Italia – Economia: l’arricchimento invisibile di banche, poste e INPS, a danno dei poveri fessi cittadini e pensionati.

Come è noto l’INPS, anziché pagare le pensioni con valuta 1 gennaio 2016, a causa delle festività, le pagherà domani 5 gennaio 2016 per effetto del messaggio INPS n.3519 del 25 maggio, che ha ufficializzato l’avvento del nuovo “giorno di paga” universale per i pensionati italiani, in attuazione di quanto inizialmente disposto dal governo Renzi con il decreto 65/2015.

Il messaggio dell’INPS recita così: “Sono posti in pagamento il primo giorno di ciascun mese o il giorno successivo se festivo o non bancabile, con un unico mandato di pagamento ove non esistano cause ostative, eccezion fatta per il mese di gennaio 2016 in cui il pagamento avviene il secondo giorno bancabile, cioè domani giorno 5 gennaio 2016. A decorrere dall’anno 2017, detti pagamenti sono effettuati il secondo giorno bancabile di ciascun mese”.

Dove sta il trucco per l’arricchimento invisibile e a danno dei pensionati? Sta nel fatto che l’INPS, o meglio il Super INPS, avendo inglobato anche l’INPDAP, il polo delle pensioni pubbliche, trattiene per sé, per la durata di 4 giorni, un enorme capitale.

Facciamo un po’ di semplici calcoli:

Stando ai dati Istat 2014, l’esborso totale delle pensioni è di 257 miliardi di euro annui. In tutto, sempre in base ai dati Istat 2014, le pensioni erogate sono 20,8 milioni.

Da un semplice calcolo, considerando un tasso netto medio dello 0.50%, come quello che oggi si dà sui certificati di deposito, su un capitale di 19 miliardi e 769 milioni di euro, (257 miliardi diviso 13, che sono 12 mesi più un mese di tredicesima nell’anno) si ha un interesse di circa, euro in più euro in meno, di 1 milione 100 mila euro (2 miliardi e duecento milioni delle vecchie lire) che l’INPS guadagna in 4 giorni di ritardato pagamento delle pensioni ai cittadini pensionati.

Il calcolo: Euro 257 miliardi (somma annua pagata da INPS per le pensioni) diviso 13 (12 mesi + 13^) = Euro 19 miliardi e 769 milioni (somma mensilmente erogata da INPS) x 0,50% (tasso interesse) diviso 12 (mesi anno ) diviso 30 (giorni mese) x 4 giorni (ritardo pagamento) = 1 milione 100 mila Euro (2 miliardi e 200 milioni delle vecchie lire) circa di interessi (somma guadagnata da INPS in 4 giorni di ritardato pagamento delle pensioni ai cittadini).

Per non parlare, poi, delle bollette Tim che arrivano ogni mese anziché ogni 2 mesi. Nonostante le rassicurazioni «sull’offrire ai clienti una maggiore consapevolezza della spesa sostenuta» (come scrive la compagnia telefonica), non solo non si riesce a vederci nulla di utile, ma si intuisce un bel regalo alle banche e alle poste. Considerando circa 13,5 milioni di utenze Tim (il dato è del 2013) e facendo una media di circa 1,2 euro fra bollettino postale e costo della domiciliazione bancaria e moltiplicando per le 6 bollette in più all’anno, arriviamo alla discreta cifra di Euro 97 milioni e 200 mila (circa 195 miliardi delle vecchie lire di regalo a banche e poste).

Speriamo che a tale scadenza non si adeguino anche i fornitori di energia elettrica, gas, acqua potabile e chi più ne ha più ne metta!

E speriamo, ancora, che non avremo bollette quindicinali tutte a danno dei cittadini italiani, ma utili per l’ingrasso di dirigenti pubblici e pubbliche istituzioni!

1 milione e 100 mila euro + 97 milioni e 200 mila euro = 98 milioni e 300 mila Euro (circa 200 miliardi delle vecchie lire) incassati invisibilmente da banche, poste e INPS.

Se fossi Renzi li destinerei a chi non ce la fa ad arrivare a fine mese o anche ai poveri risparmiatori derubati dei loro risparmi di una vita.

Pietro Giovanni Spadafora

Italia – Economia: l’arricchimento invisibile di banche, poste e INPS, a danno dei poveri fessi cittadini e pensionati.ultima modifica: 2016-01-04T20:19:42+01:00da pietrogiovanni1
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