedonale permanente sull’arteria principale del paese, ossia SBARRANDO Via Roma all’altezza della Statua della Vittoria Alata, avendo già essa una tradizionale funzione sociale, commerciale e di ritrovo brulicante di gente, vietando la circolazione veicolare, significherebbe SPACCARE il paese in due, o anche come DEMOLIRE, volontariamente, un ponte che colleghi le due metà di una città con tutti i disagi e tutte le negative conseguenze annesse e connesse.

Non potendo più usufruire, con la realizzazione di tale idea, di sbocchi, di strade adeguate e appropriate per il decongestionamento del traffico veicolare cittadino quotidiano, ed essere costretti a dirottarlo attraverso vicoli, stradine, viuzze, rampe, con vari sensi unici in salita o in discesa, in particolar modo nel lunghissimo rigido periodo invernale, vorrebbe dire mettere a repentaglio l’incolumità pubblica, nonché una serie di servizi importanti per la vita economica e civile del paese.

Rammento che dall’arteria principale del paese transitano, oltre agli automobilisti, ambulanze per l’emergenza urgenza sanitaria, mamme che accompagnano i propri pargoli a scuola, trasporto di merci varie, autobus, pulmini per studenti e tutto quanto serve alla comunità.

Istituire una tale isola pedonale permanente su Corso Roma sarebbe un progetto oltremodo orribile e buffamente AVVENIRISTICO, terribilmente ANONIMO, rendendo l’arteria INSERVIBILE agli usi per cui è stata costruita.

Il corso-arteria più importante del paese non può essere trasformato in un luogo freddo, isolato, appartato, silenzioso come un camposanto, magari con mattoni finti, senza storia, là dove la storia, in un borgo come il nostro, dovrebbe essere di casa.

Ma del tutto inaccettabile sarebbe che tale progetto, con tutti i dubbi di un reale incremento delle vendite dei negozi in loco, verrebbe usato per fini che non si comprendono bene, o comunque per fini che potrebbero essere soddisfatti altrove, come far giocare i bambini e passeggiare. D’altra parte, altri e diversi progetti virtuali mirano a questo: vedasi progetto virtuale annunciato proprio oggi anche per la zona (Macchia e Lupu), una delle tante PORTE della CITTÀ.

L’esclusione di chi dovrebbe usufruire realmente della principale arteria, cioè il pubblico, il popolo e tutto il trasporto in genere, equivarrebbe a togliere il respiro, causandone la condanna economica e sociale per asfissia, a tutta la comunità.

È notorio che chi gestisce la “res publica”, sebbene legittimato dal voto popolare, non può violare una serie di diritti dei cittadini, di una comunità intera, e sarebbe vergognoso far sentire la cittadinanza esclusa ed emarginata, in una maniera così evidente ed offensiva rispetto alla partecipazione democratica e diretta alla vita comunitaria e nelle decisioni importanti, avvilendola e mortificandola nella sua dignità.

NON SI PUÒ ESPROPIARE IL CORSO PRINCIPALE DEL PAESE ALLA CITTADINANZA!

Nessuno, a parte l’istituzione di qualche ora di ZTL nei fine settimana, nella storia di San Giovanni in Fiore ha mai osato requisire la parte centrale del paese, che possiede anche una sua apprezzabile antichità.

Le arterie e le strade importanti per la fluida circolazione veicolare di una comunità, e per la loro funzione pratica e sociale che hanno, non si chiudono, non si espropriano!

Fare ciò, senza legittimazione popolare alcuna, vorrebbe dire, in definitiva, gestire la cosa pubblica da insensati e avventati, provocando ogni sorta di REAZIONE POPOLARE.

Pietro Giovanni Spadafora
SGF – LAVORI PUBBLICI: spero che il progetto dell’isola pedonale permanente, su Corso Roma, sia semplicemente davvero e solo virtuale!ultima modifica: 2022-05-20T19:27:11+02:00da pietrogiovanni1
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