Calabria – L’inizio della restaurazione politica nel PD da parte del neo Presidente Mario Oliverio.

Di Pietro Giovanni Spadafora

Quello che mi ha colpito in questa tornata per le elezioni ragionali della Calabria e dell’Emilia Romagna è stata l’alta percentuale di astensionismo.

Adesso alcuni vecchi partiti tradizionali tra cui anche la nuova forza politica del M5S, di cui sono attivista, hanno incominciato la resa dei conti al loro interno a causa della loro quasi sparizione, o perché non hanno confermato alcuni risultati precedenti.

Ognuno fa le proprie analisi, ed è giusto che sia così per trarne utili discussioni. Personalmente, a dire il vero, non ho delle analisi da fare, mi pongo, invece, delle domande.

1. Non è che l’astensionismo, in generale, ma anche qui in Calabria, sia dovuto al fatto che la gente non crede più che le categorie di destra, centro e sinistra, ormai diventate obsolete, nonché il neonato M5S, non siano più in grado di comprendere e tantomeno di gestire le esigenze più profonde dei cittadini?

2. Non è che votando qualcuno, il cittadino abbia compreso, che poi in realtà va a fare il gioco delle oligarchie politiche per le quali il rito del voto è il modo per legittimare per altri 5 anni le loro soperchierie, i loro abusi, i loro soprusi a danno della popolazione?

3. Non è che con l’astensione, soprattutto come è stata massiccia in queste tornate regionali, i cittadini hanno voluto far sentire a tutta questa classe politica e dirigente che hanno capito il gioco e che non ne possono più di questo sistema dove il nome della democrazia viene usato per scopi e interessi che con la democrazia non hanno nulla a che  fare?

4. Non è che i cittadini hanno capito che il sistema non si cambia cambiando qualche uomo, ma cambiando il sistema?

Ecco la ragione perché, probabilmente, a mio parere, i cittadini, o forse sudditi, non si vogliono più recare ai seggi elettorali! Ѐ chiaro che adesso toccherà alla vera politica, quella con la P maiuscola, far ritornare i cittadini, e non sudditi, a votare!

Ma quello che più mi ha colpito, in questa tornata elettorale, oltre alla vittoria schiacciante del Presidente Mario Oliverio, comprimendo le vecchie e nuove forze politiche, è la “rottamazione dei rottamatori” all’interno dello stesso PD calabrese. Il neo eletto Governatore della Calabria Mario Oliverio ha rottamatato coloro che lo volevano rottamare. Li ha totalmente asfaltati. Si, perché, e nessuno può negarlo, non ci siamo già dimenticati, i renziani calabresi hanno fatto di tutto per ostacolare e rottamare, sia prima che durante le primarie, il politico Mario Oliverio. 

Altro che vittoria di Renzi, 2-0, questa è una sconfitta proprio dei renziani, sia in Emilia Romagna, per tante altre ragioni, che in Calabria. Ѐ una sconfitta del comportamento dei renziani  ex democristiani, del loro intento di rottamare le vecchie guardie comuniste. Non per niente il neo Governatore Mario Oliverio in una intervista ha detto che sta con il Governo Renzi, ma non può, nel modo più assoluto, essere considerato renziano. Lui è orgogliosissimo del suo passato politico e rivendica gli anni del Pci. E ancora la rottamazione di Renzi non può essere la liquidazione di una tradizione politica come quella pidiessina o diessina.

Insomma la restaurazione delle vecchie guardie comuniste è già iniziata, è partita dalla lontana Calabria, con Mario Oliverio, e senz’altro, a mio parere, nel prossimo futuro, invaderà tutto il PD nazionale. Ѐ incominciato il processo di ristabilimento del potere nel suo vecchio partito.

Grazie al neo Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio hanno ripreso a respirare e a riprendere voce i vari, già quasi politicamente seppelliti, dalemiani, bersaniani, civatiani, il sindacato, la vera sinistra e comunisti vari. Renzi e il suo Governo, probabilmente, hanno le settimane contate. Il vero PD, vecchio Pci, ha iniziato a ritornare nelle mani naturali dei suoi vecchi membri.

La Calabria è stata ridotta in macerie, e di questo il Presidente Mario Oliverio ne è consapevolissimo. Ora si tratta di riprendere questa nostra terra sotto ogni aspetto. Se la restaurazione politica di Mario Oliverio andrà nella giusta direzione, se assolverà i compiti della ricostruzione della Calabria e non solo, senza alcun dubbio sarà, visto tutto il disastro creato dalle ex giunte regionali, dai governi nazionali precedenti, e in ultimo dal Governo Renzi, dalle sue tasse, dalle sue politiche, dai suoi scontri con il sindacato dei lavoratori e dai suoi accoliti, benvenuta e benefica, altrimenti resterà solo una restaurazione politica di potere.

Tuttavia, e questo, a mio parere, è innegabile, il calabrese Mario Oliverio è, ormai, un uomo storico importantissimo della tradizione politica del Pci e della sinistra italiana. E sempre, a mio avviso, tutto ciò ha aperto, anzi spalancato, per il futuro, al neo Presidente Mario Oliverio, tutte le porte istituzionali nazionali, sia all’interno del suo partito che all’interno dell’Ordinamento dello Stato Italiano.

Il neo eletto Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio

No all’arretramento definitivo di San Giovanni in Fiore!

Quando ti accorgi che si parla solo di banalità di nessuna importanza mentre la dimensione dei reali problemi della tua città è sottovalutata; quando il dibattito politico è scadente; quando la vera e onesta informazione è inesistente; quando senti che alcune dichiarazioni ti lasciano incredulo; quando poi sei dentro la narrazione di alcuni fatti che accadono nella tua città, perché la vivi, allora senti il diritto-dovere di intervenire.

Mentre ogni giorno la nostra comunità arretra, tanti parlano, tanti dibattono su cose futili, magari cercando un po’ di visibilità, ma eludendo quelli che sono i veri problemi da affrontare, tanti altri si atteggiano a  grandi statisti, a grandi esperti di economia e non solo, a lungimiranti politici, e tanti altri hanno le soluzioni dei problemi sangiovannesi in tasca. Per non parlare poi dei vecchi e navigati politici, che ancora oggi si propongono come nuovi, che hanno affossato questa comunità. Molti parlano delle loro lotte politiche, delle loro lotte per il lavoro, delle loro lotte per il rispetto delle regole, dei diritti, di quello che sono stati, e poi quando ti rendi conto che i risultati raggiunti sono quelli sotto gli occhi di tutti in ogni aspetto, in ogni settore della nostra città, significa che c’è qualcosa che non va, che siamo in presenza di un paese che arretra, e di molto, di un paese che si spopola, da cui i giovani, prima o poi, scappano tutti via. C’è, in questo nostro paese, una silenziosa rassegnazione. C’è chi, addirittura, ma forse non conoscendo la nostra Carta Costituzionale, si accontenta solo delle briciole, pensando che i diritti dei cittadini, e forse anche dell’intera comunità sangiovannese, siano solo delle concessioni da parte del politicante di turno. Brutto segno!

Per gli attuali amministratori, consiglieri, opposizioni, ma anche per tanti cittadini, in questa nostra San Giovanni in Fiore, in questa crisi, basta tirare a campare. Per quelli che se lo possono permettere, ma purtroppo, ahimè, per tanti altri non è possibile, bastano 50 euro in tasca, il telefonino, una pizza, un giro con l’auto, una bella partita di calcio vista in Tv, un po’ di gossip, una qualche chiacchiera politica e tutto va a meraviglia. Andreotti diceva che è meglio tirare a campare che tirare le cuoia. Ѐ quello che sta avvenendo, senza alcuna prospettiva, senza alcun progetto, senza alcuna via d’uscita, anche qui da noi.

Per tanti altri, soprattutto benestanti, non perché essere benestanti sia un peccato o un crimine, invece, i tanti problemi che affliggono la nostra comunità sono inesistenti, tutto va bene: la sanità, l’ambiente, il decoro urbano, il turismo, la cultura, la disinformazione, i servizi, le tasse, gli aumenti e i soprusi. Di qui un certo immobilismo di cui si è avuto prova in tante altre occasioni, ma anche, tranne qualche voce onesta fuori dal coro, un certo silenzio caduto sulla città, un silenzio quasi patologico e psichiatrico, soprattutto da parte di chi ha responsabilità istituzionali. Non servono più i soliti finti tavoli e sedi opportune per discutere, né tantomeno servono più le finte manifestazioni culturali-elettoralistiche, qui c’è bisogno di fatti, di concretezza, di un serio progetto politico per la nostra comunità, per il futuro dei nostri giovani!

Non è vero che le responsabilità di quello che non va qui nella nostra città sono tutte del governo centrale, di Roma, di Bruxelles o di altri. Molte responsabilità sono dei cittadini, di noi cittadini sangiovannesi. A chi si è tenuto il sacco in tutti questi anni? A chi, oggi, si continua a tenerlo?

Decenni di amministrazione cattiva, sbagliata e totalmente negligente verso le problematiche del paese hanno trascinato la nostra comunità in una situazione disastrosa. Questa è una delle ragioni per cui bisogna essere diffidenti nei confronti di questi gruppi politici tradizionali, di questi partiti, dei loro adepti e seguaci, dei loro finti comitati, delle loro lotte interne, piccole mafie, cricche e gruppi di interesse!

Il vecchio modo di fare politica, anche in questa comunità, non è stato altro che lo specchio della società, per cui oggi bisogna essere convinti che occorre che il cambiamento inizi soprattutto fra i cittadini sangiovannesi, nel loro modo di pensare, di agire, e di conseguenza esso avverrà anche politicamente. Questo sforzo, se siamo onesti, lo dobbiamo alle nostre future generazioni.

Il tempo del “vi promettiamo questo o quello” è finito. Non vi è più spazio per gli interessi personali. Bisogna che si dia spazio alle idee necessarie per rilanciare il presente e il futuro della città, oltre a restituirle la propria identità attraverso il rilancio sociale, economico, culturale e ambientale. San Giovanni in Fiore possiede i mezzi per poter uscire da questa situazione difficile, basta semplicemente che gli interessi personali, dei partiti e loro famigli siano accantonati e che l’onestà, soprattutto intellettuale, e la partecipazione del popolo sangiovannese diventino il fulcro di questo cambiamento.

In questa nostra comunità o ci sarà una vera svolta nel modo di fare politica, o ci sarà una lenta stagnazione, magari con facce nuove per proteggere i vecchi interessi di sempre, i voti dei loro referenti, dei loro politicanti di turno. Le passate come la presente amministrazione, così come il comportamento della società sangiovannese, hanno dimostrato di essere solo, tranne la cura di qualche interesse privato, “una scatola vuota”.

Bisogna smetterla di delegare ai politicanti, ai politici di mestiere la soluzione dei problemi. Bisogna cambiare modo di pensare di fare politica, bisogna cambiare la mentalità di questa nostra società, restituire ai veri giocatori, i cittadini, la scacchiera, il gioco. Dobbiamo diventare una comunità! Solo come una vera e solidale comunità che ha degli obiettivi comuni, si potrà sperare in un vero cambiamento della Città di Gioacchino.

Più partecipazione, più impegno, più coraggio, più idee e più informazione onesta!

Cambiare, cambiare senza paura!

Questo intorpidimento di menti e di arti non può più proseguire. È necessario alzare la testa per contrastare l’isolamento verso cui sta scivolando questo nostro paese e, soprattutto, decidere una volta per tutte cosa si intende fare di San Giovanni in Fiore.

Perché basta immergere nella sporcizia un solo dito per poi finire con lo sporcarsi tutta la mano e diventare, in pochissimo tempo, parte integrante di questi vecchi partiti politici. Non si scelga di diventarne parte, ma si scelga di cambiarli in modo democratico e civile, rompendo il loro consociativismo! Lo dobbiamo ai nostri figli!

Pietro Giovanni Spadafora

SGF – Amministrazione Comunale: fine 2013 e nessun cambiamento!

Anche  quest’anno è finito ed è tempo di bilanci, soprattutto per la politica locale.  Nulla di nuovo è emerso dalla conferenza stampa di fine anno, organizzata in  fretta e furia, giorno 29 dicembre 2013, alle ore 11,30, tenuta dal primo  cittadino, Dott. Antonio Barile. Alle domande della stampa locale, e anche  nostre, tramite il nostro attivista e Blogger Pietro Giovanni Spadafora, hanno  fatto seguito risposte non esaustive. Purtroppo nessun cambiamento! Come possono  cambiare le cose in questa nostra comunità, se l’attuale amministrazione applica  quella stessa vecchia politica che diceva di voler contrastare?

Nessuna  progettualità, nessun coraggio di puntare al futuro, solo la gestione più o meno  pasticciata dell’ordinario con notevole aumento di tasse varie alle quali non  corrispondono mai servizi adeguati. Continui piagnistei sul fronte del debito  comunale che, a dire il vero, non è dato sapere con precisione a quanto ammonti:  11, 12, o 13, o forse anche 15 milioni di euro. Solo questo emerge dalla  giunta.

Questo  nostro paese, come non mai, pare stia cadendo a pezzi. Ci ritroviamo con molte  zone, quartieri ed edifici pubblici in condizioni a volte pietose. Tante strade  e gradinate si sono trasformate in mulattiere piene di buche e anche di  sporcizia. In alcune zone l’illuminazione pubblica lascia a desiderare e, alcune  volte, i rifiuti la fanno da padrone. Insomma, nell’attuale amministrazione un  certo immobilismo regna sovrano. Si tira a campare con le solite vecchie logiche  stagnanti che stanno condannando questa nostra comunità a una situazione di non  ritorno. L’unica certezza che si intravvede è che l’incapacità  politico-amministrativa di oggi va a fondersi con quella di un’opposizione  altrettanto incapace e con le responsabilità delle vecchie amministrazioni che  hanno portato il nostro Comune al dissesto finanziario e che oggi ci costringono  a subire una tassazione con aliquote al massimo, ma con corrispondenti servizi  al minimo.

Questa  amministrazione, ormai sono più di tre anni, con un’interruzione commissariale  di qualche mese, che gestisce questa comunità, ha dimostrato di avere il fiato  corto. Oltre alla cronica disoccupazione, soprattutto quella giovanile, al  lavoro che generalmente manca, questa amministrazione non ha messo in campo  nessuna seria iniziativa per affrontare i problemi dello sviluppo turistico,  culturale, ambientale, sanitario, dei servizi sociali, dell’emigrazione, delle  attività imprenditoriali, artigianali e di quelle commerciali . Molti negozi  hanno abbassato le saracinesche e tanti altri stanno soffrendo una crisi  economica spaventosa, tutte le attività imprenditoriali rischiano di ritrovarsi  in ginocchio perché è bloccata ogni iniziativa di sviluppo territoriale. Nessuna  inventiva e progettualità.

Con  l’inizio del nuovo anno auspichiamo un’intensificazione delle azioni,  un’intensificazione della progettualità logistica e strategica.

Bisogna  smetterla con il modus operandi della “vecchia politica” seguendo la logica e  gli ordini di scuderia. Ci vogliono più coraggio e più libertà  d’azione!

Fra  poco, stando sempre alla conferenza stampa di fine anno del Sindaco, si dovranno  avere tre nuovi dirigenti comunali. La speranza è che non si ricorrerà al  vecchio manuale Cencelli e alle solite logiche dei partiti. Vedremo i criteri  democratici e trasparenti, di un eventuale concorso pubblico, che si  utilizzeranno per inserire queste figure nel nostro Comune!

Se  il vecchio modo di fare politica, brutto vizio, dovesse continuare per i  prossimi mesi, senza lasciar intravvedere alcuna inversione di rotta, questa  nostra città sarà destinata ad una morte certa e lenta. Non vogliamo credere che  si voglia arrivare a tanto!

Stiano  tranquilli i nostri amministratori! Non auspichiamo alcuna dimissione, né  giochiamo allo sfascio, né vogliamo far spendere altri soldi per elezioni  anticipate, appesantendo il già pesante bilancio negativo del Comune. Noi del  Meetup M5S SGF invitiamo l’Amministrazione Comunale a governare ancora per la  restante parte di questa legislatura! Ma che l’attività di governo sia  finalizzata alla tutela del bene comune! E non si ripeta il solito ritornello di  mancanza di proposte da parte dei cittadini, perché questi hanno delegato  Sindaco e Giunta a risolvere i problemi della città con le idee, le capacità e  le competenze richieste dalle diverse situazioni. All’opposizione (addormentata)  diciamo di svegliarsi e di fare opposizione vera e seria nell’interesse della  comunità e dei cittadini tutti!

Saremo  vigili!!!

Meetup  M5S SGF

M5S SGF simbolo

Il Governo Letta ritira il decreto porcata Salva-Roma.

Il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ordina al Capo del Governo Enrico Letta di ritirare il decreto porcata Salva-Roma.

Questo dimostra, in pratica, due cose:

1. Che quando in Parlamento l’opposizione è seria si ottengono dei risultati concreti. Oltre ad essere una vittoria del M5S e delle altre opposizioni, questa è una vittoria dei cittadini. Ciò dimostra altresì che negli ultimi 20-25 anni, in Parlamento, non vi è mai stata alcuna opposizione seria a tutela degli interessi dei cittadini avendo permesso di far passare ed approvare tutta una seria di porcate: vedi le leggi ad personam, lo scudo fiscale permettendo agli evasori di far rientrare i loro capitali dall’estero con una semplice tassa del 5%, la legge Fornero sulle pensioni, la legge elettorale cosiddetta “Porcellum” ecc. ecc.

2. Che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, anziché essere super partes e garante delle istituzioni, de facto, è lui a governare questo Paese, ed il Governo Letta non è altro che un Governo fantoccio imposto e messo lì dall’Europa con il beneplacito dello stesso Napolitano, togliendo, in pratica, la sovranità al popolo italiano. Ecco perché il Capo dello Stato, se fosse serio,appena nel nuovo anno, dovrebbe sciogliere immediatamente le camere, poi dimettersi e andare subito al voto, anche con il Mattarellum. Avremmo così un nuovo Parlamento più democratico scelto dai cittadini e non nominato dai partiti, un nuovo Capo dello Stato, sicuramente più garante delle istituzioni e più super partes, ed un Governo legittimo. Tutto ciò non sarebbe un trauma, ma sarebbe la DE-MO-CRA-ZI-A!

Lo so! Oggi è Natale, e dovevo stare zitto ed essere più buono! Ma era come se avessi un peso sullo stomaco.

Un abbraccio a tutti e Buon Natale!

Pietro Giovanni Spadafora

Politica – La lunga notte di San Giovanni in Fiore.

SGF by Night.jpgSGF by Night – Foto di Sal Olivito

Fatta salva l’attuale amministrazione comunale sangiovannese rispetto all’enorme buco finanziario accertato, non perché sino ad oggi sia stata migliore delle altre, ma perché per onestà intellettuale va dato un giudizio definitivo alla fine della sua legislatura, anticipata o naturale che sia, va detto che, in questi primi anni, essa non ha fatto altro che espletare la funzione di curatore fallimentare. Sì, perché San Giovanni in Fiore, con un enorme debito e le casse vuote, è di fatto un comune fallito. Ogni settimana si scoprono nuovi debiti grazie alla capacità e all’abilità del Sindaco. Abilità e capacità che, a quanto pare, non  erano in suo possesso quando il primo cittadino è stato all’opposizione per dieci lunghi anni. Possibile che, essendo il bilancio comunale pubblico e consultabile da tutti, nessuno mai sia accorto di una politica così scellerata? Fatto grave! Tanto più, se si considera che un consigliere comunale di opposizione, preparato e competente, non se ne sia mai accorto in un decennio, questo è ancora più grave. Una domanda allora sorge spontanea: tutto ciò si è verificato per un’opposizione incapace o per un’opposizione accomodante? Oppure dobbiamo pensare che le falsità di tanti anni, la disinformazione istituzionale locale e le ruberie continue, applicando una strategia del consenso consociativo, ci hanno portato a questo punto?

Nell’ultima conferenza stampa il Sindaco ha detto che in una tale situazione debitoria drammatica e spaventosa del nostro Comune, oggi ci sono solo due strade che lui potrebbe percorrere: o abbandonare la nave o cercare di provare di risanare tutto. Lui ha scelto la seconda. Va dato atto al suo coraggio e di questo lo ringraziamo. Deve provarci! Ѐ giusto che ci provi! Non possiamo giocare, specialmente in una crisi del genere, al massacro, o al rovesciamento del tavolo. Però credo che noi cittadini, almeno, abbiamo il diritto di sapere come si cercherà di risanare i conti del Comune. Con quale strategia politica; quali attività l’amministrazione intende promuovere; con quale programmazione economica, turistica, culturale, ambientale e sociale; con quali, sempre che ve ne siano in cantiere, progetti; con quali impegni e per che cosa si cercherà di reperire fondi europei e regionali; soprattutto con quale politica fiscale locale intenderà portare avanti il risanamento. Ecco queste sono alcune delle cose che noi cittadini vorremmo sapere, e che né ieri, né oggi, né nell’ultima conferenza stampa il Sindaco ci ha detto. Altrimenti dire che si ama questo paese e che si farà di tutto per risanarlo diventa solo un mero e semplice esercizio di demagogia e di promesse, tanto per dire che l’impegno c’è stato, ma, nonostante tutto,  non ha portato a risultati concreti. Né tantomeno si può chiedere ai cittadini di recarsi presso il Comune per fare proposte e redigere progetti. I politici e gli amministratori sono stati mandati lì, al Comune, per fare i politici e gli amministratori. Sennò diventa una richiesta e una scusa per nascondere le proprie incapacità amministrative. Comunque sia, la vera partecipazione si attua quando gli amministratori accettano ben volentieri le proposte e i suggerimenti della cittadinanza o di singoli cittadini senza alcun pregiudizio di sorta.

Premesso e detto questo, negli ultimi decenni, la classe politica, la classe dirigente e i vecchi partiti locali, allo stesso modo di quelli nazionali e regionali, hanno sempre fallito nel proprio mandato, nell’amministrare questa nostra città. Sono anni che questo vecchio modo di fare politica di questi partiti ha fatto sì che si inceppassero gli ingranaggi della nostra macchina amministrativa. Se poi consideriamo i nuovi prodotti e le giovani maschere (dietro alle quali ci sono i papà, gli zii e via discorrendo) di questi vecchi partiti, nonché di altri partitini spariti (per fortuna) già dalla circolazione, che vorrebbero perpetuare il vecchio modo di fare politica, allora si continuerebbe a mortificare questo nostro territorio, nonché a rischiare, e non ce lo possiamo più permettere, il futuro di questa nostra comunità.

Un Comune altamente indebitato nel corso degli anni, per incapacità amministrative e personali, la mancanza di una vera alternativa politico-amministrativa credibile, l’attuale situazione economica, sociale ed ambientale, nonché l’isolamento del territorio sotto ogni aspetto, sono il simbolo del fallimento di San Giovanni in Fiore, della sua politica, della sua classe dirigente, dei partiti politici locali, dei vecchi parrucconi, della maggior parte dell’informazione locale, di tanta parte del sindacato, di quelli che dovevano spendersi per tutelarne l’occupazione, l’ambiente, la sanità, i servizi, le potenzialità, i fondi europei, lo sviluppo, i progetti, l’economia, il turismo, il patrimonio artistico, il commercio, l’artigianato, di quelli che dovevano spendersi per evitare il lento ed invisibile spopolamento della nostra comunità, e chi più ne ha più ne metta.

C’è bisogno di una nuova indicazione di marcia, di una nuova speranza per il futuro, senza lasciare più i cittadini nell’indifferenza, nella rassegnazione più totale, nella sfiducia e nel disdegno per la politica! È necessario rompere con il passato, con il vecchio sistema dei partiti, con il vecchio modo di interpretare la politica, con una classe politica locale “sempre identica a se stessa”,  che da 30 anni monopolizza la scena quasi sempre con gli stessi attori, o con loro prodotti, o con loro giovani repliche!

Credo sia giunto il momento di voltare pagina, rapidamente e senza indugi, ampliando gli spazi di partecipazione e di consapevolezza dei cittadini! Credo sia giunto il momento che il tempo dei capi-bastone, dei referenti, dei gattopardi, delle maschere, degli adulatori, dei seguaci-servi incalliti e dei famigli vari, sia il più breve possibile! Ne va del nostro futuro. Del futuro di questa nostra città. Del futuro dei nostri giovani.

Infine, sempre nell’ultima conferenza stampa, il Sindaco ha dichiarato che molto probabilmente alle prossime elezioni comunali non si ricandiderà più a primo cittadino. La scelta starà a lui e dovrà farla solo lui. Ma anche se si dovesse ricandidare e dovesse rivincere, sono convinto che il prossimo Sindaco di San Giovanni in Fiore dovrà operare con una nuova politica al di fuori delle logiche di questi vecchi partiti e dovrà rappresentare la comunità sangiovannese nella sua interezza nonché nelle sue diversità sociali, economiche, culturali, produttive, di associazionismo e di vera solidarietà.

Pietro Giovanni Spadafora

Cittadino consapevole

Governo tecnico? Più politico dei governi politici imposto dall’Europa.

gioco65.jpgAlla fine cosa ci dice questo governo cosiddetto tecnico? Ci dice che “senza sacrifici addio ai risparmi familiari“. Qualcuno dice che “sono necessari sacrifici anche per i meno abbienti“. Come se i meno abbienti non avessero mai pagato. Anzi, sono stati sempre gli unici a pagare. Nessuno è contrario ai sacrifici, quello che è inaccettabile, è che non sono stati stabiliti in modo giusto, equo e proporzionato alle capacità reddituali di ognuno, come prevede la Costituzione all’Art. 53: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Lo abbiamo capito tutti che questo governo e i suoi ministri sono marionette guidate da questa classe dirigente e da questi partiti. Gli stessi deputati sono ancora tutti lì (la maggior parte tutti insieme) a ricattare il governo sulla fiducia al decreto “delle liberalizzazioni e della crescita“. Addirittura un deputato donna, da 25 anni in Parlamento, in un noto programma televisivo, afferma che qualche volta il suo stipendio è inferiore a quello di un commesso e che ci vorrebbe uno stipendio più dignitoso. Poi dici che uno si indigna! Come se la dignità di tutti gli altri lavoratori, pensionati e cittadini disoccupati, fosse meno importante della sua, e come se tutti fossero dei cretini.
Ai meno abbienti si chiedono sacrifici, ma nessun taglio ai finanziamenti pubblici all’editoria, nessun taglio agli stipendi dei parlamentari, nessun taglio alle province, e nessun, ripeto, nessun partito che rinunci ai rimborsi elettorali. È la solita politica all’italiana che, non potendo o volendo risolvere i problemi, li sposta nello spazio o nel tempo, per rinviarne sine die la soluzione, possibilmente accollandola a chi verrà dopo. Intanto i focolai di protesta e i segnali del degrado sociale di questo Paese si fanno sempre più vistosi.
Non possiamo più permettere al disprezzo della cultura, alla televisione beota, ai vaniloqui di alcuni deputati, alla scadente qualità di alcuni politicanti e al terreno dell’ignoranza, di far nascere ed alimentare il declino della democrazia!
La vera politica deve essere per la gente, con la gente, tra la gente!

Evviva la casta calabrese!

struzzo.jpgIn questo momento molti calabresi, a seconda della loro appartenenza politica, preferiscono scagliare anatemi, diventano avvoltoi, faziosi, strumentalizzano tutto e fanno i moralisti a buon mercato.

Sono un sostenitore del garantismo per natura! Senza alcun dubbio la magistratura deve fare il suo lavoro accertando e giudicando i reati. Ma esiste anche la garanzia costituzionale in base alla quale l’imputato non può essere ritenuto colpevole sin quando nei suoi confronti non venga pronunciata una sentenza definitiva di condanna. Per certe cose, però, non si può fare finta di niente.

Non so che razza di Consiglio Regionale abbiamo in Calabria! Sinceramente sembra che sia una vergogna! Ѐ evidente che ormai questi partiti non contano nulla, pensano solo a difendersi, ad essere compatti e ad auto-tutelarsi.  C’è, in questa nostra Regione,  un’omertà istituzionale, a dir poco, vergognosa! Come è possibile che nel nostro Consiglio Regionale calabrese, durante la seduta di venerdì ieri, i partiti del PDL, PD, IdV e UDC e chi più ne ha più ne metta, non abbiano dedicato una parola, o un minimo di dibattito a tutto quello che è successo!? Quasi un terremoto politico che rischia di travolgerci tutti, cittadini, istituzioni, giustizia, economia e democrazia, e non se ne fa niente. Niente di niente!

Arrestano magistrati, politici, uomini della guardia di finanza, imprenditori, uomini delle istituzioni, e il Consiglio Regionale, massimo organismo elettivo calabrese, liquida la cosa affermando: «In questo momento, abbiamo il dovere, tutti, maggioranza ed opposizione, di difendere, tutelare e distinguere, ruolo e funzioni della massima assemblea legislativa della regione da responsabilità soggettive dei singoli. I reati contestati all’arrestato, non sono relativi all’esercizio del mandato di consigliere regionale ed alla sua funzione di presidente della commissione Bilancio, atti e comportamenti sono quindi da ricondurre a responsabilità personali senza alcun coinvolgimento dell’Istituzione», e poi: «Il consiglio regionale della Calabria ha le carte in regola», dicono i 49 rimasti a Palazzo Campanella, perché «ci siamo dati delle regole precise e direi quasi uniche nel panorama della legislazione regionale in materia».

Insomma tutto rimosso e quasi a confermare che la trasversalità, di cui parla Ilda Boccassini, è cosa concreta. Si infila la testa sotto la sabbia come lo struzzo. Si estraniano per non guardare quel che sta succedendo in questa Regione, per non viverlo. Non è altro che un meccanismo di difesa!

Fino a quando? E la società calabrese? E  i giovani? E il lavoro? E la giustizia sociale? E i diritti di tutti i cittadini calabresi? Ѐ chiaro che  a questi partiti politici non interessa nulla di nulla, se non  autoassolversi e continuare la loro vita tranquilla come se niente fosse!

PGS

San Giovanni in Fiore – Un Sindaco laborioso.

1883704042.jpgNonostante una brutta crisi che investe soprattutto i comuni e i servizi; nonostante chi rema contro; nonostante l’eredità di un bilancio, a dir poco, pieno di macerie, che con impegno si sta cercando di risanare; nonostante tutto, il Sindaco Barile, in silenzio, senza alcun clamore, schiamazzo, e senza riflettori addosso, sta lavorando molto bene ed assiduamente.

Un Sindaco, insieme alla sua Giunta, veramente laborioso e stacanovista. Un Sindaco rigoroso, serio, competente e onesto con una rara oculatezza economica e programmatica. Se tutto andrà come previsto, alcuni grandi progetti messi in cantiere dovranno, tra un periodo di medio termine, cambiare il volto della nostra città. Un Sindaco con un rigore contabile e che con trasparenza sta tagliando, tra fitti comunali vari, promozioni varie, probabilmente poco chiare, al personale comunale, una serie di sprechi di denaro pubblico che si era, ormai, consolidata negli anni. A questa già difficile situazione si aggiungono, poi, i debiti e i disservizi lasciati dalle amministrazioni precedenti che si scoprono di giorno in giorno. Un Sindaco per il cambiamento. Un cambiamento che riserva delle scelte anche forti e coraggiose, ma la determinazione non manca e, credo, rimarrà identica nel tempo nonostante i problemi quotidiani e le pressioni conservative, dentro e fuori il Comune, che vorrebbero ostacolarne il percorso.

Per la prima volta nella storia del nostro paese, il popolo ha scelto di premiare una giovane e nuova classe dirigente, rinnovando il modo di fare politica, oggi improntato sulla trasparenza, sull’onestà, sull’impegno, sul rigore morale dettato dalla separazione degli interessi pubblici da quelli personali e privati. È stata azzerata la vecchia classe dirigente locale nel modo forse più inaspettato e traumatico per tutti coloro che oggi, sebbene la straordinaria vittoria di qualche mese fa, decisa democraticamente dal popolo sangiovannese, non intendono placare il loro modo strumentale e demagogico di fare opposizione politica nel tentativo di recuperare quella credibilità ormai volata via. Un’opposizione poco costruttiva e senza alcuna proposta seria per i tanti problemi che attanagliano il nostro paese sotto molti aspetti.

Sarebbe ora che non si mettesse più il bastone tra le ruote e si consegnasse al nostro Comune il Palasport (non regalato, ma costruito anche con i soldi di tutti i contribuenti sangiovannesi) per essere appaltato, gestito, e ridato ai cittadini e agli sportivi tutti.

Sarebbe ora che si smettesse di fare polemica per i rifiuti in quanto chi ha cercato di fare diventare la nostra città la pattumiera della provincia o forse anche della Calabria, oggi non può strumentalizzare ogni cosa demagogicamente dando colpe, che non ha, al neo Sindaco!

Sarebbe ora che si smettesse, ancora, di strumentalizzare la questione ospedale. C’è un piano di rientro, reso necessario per la cattiva gestione degli anni passati che ha portato la sanità a un certo stato, con il quale il Sindaco, quotidianamente sta cercando di confrontarsi per trovare delle soluzioni serie e realizzabili senza chiacchiere e senza alcuna demagogia politica!

Sarebbe ora che l’opposizione al Comune sangiovannese facesse un discorso più costruttivo, propositivo, collaborativo e di crescita per il bene della città e della collettività tutta!

Infine, nonostante tutto, sono convinto che il Sindaco Barile manterrà viva la speranza, e sono altrettanto convinto che, con l’appoggio e l’aiuto di tutti, potrà continuare nell’impegno al servizio del popolo sangiovannese, per lo sviluppo e la crescita di questa nostra comunità.

PGS

Caro turista la Calabria è un’altra cosa.

editoriale.pngCaro Direttore Sansonetti,

grazie per questo suo editoriale! Era da un po’ di tempo che non si sentiva dire, in modo così onesto e lucido, qualcosa sulla nostra regione Calabria.  Solo una cosa: credo che parte della causa della povertà della Calabria sia dovuta anche alle classi politiche, regionali e provinciali, passate e recenti, che di volta in volta si sono succedute negli anni. Speriamo bene per il futuro, soprattutto per quello dei giovani.

Pietro Giovanni Spadafora

Di Piero Sansonetti 31/07/2011 09:19:00

Direttore di “Calabria Ora”.

Cari turisti che in questi giorni arrivate in Calabria dalle altre regioni italiane, o magari dall’estero,
vorrei provare a dirvi che questa regione non è esattamente come ve la raccontano i giornali e le televisioni del Nord.
Vi hanno detto che questa è una regione che ha un solo grande problema, la ‘ndrangheta; vi hanno detto che in tutti questi anni ha vissuto essenzialmente di aiuti pubblici; vi hanno detto che è un peso per l’Italia e che se non esistesse la Calabria, l’Italia sarebbe un paese ricco e anche onesto; vi hanno detto che è la terra madre di tutte le malefatte e di tutte le corruzioni.
Ecco, vi giuro che non è vero. Io personalmente vivo in Calabria giusto da un anno. E sono sbarcato a Cosenza portandomi appresso tutto il fardello dei pregiudizi che ho appena elencato. Mi sono reso conto che le cose non stanno come ce le hanno dette. E che la Calabria ha problemi enormi, che nessuno vuole vedere, e che vengono nascosti dietro i luoghi comuni.
E’ vero, certo, che il problema della ‘ndrangheta pesa su questa regione in modo spesso drammatico. Però è troppo comodo fingere che il problema sia tutto lì. Il tasso di illegalità di questa regione, i soprusi, le prepotenze, l’assenza del diritto del lavoro, il grado altissimo dello sfruttamento, non sono tutto frutto della “sovrastruttura” mafiosa. Il problema vero è l’assenza dello Stato. Non dello Stato inteso come polizia, repressione giudici e galere. Quello c’è, e anche troppo invadente. Dico lo Stato inteso come Stato di diritto, come strumento di difesa dei deboli, come autorità che regola le relazioni di lavoro, che attenua lo sfruttamento, che governa l’economia. Non c’è quello Stato lì. E anche la forza della mafia si spiega così: la mafia ha trovato uno spazio enorme nel quale svolgere -in modo illegale e violento – una funzione di “regolazione” della società che nessun altro svolge.
Caro turista, il primo problema della Calabria è questo: il lavoro, il precariato, l’assenza di lavoro, l’assenza del welfare, lo sfruttamento.
Non è neanche vero che la Calabria vive solo di sovvenzioni pubbliche e di parassitismo. Negli anni scorsi sono stati investiti molti soldi pubblici al Sud. Nessuno però vi ha detto che in grandissima parte questi soldi sono tornati immediatamente al Nord e sono finiti nelle tasche dei privati. Vogliamo fare un esempio? La Salerno-Reggio Calabria (della quale giustamente, ieri, ha parlato indignato il sindaco di Cosenza, Occhiuto). Bene, tutte le ditte che lavorano sull’autostrada sono del Nord. I profitti tornano tutti al nord. In gran parte anche il personale è del Nord. Qui da noi restano poche lire, molti ritardi e moltissimi disagi. Voi forse sapete che anche al Nord sono state fatte parecchie autostrade coi soldi pubblici. Però sono state fatte davvero. E i soldi investiti sono rimasti al Nord. E queste autostrade sono diventate infrastrutture decisive per il funzionamento economico del Nord. Per noi non è stata la stessa cosa: non abbiamo l’autostrada, non abbiamo le ferrovie, non abbiamo che il piccolo aeroporto di Lamezia, isolato e mal collegato (quello di Reggio è quasi inesistente) e ora ci stanno levando anche il porto: è difficile, cari turisti, fare funzionare una economia senza infrastrutture.
Il ministro Brunetta ha detto che se non ci fosse la Calabria l’Italia starebbe molto meglio. Il ministro non sa che il miracolo economico italiano non si fondò sulla finanza, ma sul lavoro, sulla fatica dei lavoratori. E non sa che la maggioranza di questi lavoratori erano calabresi costretti a lasciare la propria terra e ad andare a lavorare per i padroni del Nord. Quei lavoratori, con la loro fatica, hanno arricchito il Nord. Senza la Calabria il miracolo italiano non ci sarebbe stato. E la Calabria ha pagato un prezzo enorme alla sua emigrazione: ha perduto le braccia più forti, i cervelli migliori, le persone più capaci e più piene di spirito di iniziativa.
Non voglio tediarvi ancora, perché siete in vacanza. Però, quando tornare al Nord, ragionate un pochino su queste cose. Cercate di capire un fatto molto semplice: la grande ingiustizia che danneggia il nostro paese è la povertà del Sud. E la causa della povertà del Sud è stata, essenzialmente, una sola: la prepotenza del Nord.

Politica – Dopo i referendum.

parlamento1.jpgDopo gli ultimi referendum c’è chi minimizza e c’è chi cerca di accaparrasi vittorie di ogni genere. I partiti politici e i loro leader sembrano di non aver capito nulla.

Quella dei referendum è una protesta che parte dalla società civile, dalla gente, dal basso.  In questa protesta c’è l’anziano bisognoso che non ha più alcun aiuto economico ed assistenziale, c’è il piccolo imprenditore che non ce la fa più con le tasse, c’è il giovane senza futuro, ci sono le casalinghe, gli studenti che non sanno più per che cosa studiano, ci sono i detenuti in attesa di un giudizio, ci sono gli utenti della sanità che non vedono servizi adeguati, ci sono i disoccupati, i precari e chi più ne ha più ne metta.

La società civile manda la politica e i suoi leader all’altro paese. I cittadini vogliono decidere il loro futuro, vogliono contare di più. Riabbracciano uno strumento di democrazia diretta quale è il referendum per mandare a casa tutto l’establishment politico.

Ovviamente la classe politica italiana adesso finge di non capire. Quelli della maggioranza e dell’opposizione andranno avanti con le solite chiacchiere cercando di rabbonire la gente con finte riforme, rilanci programmatici, alternative politiche inesistenti e via dicendo, useranno televisioni, talk show e giornali, da noi finanziati, per sfuggire alla resa dei conti, ma non hanno capito che questa volta la gente è davvero arrabbiata, è delusa da tante cose, dalle cose pubbliche lottizzate, dalla politica non più a servizio dei cittadini e dell’interesse generale, dai privilegi di pochi e dal costo della politica, dalle province inutili, dal finanziamento pubblico ai partiti, dal debito pubblico che ogni giorno diventa un macigno sempre più pesante, e se per il quale non si prenderanno provvedimenti seri, ci schiaccerà definitivamente.

E’ arrivato il momento di facce nuove, a destra, a sinistra, a centro, sopra e sotto. I cittadini vogliono discontinuità, cambio generazionale, trasparenza, onestà e serietà. Il futuro politico di questa nostra Italia potrà essere solo della gente perbene.