Nuova composizione della Giunta Provinciale di Cosenza.

palazzo.jpgPer effetto della nomina di tre nuovi Assessori presso la Provincia di Cosenza, da parte del Presidente Mario Oliverio, per i quali c’è l’obbligo di dimissioni dalla carica di consigliere, entrano a far parte del Consiglio Provinciale Francesco Di Leone (Sel), Sindaco di Morano Calabro, al posto di Giudiceandrea; Pietro Lopez (Partito Socialista), del collegio di San Giovanni in Fiore, al posto di Aieta; Francesco Dodaro (Idv), già consigliere provinciale, al posto di Caligiuri.

La prima riunione del nuovo esecutivo provinciale è stata già fissata per domani pomeriggio.

Il neo-eletto Consigliere Pietro Lopez al Comune di San Giovanni in Fiore, salvo decisioni diverse da parte sua, dovrà dimettersi dal Consiglio Comunale per entrare a far parte del Consiglio Provinciale. Al suo posto come Consigliere presso il nostro Comune, subentrerà Lopez Salvatore, primo dei non eletti nel PSI locale con 159 preferenze.

Nuova composizione della Giunta Provinciale di Cosenza.ultima modifica: 2011-06-15T22:19:25+02:00da pietrogiovanni1
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2 pensieri su “Nuova composizione della Giunta Provinciale di Cosenza.

  1. Manuale Cencelli e lottizzazione alla provincia.
    La lottizzazione politica, la spartizione del potere su nomina politica determina il più grande spreco che si possa immaginare. Lottizzazione vuol dire infatti assegnare i posti di comando in base ad un criterio che non è solo quello della competenza o del merito, ma secondo il principio dell’affidabilità. Se una persona è affidabile politicamente, ovvero appartiene alla stessa corrente politica che ha nelle sue mani il potere di nomina, la sua appartenenza politica ha la prevalenza su tutti gli altri fattori. E questo genera un meccanismo di affiliazione della classe dirigente al potere politico che costituisce l’antitesi dell’efficienza. Non vi è più infatti la necessaria separazione tra dirigenza tecnica e dirigenza politica, ma i due aspetti sono indissolubilmente legati tra loro.
    Ed un legame, come è ben noto, richiede un continuo scambio di favori che travalicano il criterio della buona organizzazione e dell’efficienza. E’ assurdo infatti che la nomina politica debba intervenire su tutto. Lo Stato è presente nell’economia a tutti i livelli perché ne determina la classe dirigente e chi dovrà stilare le linee di sviluppo.
    In conclusione, gli sprechi sono la cosa più grave perché significa che un’organizzazione non è efficiente.
    In futuro, o ai posti giusti ci saranno le persone giuste, e non quelle che più fanno comodo, oppure non ne usciremo mai più.

  2. Aboliamo le province
    Hanno un esercito di 62 mila dipendenti. Con stipendi fino a 7 mila euro. A che servono pochi lo sanno. Di sicuro fanno gola a tutti i partiti.
    Sono ormai molte le persone, politici e non, che continuano ad affermare che in Italia le province siano inutili e che costino troppo. Si pensi che in Italia oltre alle 103 province ci siano 21 regioni, comunità montane (anche al mare), circoscrizioni e vari enti, la maggior parte dei quali utili solamente per spartire poltrone a vari politici trombati.
    Il problema sostanziale delle province sono i costi: nel 2007 ad esempio il costo per mantenere le province è stato di oltre 14 miliardi di euro ripartiti in percentuali molto preoccupanti ovvero solo il 27% è servito per il miglioramento dei servizi utili al cittadino mentre il restante 73% (73!!) è servito per pagare il personale dipendente, le auto blu, spese di rappresentanza, rimborsi spese, bollette, ecc.
    Anche se quasi tutti affermano che le province siano inutili e costose continuano ad aumentare e quasi ogni anno se ne creano di nuove. Tra le varie liste politiche, quelle che più si battono per l’abolizione delle province sono il Partito Democratico e l’Italia dei Valori, ma il fatto più curioso è che questi due partiti siano quelli più attivi in campagna elettorale per riuscire ad accaparrarsi più poltrone possibili all’interno della presidenza di quelle stesse province che vogliono con insistenza abolire.

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