Politica – Nessuno deve restare indietro!

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Di Beppe Grillo

 

Dieci buoni motivi per votare

MoVimento 5 Stelle

Nessuno deve restare indietro. L’Italia deve essere, prima di ogni altra cosa, una comunità. In una comunità, tra i valori più importanti vi è il senso di solidarietà. Il cittadino deve essere il centro della politica. La sua stella polare. Va garantita a tutti una vita dignitosa e, se possibile, la felicità. Il primo articolo della nostra Costituzione dovrebbe esprimere il diritto alla felicità. Ognuno vale uno quando contribuisce al benessere comune. Lavoriamo per pagare le tasse. Il nostro tempo, la nostra vita vengono trasformati in capitoli di spesa delle Finanziarie. Ebbene, questi soldi, nostri soldi, devono essere utilizzati cambiando radicalmente le priorità. La salute, la scuola, le pensioni, la protezione sociale, l’ambiente, il recupero del tempo per vivere, queste sono le priorità. Non gli armamenti, le grandi opere pubbliche inutili come la Tav o l’Expo o la Gronda, le missioni di guerra in Afghanistan o i finanziamenti a partiti e giornali, alle banche, le pensioni d’oro. Bisogna riavvolgere il nastro, ritornare a un senso di umanità, con una pensione a 60 anni, con la cancellazione della legge sugli esodati, con il ripristino dei soldi sottratti alla scuola e alla sanità.

Grillo: «Diventeremo la prima forza politica in Calabria»

imagesCAAMPYYW.jpgDi Lucio Musolino “Corriere Calabria”

http://www.corrieredellacalabria.it/stories/politica/12021_grillo_diventeremo_la_prima_forza_politica_in_calabria/

 

Quasi quattro mila persone ad ascoltare il leader del Movimento 5 Stelle che a un suo sostenitore promette: «Alle prossime comunali di Reggio, li manderemo a casa»

Quasi quattromila persone. Lo “Tsunami tour” di Beppe Grillo ha paralizzato Reggio Calabria. Non cadeva uno spillo nella centralissima piazza duomo. Il comico genovese ha travolto la città dello Stretto con il suo entusiasmo. Il leitmotiv del Movimento 5 stelle è sempre lo stesso.
E dopo aver scaldato la folla accorsa sotto il palco con gli attacchi a Monti, definito «Bin Loden», («È diventato furbo e lo fa per stroncarmi la carriera. Pensate che parla bene di me. Per questo ho deciso di denunciarlo per diffamazione al contrario. Stanno copiando il nostro programma come, per esempio, la nostra idea del limite di due mandati parlamentari e poi a casa») e Berlusconi («Non bisogna processare il puttaniere per eccesso di puttane, bisogna processarlo per i reati veri»), il vulcano Grillo ha suonato la carica ai suoi e ai tanti simpatizzanti calabresi. Con alle spalle i candidati alla Camera e al Senato, infatti, il leader di 5 stelle ha affermato: «Siamo diventati la prima forza politica in Sicilia, e lo saremo anche in Calabria. Abbiamo fatto un miracolo. Questo non è più un movimento. Siamo qualcosa di più. Siamo una comunità. Siamo in guerra, pieni di macerie. Bisogna prendere il paese e ricostruirlo. Ma non ce la facciamo da soli. Ce la faremo solo se stiamo assieme. Dicono che dietro Grillo c’è la massoneria, Casaleggio, c’è la Cia. Ma chi c’è dietro Grillo? C’è solo uno che ha ricevuto tantissimo da persone come voi per 40 anni e vuole contraccambiare un attimo. Questa gente non riesce a capire che qualcuno può fare qualcosa per gli altri senza avere un ritorno economico. Non riescono a capirlo perché non ce l’hanno nel dna».
«Abbiamo selezionato i candidati con il voto online. – ha aggiunto – Ma quando mai avete visto i vostri rappresentanti? Questi non sono candidati che arrivano da un’altra regione. Sono calabresi. Non abbiamo speso un euro e sono tutti incensurati. Probabilmente metteremo dentro il 55% di donne in Parlamento. E non sono donne con i culi di silicone e le labbra di polistirolo. Sono donne che lavorano, che hanno dei figli. Donne normali, persone perbene e oneste».
Grillo, inoltre, ha sottolineato l’importanza del suo movimento nell’attuale panorama politico. Un movimento definito come «un treno» che il Paese deve prendere: «Se passa questo treno, arrivano quelli che menano, discorsi non ne fanno. Andiamo nella violenza. Alba dorata in Grecia ha raddoppiato, c’è il partito nazista in Ungheria».
Nessun riferimento al Comune di Reggio che a ottobre è stato sciolto per mafia. Solo una promessa a uno dei tanti sostenitori che lo ha avvicinato a margine dello “Tsunami tour” chiedendo in merito un suo intervento: «Alle prossime elezioni comunali li manderemo a casa. Te lo prometto».

Lucio Musolino

 

Dal Blog di Beppe Grillo.

Cattura.JPGhttp://www.beppegrillo.it/2013/01/commissione_din.html

 

COMMISSIONE D’INCHIESTA PER IL MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Nel 1995 viene privatizzato il Monte dei Paschi di Siena, chi comanda è la Fondazione MPS (55%) attraverso i rappresentanti del Comune, presenti con membri quasi tutti di area pd, che dal dopoguerra governa la città (8 nominati dal Comune, 5 dalla Provincia, uno da Regione, Unisi e Diocesi). La Fondazione vive solo di dividendi e le sue quote sono vendute nel tempo a vari personaggi come Caltagirone e Gnutti. Per remunerare gli azionisti MPS comincia a vendere le sue proprietà, tra cui le partecipazioni bancarie (San Paolo,Generali), intere banche come la Cassa di Risparmio di Prato e gli immobili (tenuta di Fontanafredda, palazzi Monte Mario a Roma) che remunerano i nuovi azionisti ma sono in realtà frutto del risparmio di secoli dei senesi. MPS viene spolpata. La sinistra ha compiuto la sua missione di consegnare una banca pubblica che funzionava dal 1500 alla Borsa e alla speculazione. Il valore di MPS prima della privatizzazione era di circa 20miliardi di euro, oggi ne vale meno di 2 e ogni giorno il suo titolo diminuisce.
Oggi 10.000 dipendenti rischiano il posto di lavoro. La giunta comunale Ceccuzzi è caduta. La Fondazione non ha più la maggioranza delle azioni (ha dovuto venderle) e si prospetta la nazionalizzazione e il licenziamento di forse 10.000 persone.

Storia di un saccheggio

– Banco Santander compra Antonveneta per 6, 6 miliardi di euro

– Banco Santander si accorge di aver fatto un pessimo affare, scorpora Interbanca da Antonveneta, valutata 1,6 miliardi, e cerca un compratore, il valore della banca reale è di circa 3 miliardi

– Monte dei Paschi compra Antoveneta per 10,3 miliardi pochi mesi dopo

– MPS si accolla anche il passivo di Antoveneta per 7,9 miliardi

– MPS valeva all’epoca 9 miliardi e compra Antoveneta che ha metà dei suoi sportelli (1.000 contro 2.000) per una cifra, 10,3 miliardi, superiore allo stesso valore di MPS

– MPS non ha 10,3 miliardi, quindi si indebita, il titolo crolla

– Per questa operazione il presidente di MPS Mussari (ex presidente anche della Fondazione MPS) viene premiato con la presidenza dell’ABI senza che nessun partito o organo di vigilanza si opponga

– La procura della Repubblica di Siena apre un’inchiesta sull’enorme minusvalenza dell’operazione Antonveneta. Pari circa a circa 14 miliardi di euro, 28.000 miliardi delle vecchie lire, una finanziaria, uno scandalo che rischia di far impallidire la Parmalat

– La Fondazione MPS, azionista di maggioranza di MPS, indica all’assemblea dei soci della banca la nomina di Alessandro Profumo alla carica di presidente. Profumo ex ad di Unicredit è rinviato a giudizio al tribunale di Milano con l’accusa di frode fiscale

– Profumo punta subito sulla riduzione del personale pari a 4.300 senza avviare una causa come MPS contro i responsabili del disastro

– La Fondazione deve vendere parte della sua proprietà azionaria di MPS e passa dal 55% al 35%

– Per evitare il fallimento di MPS Monti eroga un prestito di 3,9 miliardi, cifra equivalente alla Imu sulla prima casa

– Grillo parla di “buco” di 14 miliardi all’assemblea degli azionisti del 25 gennaio 2013, il buco a cui si riferisce era la sottrazione di valore attraverso le operazioni legate ad Antonveneta

– Lunedì 28 gennaio 2013 i pm che indagano sull’affare Antonveneta scoprono bonifici internazionali per 17 miliardi

– Subito dopo emergono somme rilevanti che sarebbero rientrate in Italia con lo Scudo Fiscale voluto dal Pdl e approvato grazie all’assenza in aula di molti deputati del pdmenoelle

Di fronte a questo colossale furto ai danni degli italiani, il cui conteggio finale non è forse ancora concluso, chiedo:
– la verifica dei patrimoni dei segretari del pd e di tutti i nominati nella fondazione MPS dal comune di Siena, della Provincia di Siena, della Regione Toscana dal 1995
– la pubblicazione dei nomi di tutti coloro che hanno goduto dello Scudo Fiscale con l’ammontare degli importi rientrati in Italia
– le dimissioni immediate di Bersani da segretario del pd
Il M5S chiederà l’istituzione di una commissione d’inchiesta su MPS al suo ingresso in Parlamento.

MPS fa impallidire non solo Parmalat, ma anche il fallimento del Banco Ambrosiano, dietro a questo colossale saccheggio, come avvenne allora, ci può essere di tutto. Craxi, in confronto, rubava le caramelle ai bambini.

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Intanto la senatrice PD Finocchiaro, dopo decenni in Parlamento, ora candidata nuovamente in posizione non utile ma utilissima al primo posto in lista grazie al porcellum , in una discussione nella trasmissione televisiva “Porta a Porta” con l’ex ministro all’istruzione Gelmini PDL, definisce le candidate donne del Pd “Parlamentare e non bidelle”. Questa è una dimostrazione lampante di come la casta considera i cittadini e i lavoratori italiani. La Finocchiaro però dimentica che la scorta che gli spingeva il carrello, mentre lei faceva la spesa all’Ikea, è pagata da tutti i cittadini lavoratori con le loro tasse e anche con le tasse di tutte le bidelle italiane.

E’ arrivato il momento di mandare in pensione questa gente!

MEETUP M5S SGF

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SAN GIOVANNI IN FIORE

Crediamo sia giunto il momento di riprenderci in mano il nostro destino per costruire un futuro migliore per noi stessi e, soprattutto, per i giovani. Come liberi cittadini consapevoli dobbiamo difendere i nostri diritti e partecipare attivamente alla gestione della cosa pubblica, senza lasciarla più in mano ad un manipolo di spregiudicati, che usa la politica solo per arricchirsi, e a cui poco importa del bene comune.

I cittadini sangiovannesi consapevoli

MEETUP M5S SGF

http://www.meetup.com/MOVIMENTO-5-STELLE-SAN-GIOVANNI-IN-FIORE/

Le altre caste.

113345408-fd962ccc-b321-4412-bb90-8d6f725364d5.jpgL’Italia, ormai è sotto gli occhi di tutti, non solo è piena di caste e di corporazioni intoccabili caratterizzate da una forte difesa dei propri interessi anche in contrasto con quelli della collettività, ma è piena anche di scandali. Scandali dei quali nessuno, però, è mai colpevole, non c’entra mai. Coloro che sarebbero responsabili degli scandali e delle malefatte, anziché essere chiamati alle loro responsabilità, vengono liquidati con buonuscite milionarie e da nababbi.

Ma andiamo alle caste. Oltre all’arcinota casta politica, della quale sappiamo vita e miracoli, stipendi, liquidazioni e pensioni d’oro, forse non tutti sanno che vi sono anche le caste dei farmacisti, dei notai, dei sindacati e dei magistrati.

Voglio soffermarmi sulle ultime due. Non sono, pregiudizialmente, contro i sindacati e i magistrati: anch’essi svolgono un lavoro difficile, ma un Paese in cui vi sono cittadini semplici per i quali sia il lavoro che le pensioni sono ormai diventati delle chimere e dei miraggi va certamente riformato e innovato. Un Paese in cui non sono più difesi i diritti dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati e dove non è quasi più garantita la giustizia, va riformato. Non è più accettabile che vi siano tempi lunghi per i processi; che vi siano migliaia di prescrizioni (circa 128 mila nel 2012) di reati civili e penali perché non si fa in tempo a svolgere i processi e perché non si identificano i colpevoli; che vi siano carceri sovraffollate e che vi siano forze dell’ordine che alcune volte non abbiano i mezzi per poter svolgere il loro lavoro ordinario. E infine sia il sindacato che la magistratura, per essere più credibili e quindi avere la fiducia dei cittadini, non possono più essere usati come trampolini di lancio per diventare politici.

Inutile le belle parole e proposte dei sindacati se poi non vi sono fatti concreti. Inutile il refrain delle inaugurazioni dell’anno giudiziario se poi non vi saranno mai riforme serie e concrete per la giustizia.

 

SINDACATI

Per quanto riguarda i sindacati va subito detto che molti dei loro attivisti e dipendenti svolgono un lavoro lodevole aiutando molti cittadini e pensionati. Per quanto riguarda, invece l’istituzione sindacale in sé, in particolare la triplice sindacale, perché i sindacati minori hanno sempre cercato come hanno potuto, di rappresentare i diritti dei lavoratori che oggi di diritti non ne hanno più, è responsabile esattamente come i partiti politici della situazione economica e sociale attuale. Oggi il sindacato più che difendere i diritti dei lavoratori si è trasformato, per molti dei suoi esponenti, un trampolino di lancio per diventare deputati e senatori. Esso è una costola dei partiti politici. Per non parlare, poi, dei permessi che le aziende sono tenute a concedere loro, costando al sistema Paese 154 milioni di euro al mese facendo pagare una grossa parte allo Stato, cioè a noi cittadini contribuenti tutti.

Ecco perché anche questi sindacati sono al tramonto. Sono diventati come i partiti politici, una struttura vecchia non facendo più gli interessi dei lavoratori. In questi ultimi tempi non si sono opposti né al massacro della riforma del sistema pensionistico né a quella del lavoro, non un giorno di sciopero né di agitazione riguardo a questi temi. Essi, da enti rappresentanti dei diritti dei lavoratori e dei pensionati, si sono adeguati e trasformati in casta iperburocratizzata e autoreferenziale che ha perso il contatto reale con il Paese. In questi ultimi decenni i sindacalisti si sono moltiplicati come i conigli (sono sei volte più dei carabinieri), sono diventati dei “professionisti” come i politici, mentre i posti di lavoro continuano a calare.

I patronati e i Caf sono la vera macchina da soldi dei sindacati. I Caf ottengono dallo Stato rimborsi di centinaia di milioni di euro per l’adempimento di tutte quelle pratiche burocratiche e fiscali che normalmente la pubblica amministrazione dovrebbe gestire direttamente col cittadino in maniera efficiente. Soldi che i Caf si fanno riconoscere dai vari enti pubblici (Inps e Agenzia delle Entrate su tutti) ogni qualvolta un cittadino si rivolge a loro per la dichiarazione dei redditi, una domanda di pensione o di maternità.

 

MAGISTRATI

Va subito detto, alla faccia della crisi, dei giovani disoccupati, dei pensionati e delle famiglie che non arrivano alla fine del mese, che in questi giorni i magistrati che compongono il “Csm” dei giudici amministrativi (denominato Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa) si sono aumentati lo stipendio. Un aumento, con una semplice delibera interna, di ben 50.000,00 euro l’anno.

Detto questo i magistrati sono la casta più forte nel Paese, l’ultima corporazione rimasta intatta negli anni, con poteri e privilegi vari immutati nel tempo. Hanno le paghe più alte d’Europa, pensioni d’oro e 51 giorni di ferie l’anno.

Prendono il doppio dei colleghi francesi grazie a un sistema di scala mobile che non esiste altrove, e possono arrotondare lo stipendio con incarichi extragiudiziari e quindi avendo molto meno tempo per il lavoro vero e proprio in magistratura. La loro carriera è praticamente automatica: apprendistato, poi, 2 anni dopo il decreto di nomina, sarà magistrato di tribunale, dopo 13 consigliere d’appello, dopo 20 in cassazione e dopo 28 idoneo alle funzioni superiori della suprema corte.

Tutti passaggi automatici che comportano i relativi aumenti di stipendio, ultra sostanziosi.

Gli stipendi dei magistrati italiani sono quasi sconosciuti, ma qualcosa si incomincia a scoprire.

Ecco l’esempio di un magistrato di corte d’appello. Il neopromosso parte da 54.249 euro lordi e arriva dopo 8 classi e 20 scatti a 120.433 euro ai quali si aggiungono 12.669 euro di indennità giudiziaria e 12.182 euro di indennità integrativa. Totale 145.000 euro l’anno.

Il bello è che per mettere insieme 28 tra classi e scatti (biennali secondo la norma) ci vorrebbero 56 anni di servizio. E invece in appello si arriva solo 13 anni dopo il reclutamento, tramite un formidabile meccanismo moltiplicatore per lo stipendio. Senza contare le migliaia di incarichi extragiudiziari che nel 99% dei casi ricevono il sì del Consiglio Superiore della Magistratura.

Il tutto lavorando circa 1.560 ore l’anno.

Saranno riformate queste caste? Quasi impossibile se non ci sarà prima la riforma della politica italiana!

PGS

Sono i partiti il cancro del sistema.

imagesCA6W98NL.jpgDi Massimo Fini

Già nel 1960, in un famoso discorso in Parlamento, il presidente del Senato Cesare Merzagora avvertiva dei pericoli di una democrazia che si trasforma in partitocrazia. Ma era ormai troppo tardi, i partiti avevano già occupato la Repubblica e non gli diedero ascolto. A metà degli anni ’70, di fronte ai ripetuti scandali politici, i partiti proposero, con un referendum, di essere finanziati legalmente con denaro pubblico così, dissero, “non ruberemo più”. Nonostante fosse una forzatura, data la natura privatistica di queste organizzazioni, noi cittadini, diligenti e creduloni, votammo sì. Ma nei primi anni Novanta, con Mani Pulite, scoprimmo di essere stati buggerati: i partiti rubavano cento volte più di prima. Allora, attraverso un altro referendum, votammo no al loro finanziamento pubblico. Ma i partiti lo aggirarono con l’escamotage del rimborso spese elettorali. E oggi scopriamo che, senza che siano diminuite le loro grassazioni e i loro taglieggiamenti, li foraggiamo, con i nostri soldi, in una misura ancora maggiore.

Adesso i partiti, terrorizzati dal crollo della loro credibilità (scesa al 4%), dovuto non solo alle loro sistematiche ruberie e al mafioso sistema clientelare che hanno imposto al Paese ma anche al fatto che sono questi partiti e i loro esponenti ad averci portato, in un percorso durato trent’anni, sull’orlo di un abisso economico che sta intaccando i nostri stipendi, le nostre pensioni, le nostre case, i nostri risparmi, la nostra vita, giurano di volersi riformare e parlano di ‘trasparenza’ dei loro bilanci. Non ce ne frega niente della ‘trasparenza’. A costoro non vogliamo dare più un soldo, né legale né illegale. Qui non è in discussione la ‘trasparenza’ ma la forma-partito e la stessa essenza della democrazia rappresentativa che ha fatto un clamoroso fallimento.

I partiti, da sé soli, non si riformeranno mai. Sarebbe come chiedere a un vampiro di rinunciare al sangue che lo tiene in vita. Ma d’altro canto non è accettabile che tutti coloro che negli ultimi trent’anni hanno avuto un ruolo nella politica nazionale e che sono responsabili, pro quota, di questo fallimento, continuino a comandarci e a presentare ogni giorno le loro facce da culo in Tv. Questa gente deve essere spazzata via. Tutta. Senza eccezioni. Poi ricominceremo da capo.

San Giovanni in Fiore – Neve: impariamo a dire anche grazie!

408244_322390047792231_411035062_n.jpgUn plauso va all’Amministrazione Comunale per come sta affrontando le copiose nevicate che stanno interessando il nostro territorio e la nostra cittadina garantendo così la libera e sicura circolazione dei cittadini nonché la sicurezza del mondo scolastico ordinando la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado.

Altrettanto un elogio va all’ANAS per come sta effettuando il servizio sulla SS 107 tra San Giovanni in Fiore e Cosenza garantendo la sicurezza e la circolazione di tutti gli automobilisti.

Grazie!

Redazionale

Politica – Il masochismo di tanti cittadini.

Cattura.JPGCome si fa a provare piacere ad essere maltrattati, umiliati e colpiti moralmente da questi partiti politici senza alcuna reazione?  Solo una sorte di desiderio di autopunizione può giustificare un tale atteggiamento. E questa specie di desiderio lo possono avere solo i masochisti.

Ma guardiamo dentro alle liste di questi partiti. Se gli uomini che vi sono dentro continueranno a rimanervi attaccati come cozze, i partiti non cambieranno mai.

Anche in Calabria questi partiti hanno radunato vecchie cozze dicendo di rinnovarsi, ma sapendo che sono distanti mille miglia dalla gente e dai giovani.

A parte la crisi, le riforme mancate, le tasse, la disoccupazione e il punto in cui oggi hanno portato il Paese, questi partiti non sono la democrazia, ma la sua degenerazione. Sono la controparte di tantissimi cittadini e non la loro democrazia rappresentativa.

Chi oggi appartiene alle oligarchie di questi partiti non necessariamente deve possedere qualità specifiche. Questa classe politica è formata da persone che hanno come elemento di distinzione unicamente quello di fare i politicanti e non di amministrare per il bene della collettività. La loro legittimazione è tutta interna al meccanismo politico che le ha prodotte. Sono i professionisti della politica che vivono di politica e sulla politica. Ѐ pratica diffusa promettere in un modo e agire diversamente.

La selezione della nomenclatura è autoreferenziale, puramente burocratica, avviene all’interno degli apparati di partito, attraverso lotte oscure, feroci, degradanti e con un ricorso sistematico alla furbizia per procacciarsi il consenso. Oppure avviene per cooptazione sulla base della fedeltà canina dell’adepto o per un qualche capriccio del capobastone.

Che tanti contribuenti e cittadini,  persone formalmente libere, votino della gente così perché li comandi e li sottometta è una manifestazione di un masochismo incredibile che dovrebbe lasciare stupiti tutte le persone con un minimo di cervello. Sottomettersi a questi  partiti politici, a questa classe dirigente o ad altri parassiti di questa politica che cambiano facilmente forma, è cosa talmente deprimente e mortificante che in altri luoghi, con cittadini più responsabili, più consapevoli e più svegli, provocherebbe indignazione e incazzature varie. Ma poiché tanti cittadini italiani non sono più uomini ma dei masochisti timorosi senza capacità alcuna di reazione, potrebbe non cambiare nulla.

PGS

Emigrazione – Il Governo Italiano boccia la legge sui rapporti con le comunità calabresi nel mondo.

imagesCAUYYH8S.jpgVersione inglese – English Version

Il Governo Italiano ha  bocciato la legge in materia di relazioni tra la Regione Calabria e le comunità calabresi nel mondo. Il testo, approvato il 29 ottobre scorso, sarà impugnato davanti alla Corte Costituzionale Italiana mentre il Consiglio Regionale calabrese approva alcune modifiche correttive alla legge.

Secondo il Governo centrale la legge calabrese conterrebbe alcuni disposizioni in contrasto con i principi in materia di tutela della salute che la  Carta Costituzionale riserva allo Stato.

Molte misure di questo testo di legge sono giudicate dal Governo in contrasto con quanto sancito dalla Costituzione Italiana e per questo motivo meritevoli di un approfondimento davanti ai giudici della Corte Costituzionale. In particolare si violerebbe l’art. 117 sul rimborso delle spese mediche sostenute all’estero per un numero di ipotesi considerevolmente più ampio rispetto a quello stabilito a livello statale e quindi in contrasto con i principi fondamentali in materia di tutela della salute che stabiliscono i criteri in base ai quali è consentito rimborsare le spese per cure mediche ai connazionali che lavorano all’estero.

Altre disposizioni del testo approvato dalla Regione Calabria violerebbero l’articolo 3 della Costituzione in quanto determinano una situazione di diseguaglianza tra i cittadini italiani privilegiando esclusivamente quelli calabresi rispetto ad altri cittadini di altre regioni.

Tuttavia, appena subito dopo la bocciatura del Governo, il Consiglio regionale ha approvato una serie di modifiche al testo originale oggetto di valutazione da parte del Governo.

PGS