SGF – Associazione culturale “IMPEGNOCIVILE”.

Il Blog “SGF IN PIAZZA” a gentile richiesta riceve e pubblica:

 

CIRCOLO CULTURALE IMPEGNOCIVILE

 SAN GIOVANNI IN FIORE    Comunicato n° 3     N.  E.  11.10.11

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IL CAMBIAMENTO E’ AVVIATO

E’ molto probabile che, nella scadenza dei primi 100 giorni della Giunta Barile, molti concittadini si siano sentiti o si sentano nel diritto di fare un bilancio ed eventualmente muovere le proprie critiche o i propri apprezzamenti all’Esecutivo comunale.

La nostra Associazione ritiene opportuno, nella circostanza, svolgere le considerazioni che seguono .

Come è ovvio vi sono coloro che la Giunta Barile l’hanno sempre avversata, probabilmente perché troppo timorosi dei possibili cambiamenti. Di costoro, a nostro avviso, non torna conto parlare perchè non sono, al momento, interlocutori utili.

Vi sono poi coloro hanno caricato la nuova Giunta Municipale di attese e di aspettative di ogni sorta, al punto, forse, che qualcuno ha ritenuto possibile aspettarsi che già pochi giorni dopo l’insediamento del Sindaco potessero svanire problemi presenti nella nostra Città da tantissimi anni come, ad esempio, le cattive abitudini contratte da larghi strati della popolazione (indotta a ritenere che qui sia possibile fare tutto ciò che si vuole), o come, ancora, le innumerevoli situazioni di dissesto presenti nelle nostre strutture fisiche (strade, marciapiedi ecc.) o come gli annosi problemi legati ai servizi (inadeguatezza della organizzazione di molti uffici a cominciare da quelli comunali) ed al lavoro (o, meglio, alla mancanza di lavoro).

Sono questi interlocutori cui occorre prestare la massima attenzione perché si torni a camminare con i piedi per terra ed acquisire la consapevolezza che, nell’azione politica (tanto più se essa si svolge in una realtà con la profondità dei guasti quale si trova nella nostra) i miracoli non sono possibili: si possono e si debbono effettuare passi anche piccoli ma costantemente orientati nella giusta direzione.

Vi sono poi coloro che hanno avuto, o hanno, difficoltà a trovare il giusto equilibrio fra le proprie personali aspettative e l’insieme delle scelte, magari non sempre, per qualcuno, azzeccatissime, ma operate nell’ambito dell’azione di governo comunque protesa ad un generale cambiamento. A costoro bisogna ricordare come la premessa fondamentale del fermento politico ed etico che ha sostenuto la candidatura di Antonio Barile sia stata la necessità di affermare, in modo inequivocabile, la prevalenza degli interessi della collettività rispetto a qualunque altro interesse.

A costoro potrebbe essere utile rivolgere l’invito a guardare nel profondo della propria coscienza al fine di individuare le motivazioni più vere del proprio atteggiamento.

Vi sono poi coloro che guardano con grande fiducia al futuro del nuovo Esecutivo comunale e della nostra Città. Costoro non si soffermano ad osservare al microscopio le singole scelte o i singoli eventi (magari per cercarne un punto criticabile) ma si sforzano di capire se, al di là dei medesimi (singole scelte o eventi) sia possibile scorgere una direzione di marcia valida.  Fra questi si iscrive con grande convinzione Impegno Civile.

Non avevamo bisogno di sentire le parole del Sindaco e degli Assessori, nel corso del periodico e salutare rendiconto alla Città effettuato dopo i primi cento giorni, per ritrovare nelle loro azioni e nei loro propositi i valori e le qualità di cui avevamo assoluto bisogno: trasparenza, coraggio, determinazione, abnegazione, fermezza, chiarezza di idee, freschezza giovanile, concretezza. Avevamo capito da tempo che le speranze di rinnovare la nostra comunità sono legate agli uomini che si sono proposti con successo nelle ultime elezioni amministrative. Abbiamo adesso capito come il cammino che porta al rinnovamento, e che è fatto di mille piccole tappe, è finalmente cominciato.

Troviamo oggi, quindi, la conferma che la nostra fiducia  nel futuro, che cioè, con il tempo necessario, questa Città potrà essere una Città normale, è ampiamente giustificata..

La felice intuizione di Antonio Barile di istituire quel nuovo organismo noto come Comitato civico consultivo, inoltre, al di là di come questo sia stato impostato e conformato, consente a tutti di assecondare la naturale voglia di operare per il bene della propria comunità.  Intanto, prima ancora di impegnarci in quel nuovo organo, possiamo tutti svolgere un compito importante: fare l’inventario “personale” di ciò che la realtà di S. Giovanni in Fiore complessivamente oggi presenta (dal punto di vista politico, culturale, sociale, economico, urbanistico) al fine di avere, a distanza di anni, l’idea precisa delle condizioni complessive  nelle quali si trovava la nostra Città al momento dell’inizio dell’azione della Giunta Municipale guidata da Antonio  Barile.

E’ questa un’operazione che può rivelarsi in futuro molto utile per dare un giudizio fondato e giustificato su quanto accade nel tempo in cui viviamo.

Se poi vi sono temi, come la sanità, che trovano qualcuno in posizione critica, che ritiene l’azione dell’Amministrazione Comunale non pienamente soddisfacente o pensa necessaria un’azione più incisiva nei confronti delle Istituzioni, è auspicabile che ciascuno, per la sua parte, faccia quanto è nelle proprie possibilità unendo le proprie forze a quelle di coloro che condividono le ipotesi di soluzione, con chiarezza, onestà intellettuale, senza pregiudizi e soprattutto con l’esclusione di ogni atteggiamento strumentale.

San Giovanni in Fiore – Una Comunità Montana immaginaria?

images.jpgLa Comunità Montana Silana? Molti se ne saranno già dimenticati! Ma esiste? Che cosa ha realizzato finora? Quali sono le iniziative per il prossimo futuro? Quali sono i programmi per lo sviluppo della nostra montagna? E del turismo? Quali le agevolazioni per le popolazioni della montagna? Probabilmente non sarò molto informato. Se qualcuno volesse delucidarmi in merito, che si accomodi! Farebbe un buona opera di informazione.

Le comunità montane sono state istituite nel 1971, quarant’anni fa. Da allora avrebbero dovuto fare miracoli per la montagna. Non mi sembra, però, che questa nostra Comunità Montana Silana funzioni come dovrebbe!

Lo scopo di una comunità montana dovrebbe essere quello di valorizzare le zone montane.

Sotto il profilo della natura e del ruolo, le comunità montane sono unioni di comuni, enti locali costituiti fra comuni montani e parzialmente montani, anche appartenenti a province diverse, per la valorizzazione delle zone montane per l’esercizio di funzioni proprie, di funzioni conferite e per l’esercizio associato delle funzioni comunali.

Sotto il profilo delle funzioni, le comunità montane adottano piani pluriennali di opere ed interventi e individuano gli strumenti idonei a perseguire gli obiettivi dello sviluppo socioeconomico.

La nostra Comunità Montana Silana è costituita di 12 comuni tra cui San Giovanni in Fiore che ha il territorio più vasto, Spezzano Sila, Spezzano Piccolo, San Pietro in Guarano, Castiglione Cosentino e altri piccoli centri. Ha una superficie di 714,76 Km quadri con una popolazione di circa 45 mila e passa abitanti, una delle più grandi d’Italia.

In Italia le comunità montane sono oggetto di forti discussioni. In Sicilia sono state abolite nel 1986. In Sardegna sono state abolite nel corso del 2007. Il Molise invece le sta riducendo, da 10 a 6. Anche in Lombardia dal 2009 le comunità montane calano da 30 a 23. In Liguria sono state ridotte da 19 a 12 nel 2009 e in seguito soppresse dal primo maggio scorso.

PGS

San Giovanni in Fiore . Sempre più prestigiosa l’arte del nostro maestro e orafo Giovambattista Sapdafora!

Cattura.JPGDopo aver incontrato per sei volte Papa Giovanni Paolo II, domani, qui in Calabria a Lamezia Terme, il nostro maestro e orafo Giovambattista Spadafora incontrerà, per la quarta volta, Papa Benedetto XVI. In questa occasione donerà a Papa Ratzinger un gioiello sotto forma di croce pettorale in metalli e pietre preziose. Si tratta della “Croce del Nuovo Ordine Monastico” del nostro Gioacchino da Fiore al quale si è ispirato ancora una volta per questa storica occasione.  Il Progetto del nuovo ordine monastico, dice il comunicato di alcuni studiosi, è la tavola prescelta perché rappresenta l’organizzazione di una comunità monastica perfetta secondo gli ideali gioachimiti, coerentemente con l’invito costante del Papa di ispirarsi ai principi e ai dogmi della moralità cristiana. Questo gioiello riproduce fedelmente la pianta disegnata dal nostro grande Abate, profeta medievale e straordinario precursore dei tempi moderni.

Non solo, ma anche un calice, realizzato sempre dal nostro bravissimo maestro Giovambattista Spadafora, sarà donato al Santo Padre, da parte del Comune di Serra San Bruno.

Il nostro caro maestro si è detto orgoglioso per tutto ciò. Noi sangiovannesi tutti, vicini e lontani, analogamente, non possiamo che gioire ed essere altrettanto orgogliosi del nostro straordinario “Maestro”, per aver portato, sempre più in alto, l’arte e l’imprenditoria sangiovannesi.

Il rapporto fra il Comune di San Giovanni in Fiore e la Provincia di Cosenza.

155797_170753146289256_107550559276182_403387_4461214_n.jpgpalazzoquadro.jpgFermo restando che sono per l’abolizione delle province in quanto non sono altro, checché se ne dica su premi  vari e gestione, che dei carrozzoni che servono solo a raccattare voti e distribuire prebende,  penso che fin da dopo la prima elezione a Sindaco di Barile, s’era capito subito che la coppia di enti locali Provincia CS e Comune SGF non si sarebbe tanto amata. Il distacco formale e sostanziale è cresciuto mese dopo mese fino a raggiungere l’acme in questi ultimi giorni a causa di tante questioni. Tra tutte, la questione del Palasport, costruito con soldi dei contribuenti e non regalato, forse, è quella più spinosa. Ma anche, e pare sia stato già confermato dal Sindaco Barile nella conferenza pubblica sui cento giorni, sarebbe ancora più spinosa la questione dello sfratto che l’ente Provincia  vorrebbe dare all’ente Comune, essendo lo stesso alloggiato, provvisoriamente per ristrutturazione del Palazzo Comunale, nell’immobile dell’ex scuola IPSIA di proprietà della Provincia, buttando sulla strada non solo coloro che vi lavorano, ma tutti i servizi che il Comune offre, insieme a tutti i cittadini sangiovannesi.  Allora alcune domande mi sorgono spontanee: dove è andato a finire il buon senso? Si deve agire solo ricorrendo ai dispetti? Si può continuare con la vecchia politica? Con la vecchia demagogia? Si può ancora dare credibilità a vecchi amministratori che parlano di rinnovamento, dopo aver dissestato questo nostro paese?

Le ragioni di una tale impasse sono molteplici, politiche ed amministrative. Ma una situazione di tale impasse, diciamolo chiaramente, non giova né al territorio sangiovannese né ai sangiovannesi. In più, se non valuto male, c’è la novità che a San Giovanni in Fiore, dopo la nuova elezione a Sindaco di Barile, sia nata contro il Comune una nuova opposizione, poco costruttiva e sfavorevole alla comunità. Oltre a quella dei consiglieri comunali, pare, vi sia anche quella della Provincia di Cosenza e di qualche altro esponente politico, danneggiando, forse inconsapevolmente ed ulteriormente, tutti i cittadini sangiovannesi. È chiaro che alcune situazioni che si sono venute a determinare in quest’ultimo periodo pongono una serie di interrogativi! Comunque sia,  i due enti farebbero meno fatica a sorreggersi se stessero assieme, e, se non si dividessero, non si indebolirebbero ancora di più, anzi farebbero pure l’interesse dei cittadini.

Ma senza entrare nel merito, credo che ci sia bisogno, oggi, di una “nuova stagione” di collaborazione tra Comune e Provincia per iniziare una sinergia duratura tra i due enti su ambiti importanti come infrastrutture, cultura, ambiente e turismo.
Sul tappeto bisogna mettere subito la questione del Palasport, dell’Abbazia Florense, della raccolta differenziata dei rifiuti e del nostro nosocomio, per dare al territorio sangiovannese nuove prospettive di sviluppo, soprattutto in campo turistico, infrastrutturale e dei servizi. Nessuno si illuda di intraprendere strade diverse e solitarie, la collaborazione è necessaria se si vuole bene a questo nostro paese e lo si vuole realmente migliorare.

La collaborazione, per il bene del nostro territorio, deve passare attraverso il confronto con chi vive sul territorio, in primis il Sindaco.

Deve finire la conflittualità tra Provincia e Comune! Dovrà iniziare una collaborazione-cooperazione che speriamo possa portare vantaggi e benefici alla città ed al territorio.
Programmare insieme è un valore aggiunto!
La partita, per rilanciare ulteriormente il nostro territorio, deve essere giocata insieme dalle due amministrazioni. C’è bisogno di sedersi ad un tavolo comune!

Insomma una tregua è necessaria, ed altre soluzioni non se ne vedono. O almeno, ammesso che ce ne siano, forse, non si vuole tirarle fuori.

PGS

San Giovanni in Fiore – I cento giorni della nuova Giunta Comunale. Il Sindaco Barile? Il buon padre di famiglia!

321535_262572293774007_107550559276182_856849_1061088672_s.jpgUn Sindaco trasparente, lavoratore, onesto, competente, aperto al dialogo ed equilibrato. Non potevamo aspettarci di meglio dal Sindaco Barile e dalla Giunta. Questi primi 100 giorni, se così vogliamo dire, hanno dimostrato la concretezza e l’impegno per le azioni messe in campo dalla nuova Amministrazione. Amministrazione del fare, che in tempi brevi ha fatto comprendere ai sangiovannesi lo stato in cui è stato lasciato questo nostro paese, individuando le linee programmatiche e l’avvio di un percorso finalizzato al recupero di questa nostra comunità. Governare San Giovanni in Fiore, con tutti i problemi che sono in agenda, è difficile, ma tutto ciò non sta scoraggiando né il Sindaco né la Giunta. Le azioni messe in campo dimostrano la volontà di cambiare, un cambiamento fatto di azioni, di atti concreti e decisionismo. Questa Amministrazione, da molti cittadini, è considerata l’ Amministrazione del cambiamento, i buoni risultati raggiunti, in questi ultimi mesi, sono indice di passione, di idee e di azioni concrete. La partita è difficile, ma Barile ha iniziato bene questa sua esperienza al vertice di una comunità complicata come quella di San Giovanni in Fiore. Barile ha avviato una rivoluzione, attesa da molti anni in questa nostra città, forte del consenso dei cittadini. Il suo dinamismo e la sua praticità nell’affrontare con decisione i problemi di San Giovanni in Fiore dimostrano che anche questo paese può beneficiare dell’azione riformatrice e della volontà di cambiamento. La Giunta ed il Sindaco hanno dimostrato di avere le idee chiare ed in poco tempo sono riusciti, nella pianificazione degli interventi da attuare, a conciliare due aspetti fondamentali, l’aumento della qualità dei servizi ed il taglio degli sprechi. La concretezza delle loro azioni hanno già prodotto risultati visibili sul territorio in termini di contenimento dei costi, lasciando da parte egoismi e convenienze. E’ questo l’unico modo per dare una svolta al nostro paese il cui destino pareva ormai segnato.

 

Il Sindaco e la Giunta oltre ad essere partiti con il piede giusto, stanno dimostrando che quando al centro dell’azione politica vi è l’interesse della collettività, non può che esservi un impegno forte e convinto anche da parte di tutti i cittadini per il bene di tutta la comunità.

 

Buon Lavoro!

Manifestazione del centrodestra a Cosenza SCOPELLITI: «SIAMO UNITI E COMPATTI»

images.jpg«Un programma politico non si inventa si vive». Ha iniziato il suo intervento citando don Luigi Sturzo, il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, a conclusione della manifestazione di Cosenza. “Questa – ha detto poi il Governatore – è un’iniziativa nuova che qualcuno non ha colto. C’éuna classe dirigente che vuole comunicare”.

Scopelliti ha poi ribadito più volte il concetto dell’unità: “siamo un gruppo unito – ha detto – contrariamente a chi vorrebbe rappresentarci divisi. E rispondendo a quei gufi che stanno dall’altra parte dico loro; state tranquilli, i risultati arriveranno. Il cambiamento è un percorso che si costruisce e noi stiamo lavorando in questa direzione”. Il governatore ha poi citato i numeri, settore per settore, comparto per comparto, a testimoniare la bontà del lavoro amministrativo e poi ha continuato elencando e spiegando gli obiettivi da raggiungere. Per quanto riguarda le risorse comunitarie, Scopelliti ha detto che “dal 2007 al maggio del 2010 erano stati pubblicati bandi per 230 milioni di euro. Noi, in soli 18 mesi, abbiamo messo in campo bandi per 485 milioni di euro”. Sul precariato, Scopelliti ha detto: “noi poniamo grande attenzione che è una cosa assai diversa dal calcolo elettoralistico che si è fatto nel passato”. Quindi, sul turismo ha ricordato i 47 milioni destinati per gli alberghi e lidi balneari. E sullo stato del mare: “non è inquinato, non ci sono le scorie radioattive ma è solo sporco”. “Questa – ha poi detto Scopelliti – è una regione che ha un ritardo trentennale e bisogna incidere sulle radici e non è un’operazione che si fa in poco tempo. La strada del cambiamento é quella che abbiamo imboccato. E a chi ci chiede risultati diciamo: ci avete lasciato le macerie”. (ANSA).

CALDEROLI: SU LEGGE ELETTORALE.

images.jpgVOTO FUMMO RICATTATI “La Lega e il sottoscritto erano a favore della vecchia legge elettorale, il Mattarellum”. Così il ministro per la Semplificazione Calderoli, al Tg1. “Fummo ricattati da Casini e dall’Udc per introdurre il sistema proporzionale, da Fini che voleva le liste bloccate e da Berlusconi che voleva il premio di maggioranza, con la collaborazione della sinistra che non disse nulla”, ha detto. E: “Infatti fui il primo a definire il nuovo sistema una porcata”. Voto anticipato? “No, credo che ci sia davanti un grosso obiettivo, trasformare l’attuale legislatura in una legislatura costituente”.

Questo referendum è una presa per i fondelli (riuscita!) degli italiani. Le firme sono state raccolte dai partiti che quando erano al governo non hanno fatto nulla in due anni per cambiare la legge elettorale. Il loro è populismo della peggior specie usato per raccattare voti. Né il mattarellum, né il porcellum prevedono un numero limitato di mandati e l’esclusione delle persone poco serie dal Parlamento. Questi politici, tutti, rimarranno seduti nelle loro poltrone. Se il referendum passerà ci sono due possibilità: verrà cambiata la legge elettorale da coloro che ne hanno goduto i benefici (!?) e sono oggi “nominati” alla Camera e al Senato con esiti più che ovvi, oppure si terrà il referendum anti porcellum nella primavera 2012. In quest’ultimo caso si tornerà al mattarellum con gli italiani a festeggiare in piazza la democrazia e la libertà.

Apriamo gli occhi!

Va fatta una riforma seria della legge elettorale, da persone serie, per eleggere persone serie!

Risposta di Beppe Servegnini (Corriere della Sera) a un mio intervento a un suo post.

sfondo-testata-beppe.jpgAvevo scritto a Beppe Servegnini in risposta a un suo post in quanto diceva che nessuno ha un programma politico serio, ma non rispondendomi ho scritto a Sergio Romano editorialista del “Corriere della Sera”. Poi è giunta la risposta di Beppe Servegnini, ma ovviamente non sono d’accordo con lui. Eccola:

http://www.corriere.it/italians/11_Ottobre_01/Movimento-5-stelle_3d72eb12-ebed-11e0-827e-79dc6d433e6d.shtml

PGS

San Giovanni in Fiore – Esprimiamo le nostre idee!

images.jpgOgni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere (art. 19, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – Unesco 10 Dicembre 1948).

Mai avere paura di esprimere le proprie idee, di prendere posizione, di denunciare disservizi vari, di criticare politici che non valgono, di far sapere apertamente, a coloro che sono a capo delle istituzioni pubbliche o di un servizio pubblico, quando  loro sbagliano e quando non fanno l’interesse della collettività.
Il primo passo verso la fine della democrazia è la paura di esprimere le proprie idee. Dire al mondo come la si pensa non è un atto eroico, ma è la normalità.
Ma chi ha paura? Purtroppo in un paese come il nostro sono molti i cittadini che hanno paura di esprimere le loro opinioni. Ma la “cultura” del non parlare si sconfigge anche così. Con il coraggio delle proprie idee. Non penso ci siano alternative. Almeno per adesso non ne vedo.

Certo una persona  può avere una quantità di motivi validi per decidere di non esprimere le proprie idee, come la paura di rappresaglie economiche o legali, di ostracismo sociale o semplicemente il desiderio di preservare il più’ possibile la propria famiglia e il futuro dei propri figli per avere ottenuto la sola promessa di una raccomandazione o di un posto di lavoro da parte del potente di turno. Non c’è nulla di più sbagliato! Così non si potranno mai conseguire dei miglioramenti per  la nostra società, né  potranno mai trionfare  meritocrazia, democrazia, giustizia sociale e quant’altro è necessario ad un popolo civile.

Non abbiamo paura di dire la nostra! Il beneficio di esprimere le proprie idee va oltre il sollievo di togliersi un peso, significa ridefinire le relazioni con se stessi, con gli altri, con la politica, con gli amici, con la società intera, in modo molto più onesto e civile.

Non il dissentire o l’esprimere le proprie idee deve far paura, ma il silenzio ignavo!

PGS